Avevo già da tempo l’idea di riscrivere quaggiù, ancora per un’ultima volta in questo 2022, anno inesauribile, inappellabile, pieno, fitto e denso, senza respiro, perché quante cose sono trascorse… senza dubbio ☞Writings le ha riportate costantemente. E appunto di questo vorrei discutere, dell’importanza di Writings, dei podcast, e della rilevanza secondaria di questi post, che solo a volte, come forse oggi, d’altronde, fanno davvero il punto della situazione. Vorrei chiaramente esplicitare che non tutti possono capire il post precedente a quello che stanno leggendo adesso (☞questo), sarebbero poco umili se volessero acquisire nel dettaglio, ma senza avere degli strumenti mirati, un racconto lungo e tortuoso, ma unico e mio, che non temo in alcun modo, non dimentico, voglio e sostengo in ogni tratto, e non pretendo in nessun modo, di divulgarlo ora come definitivo, poiché so che quello che per il momento lo rappresenta, è semplicemente l’assaggio frammentario dei libri meravigliosi che ne usciranno un giorno, nemmeno troppo lontano, ma che sono sicura rimarranno, insieme agli altri grandi libri, per infiniti giorni e nei vari continenti. Sono ormai consapevole dell’importanza che i miei componimenti scritti potranno avere a breve, manca poco per iniziare a dare, dare tutto per presentare la bella copia del mio malloppo denso, denso almeno quanto la mia vita, che elenca senza sosta una cascata di avvenimenti di gran peso.
Oggi il pranzo (pranzo/cena ahahah, non rimangerò di certo fino a domani mattina…) di Natale è stato molto bello, al ristorante ho rivisto delle persone care che non vedevo da un po’ di tempo, e in ultimo, col pandoro e il panettone lì davanti, ho sentito un’ispirazione arrivare dal tavolo di fianco, una di quelle apparizioni fulminee, collegate direttamente alle recenti vicende, che non sanno lasciarti indifferente. Sembra io stia parlando di chissà cosa ma la ventata includeva banalmente un “culo…” e altre parole offuscate, che la mia visione uditiva non ricorda, ma quella parola isolata è bastata a farmi venire voglia di dare un post successore al precedente “Ti ho mandato il mio culo”, e ad associare al pezzo di pandoro che avevo davanti in quel momento, un pensiero ironico ma iconico: il culo non si fa col pandoro. Il culo non si fa col pandoro bensì con l’allenamento di stamattina (dove? No, non te lo dico dai, ma al tuo ritorno su Writings qualcosa saprai) e con quelli di tutto l’anno, con l’alimentazione curata e il “non culto” della sedia… Chi ha capito ha capito, chi non capisce capirà. Il culo non si fa col pandoro, è l’unica realtà. La fortuna (culo) non esiste finché tu non le crei la strada.
PS: Ma sai che c’è, due mandarini e tre noci non faranno mica male. Vado, ahaha!