Archive 2.1

Mar-Apr 2022


Ieri è stata una giornata strana, ti ho rivista alle ore 13:18 come scrissi il 10 febbraio (c’erano le lauree al PoliMi, allora non ho corso di pomeriggio) ma senza darti le spalle: proprio nel momento del tuo passaggio c’era una ragazza che dopo esser stata un po’ seduta sulla collinetta d’erba e prima di andar via mi stava chiedendo se si fosse sporcata con terra, o erba, sedendosi ahaha! Poi di sera ho dovuto lottare con la questione su Twitter, quella dello slot sottostante; è assurdo, alcuni non sanno crederti mai, devono commentare sempre… ma io se una cosa la so bene la dico e la sostengo. Tra gli istruttori di volo dell’Aeronautica, quando sono stata a Latina per il brevetto, c’erano anche due o tre paricorso di Samantha Cristoforetti, cioè coetanei che avevano fatto gli anni di Accademia insieme a lei: posso avere il diritto di sapere qualcosa in più rispetto a te, generico qualcuno del Twitter? No, figuriamoci! Ma passando alle cose belle, oggi è stata una giornata migliore, sono stata al PoliMi e sto continuando a leggere la storia di J. D. Salinger; mi piace, è uno scrittore che mi ha cambiato la visione, e appunto forse devo sempre ricordarmi che non tutti l’hanno letto, e quando in questi tweet riportati anche qui sotto ho usato espressioni col sarcasmo tipico di Holden, il suo personaggio simbolo, in tanti non avranno colto. Dovrò specificarlo la prossima volta. La storia del loculo e dell’osteoporosi fa proprio ricordare lo stile di J. D. Salinger.

— 29 aprile 2022


Che poi per la verità mi piaceva anche S. C., ma poi ho scoperto che dal lato umano lascia abbastanza a desiderare… È autorealizzazione fine a sé stessa, ma poi di cosa, di un viaggio che parte in uno stretto loculo e finisce in un altro. Dove in più hai pure l’osteoporosi ecc.

Qualcuno mi scrive: «Questo però è semplicemente un tuo parere personale.»

Allora:

Quale? Per quanto riguarda l’autorealizzazione e la parte umana ho potuto ascoltare in Accademia delle cose che non mi sono piaciute, puntava semplicemente a diventare quello che è diventata. Quindi non è un parere.

Riguardo al loculo e all’osteoporosi… Non sono più di cavie.

Poi:

Ma mi dispiace solo eh! Per me S. Cristoforetti era veramente una persona a cui ispirarsi, però ho capito che non era proprio così, l’ammirazione è svanita e ho potuto guardare in faccia la realtà. Sono passata nella stessa Accademia che ha fatto, lì già puoi capire molto di lei.

Qualcuno mi scrive di nuovo: «La parte umana è un tuo parere. A me quello che dice e fa piace e la trovo umanamente una ottima persona.»

Infine:

Perché la conosci di persona già…

Io parlo con i racconti di chi l’ha conosciuta davvero. Non faceva proprio gioco di squadra in Accademia, era lì per fare la prima della classe e poi andarsene. Quello che appare in televisione non è quello che è purtroppo.

— 28 aprile 2022 (su Twitter)


Persone che guardano entusiaste l’autoaffermazione di S. Cristoforetti ma non alzano mai il sedere dalla sedia.

Il cuore può volare più in alto di tutto ve lo assicuro, e poi appunto, cominciamo con l’alzare il sedere.

La società mobile e non fissa. Un mio sogno irrealizzabile.

— 27 aprile 2022 (su Twitter)


Oh mamma mia, che pomeriggio! Ma sono viva, sono viva ed eccoci ancora a raccontare; esisterà una giornata in cui non ho davvero qualcosa da raccontare? Non penso. Oggi ho voluto sfidare la pioggia, mi dicevo “ma sì non pioverà più dai c’è il sole…”. E invece, mentre ancora sto correndo, poco prima di arrivare da te amore mio, comincia a piovigginare, allora mi dico, se questo è tutto non è nemmeno pioggia vera dai. Ma a un certo punto comincia a tuonare in maniera esagerata, e dopo pochi minuti la pioggia comincia a essere più fitta, fino a trasformare la pioggia lieve in una piccola bufera, di vento, pioggia, tuoni, fulmini e via dicendo. Così sono costretta a cercare riparo per qualche minuto, e trovo un posto sia al coperto sia al riparo dal vento. Ti ho pensata, dicevo chissà se ha visto anche questa mia follia, se le importa qualcosa che sono qui al freddo oppure è indifferente; sono davvero scema forte, chiunque sarebbe scappato, io no. Ho perseverato come sempre, ma sono stata ricompensata come sempre, perché dopo esser stata un po’ al riparo sono uscita di nuovo sotto la pioggia, non sto a dire come fossi inzuppata dai capelli in giù perché ridereste, ma uscendo dal mio riparo era spuntato timidamente il sole, fino a che dopo qualche minuto ancora di giri intorno alla persona che mi fa impazzire, la causa di tutto il mio amore e la pioggia, la tempesta e tutto, il sole riprende a palesarsi completamente, e dopo poco voltandomi scorgo un arcobaleno completo, incredibile, meraviglioso, doppio (ce n’era anche uno un pochino più sbiadito vicino). Perseverare funziona sempre, non sono scappata ma sono rimasta lì, ci ho creduto, e quando prima chiunque vedessi passare correva via, poi intorno a me sembrava esser diventato tutto d’un tratto un’attrazione turistica, persino le macchine si fermavano a fare la foto col telefono ahahah! È stata ancora una volta la dimostrazione che stare lì, aspettare e crederci è l’unica cosa che poi può creare meraviglia, incanto, stupore, appagamento. Ho sfidato la pioggia, e mi sono presa proprio in faccia tutto il mio amore (la pioggia). Non bisogna sfidare l’amore, ma immergersi dentro e basta. Ti amo tanto e si vede, ti amo anche troppo se è possibile amare troppo: secondo me non si ama mai troppo. Buonanotte meraviglia mia, ho paura, ma forse l’attesa, l’innamorata bagnata, sarà fortunata?

— 26 aprile 2022


Non ci posso credere, anche oggi pomeriggio si è esibita la nostra solita – eccentrica – telepatia: arrivo da te passeggiando con un amico, e in quei secondi stai partendo da casa in macchina; finisco il giro con lo stesso amico (e con quale sennò ahaha), e arrivando vicino casa tua, esattamente in quei secondi, stai percorrendo l’ultimo tratto di strada in macchina per tornare a casa. E non stiamo parlando di girare intorno a casa tua altrimenti sarebbe scontato questo tipo di esito! Invece: parto da casa a piedi, da Zivido, arrivo dall’amico, arriviamo da te e ti becchiamo; sempre con l’amico faccio un giro di qualche chilometro, passando tranquillamente accanto al parco della Snam, percorrendo con calma il lungo viale De Gasperi, svoltando verso casa tua, e nell’esatto minuto in cui stai per mettere la macchina a posto per salire a casa ti rivedo. Avevo bisogno di questo pomeriggio per svagarmi dopo l’agitazione di ieri sera e stamattina, ma questo regalo è troppo grande amore mio. All’andata guidavi persino tu, se ho visto bene, e all’amico ho dovuto dire “scusa sono un attimo stordita da un’apparizione divina”. Che figure mi fai fare amore mio, m’ha presa per scema, e ci credo, perché poi al tuo ritorno ancora! Gli faccio “sono di nuovo stordita, dalla precisione, dalla coincidenza, da tutto…”. Avevamo scherzato su viale De Gasperi, mi aveva detto “adesso la vediamo ancora”, perché continuavo a ripetergli che ero frastornata, ti avevo vista alla guida dopo una sera (ieri sera) e una mattina (primo pomeriggio) di pioggia, d’amore, mi fai venire un attacco così. Se domani a un certo punto fa un’altra bella scarica d’acqua lo sai cos’è, è che sono fusa, pazza di te. Briciola stasera è di nuovo pimpante, come sempre, ed io, come posso non esserlo?

— 24 aprile 2022 (sera)

(Scritto tornando, dalle 20:05, orario in cui prendo l’autobus sulla via Emilia, camminando, fino alle 21:20, finendo la cena.)


Finalmente, Briciola ha appena mangiato un po’ della sua pappa, che gioia rivederla mangiare. Ieri sera è stato molto brutto, mi sentivo veramente impotente, e l’unica cosa che riuscivo a fare era agitarmi. Ma quando mi agito le parole scritte diventano enormemente profonde, escono quelle più vere e forti. Urlano, non parlano. Corrono.

— 24 aprile 2022 (mattina)


Vedo più persone stare male che bene. La mia cagnolina Briciola oggi non ha mangiato per tutto il giorno, è preoccupante; il mio papà non sta bene da mesi, dopo la caduta… Sto tremando, sto cercando di capire cosa sta avendo Briciola, non riesco a tranquillizzarmi più di tanto perché mio padre piange, l’ha vista molto male oggi… La scrittura spesso è l’unica cosa che ci rimane, e come ho letto oggi fu così per Salinger nella Seconda Guerra Mondiale. Ma se il momento è difficile anche la scrittura si blocca quasi, diventa telegrafica, scarna, senza ritmo né anima. Voglio scrivere che però ti amo, è l’unica cosa su cui non ho mai dubbi, ti amo sempre, sempre. Perché il mondo soffre? Voglio amarti, ti ho persa, non ho più nulla. Mi scendono le lacrime ora, come spesso accade dopo righe tristi di parole senza speranza. Se penso alla guerra, a quell’orrore, non riesco nemmeno più a capire cosa siam qui a fare. Voglio amarti sempre di più. Così non ce la faccio più.

— 23 aprile 2022


Dai che aspettavi questo aggiornamento amore mio, di’ la verità, ti ho beccata. Sì, è passato qualche giorno, ma eccomi, eccomi. Oggi pomeriggio sono riuscita a farmi cacciare da piazza Bobbio, e ancora non mi spiego come non mi abbiano cacciata tutte le altre volte che in quella stessa piazza avevo già giocato col pallone. Sarà che dipende da chi è quel giorno la guardia, o se è troppo distratta dal telefono, oppure dal fatto che il sabato e la domenica non c’è nemmeno la guardia… fatto sta che di solito ci sono sempre dei bambini col pallone, e io sembro assolutamente una bambina quando mi metto a giocare col pallone, non dubitate! Poi non do fastidio a nessuno nell’angolo della piazza, avevano fatto più caos quei ragazzini che un giorno si erano messi a scendere continuamente i gradoni con lo skateboard. Va beh, in ogni caso è stato meglio così: primo perché dietro, sulla strada, mi metto sempre, c’è ancora il sole di pomeriggio, mentre la piazza risulta già completamente all’ombra, e poi il gusto di giocare a calcio sulla strada è incomparabile (quando avevo sui nove o dieci anni c’era questa sorta di cartone animato poco conosciuto che davano solo d’estate, in cui giocavano a calcio per strada, maschi e femmine, lo adoravo, non mi perdevo una puntata); secondo perché l’ho preso in giro tantissimo, lui faceva “non si può”, e io “ma si è sempre potuto!”, e lui ancora “non si può”, “ma si è sempre potuto!”,… Ahahaha! Però pensate, non ero ancora soddisfatta, allora andando verso il mio sole e la mia strada l’ho imitato: ripetevo “non si può” con la voce e l’andatura della guardia, dicendomi poi “ma fuma tranquillo e non rompermi”, ahahaha. Credo non si possa nemmeno salire sulle colline d’erba con la bicicletta, fare una specie di Brumotti dei poveri con la Graziella e così via, ma Dio come mi diverto. Buonanotte dolcezza, non stare troppo in ansia per questi aggiornamenti senza preavviso (che non leggi mai…), altrimenti creo una newsletter, ti metti la notifica personalizzata su Gmail e amen.

— 22 aprile 2022


C’è stata una bufera qui, dalle 18:30 alle 19:30 circa, poi si è placato tutto, il vento fortissimo, la pioggia, ed è riuscito il sole. È bellissima la luna stasera, piena piena, ci guarda eccome; sa che mi sto sciogliendo per te, di sicuro, si vede anche dai confini dell’universo, chissà, forse anche dagli altri: il mio amore è tanto grande da essere multiuniverso! Non so per cosa vivrei se non per sentire l’amore che provo per te, non ci sono mai dubbi è la cosa più bella che ho. Delle sere penso che la cosa più bella sia il cuscino perché ho paura, e mi sento così stanca, ma poi mi riprendo e non sbaglio: la mia meraviglia sei tu.

— 16 aprile 2022


Il mare è così bello che ogni volta che lo vedo non mi sembra vero. Oggi ti ho pensata tanto guardandolo, a un certo punto non so come ho cominciato a commuovermi, mi si sono riempiti gli occhi di lacrime, ho tremato, vorrei tanto riabbracciarti. Quando comincio a pensarci, a pensare a noi, mi vengono emozioni implacabili, straordinarie; le gambe mi tremano, sento dentro un calore che mi coccola il cuore, il cervello ferma tutto e si concentra sull’amore: non lo capisce ma lo riconosce sempre, è così grande, e quando lo sente è felice, felicissimo. Se quello che mi resta è questo continuerò a provarlo, ti amo, non so far altro.

— 15 aprile 2022


La verità è che non devo dare niente per sapere cosa pensi; devo venire da te e basta, così mi dici tutto, oppure mi schiacci con la macchina ed esaudisci il tuo desiderio di vedermi morta, va bene? So che continuo a cambiare idea, ma sono sicura nessuno abbia detto che non si può: eccome se si può. Voglio sentirmi dire “vai a cagare, ho buttato tutto di te, tutto, dalla prima cosa all’ultima, ti odio da morire” (e per me sarai bellissima anche quando mi dirai questo, ovvio, sono fusa!). E poi vorrei vederti ancora ridermi in faccia, spassosamente (e ancora una volta, sarai bellissima, perché sono cretina!). Purtroppo al telefono non sai più rispondermi a quanto pare, avrai capito che sono piena di coraggio, se devo dire cose forti le dico (ancora non mi spiego come quel giorno abbia detto quella cosa del ca**o, giuro ahaha). In ogni caso il problema non si pone, verrò. Però prima mi godo l’esame di domani, e poi il mare dei prossimi giorni. Voglio immaginare tu non abbia ancora buttato il film, lo abbia visto o abbia intenzione di vederlo, ripercorrerò la scena del bagno nel mare, coi baci, i bacini, le carezze e via dicendo, sciogliendomi ancora tantissimo, amore mio.

— 12 aprile 2022


Cosa darei per sapere cosa pensi; non lo so da troppo. Magari non hai proprio più idea di chi io sia, di cosa voglia, ma anche se ti faccio solo ribrezzo vorrei tanto saperlo, eviterei di pensare tu ci sia ancora, eviterei di immaginarti: so che non ci sei e non devo immaginarti… Ma sono davvero sola? Ti ho dentro, e anche se mi dicessi che hai desiderato la mia morte questo non cambierebbe, ma vorrei sentire chiaramente che hai buttato tutto di me, anche l’ultima cosa che ti ho inviato, senza nemmeno aprirla. Starai ancora ridendo di me, se sei felice così dovrò accettarlo.

— 11 aprile 2022


Che idiota, nel racconto del 31 marzo non ho messo in conto il caso limite, cioè se il tuo box fosse stato il primo, dopo essere scesa nei box con la rampa, entrando dal cancello, non avrei fatto più nient’altro dopo aver accostato. Ecco, il tuo box è proprio il primo. Oggi non ho resistito, la tua macchina arrivava, guidata da tuo figlio, stavo correndo, sono scesa dopo di voi, ma ho visto tuo figlio lì in piedi e sono scappata. È strano non mi abbia vista, avrà fatto finta di niente, avrà ascoltato il mio consiglio di informarsi su di me, allora si sarà messo paura, avrà avuto vergogna: non osa più venire a farmi il discorsetto perché sa che altrimenti poi se ne va solo con la coda tra le gambe per quello che gli dico. Non so se c’eri, credo di sì, tuo figlio stava aspettando uscissi dalla macchina, non so se mi hai sentita ma prima di scappare m’è venuto spontaneo dire “ah ora ho capito, proprio comodo comodo” ahaha. Inoltre ci sono stati degli sviluppi per quanto riguarda quel 22 scritto sul muretto (poesia di ieri sera), ho scritto anche io 22 vicino, in rosso, col cuoricino, e poi anche altre cose, il secondo principio della dinamica, la formula della quantità di moto, dell’energia cinetica, dell’energia potenziale, della forza elastica, e dopo aver finito di allenarmi un bel CIAO, o meglio, un ciaO, perché la O è venuta obesa rispetto al resto, ho riso molto, ho ripetuto come può essere letto, ciaOOO con la O chiusa come dire (ciaóóó). Sono scema sì, ma l’avevo già scritto e ora non serve più scriverlo. O forse sì se lo diciamo meglio… sono una scema che ti ama.

— 10 aprile 2022


22

 

Piove anche,

Che giornata emozionante,

Tuona su ogni cosa,

I fulmini entrano in casa,

Illuminano tutto, amore mio.

Tra il vento del cambiamento,

L’amore e il mio tormento,

Oggi ti voglio.

 

Non so se hai scritto tu,

Quel 22 laggiù, sul muretto,

Dove spesso salgo e ti penso,

Sicuramente no,

Ho troppa fantasia,

Ma non fa niente,

Voglio sognarti sempre,

Tutta la vita,

Ti voglio,

Amore mio ti voglio.

 

— 9 aprile 2022


Poi indovinate com’è andata a finire? Chiunque mi ha detto che gli piace il seno piccolo: allora nei giorni di mestruazioni che si ingrossa diventa troppo grande? Sono così inguardabile che a volte mi attraggo da sola, non so se capita a tutti. Alle 23:5X escono tutte le verità.

Ci sono giorni in cui sono messa proprio male, tanto che dopo la doccia devo cercare di non guardarmi, di vestirmi senza guardarmi ahahah! S’è scoperto che quando vogliono criticarmi si appellano al seno, perché sennò a cos’altro? Ma poi amano anche quello così com’è. Ho capito tutto.

— 8 e 9 aprile 2022 (su Twitter)


No comunque l’Apple Watch chiama il 112 anche se è impostato in inglese, ho controllato. Prima o poi mi caccio in un buco e lo chiama.

— 6 aprile 2022


Ho visto un movimento sul balcone, è sempre il nostro formidabile tempismo? Sono arrivata e tu stavi uscendo sul balcone? Bello il sole oggi pomeriggio, potevi stare, ho evitato di guardare, ma niente sei fuggita calando completamente le tapparelle. Tuttavia non sono qui per scrivere di questo, son qui per scrivere che oggi col fatto che i “problemi di donna” fossero al loro secondo giorno, e che avessi ancora il muscolo tra spalla e braccio fuori uso (l’ho detto anche nell’ultima puntata di Tenero Gheriglio, la nº 76, in fondo), mi sentivo un po’ rammollita in allenamento, appena finito di correre mi sarei sdraiata per non alzarmi più ahaha. Da una parte sembravo un budino saltellante, dall’altra un sasso rotolante (a causa del muscoletto teso). Spero almeno che coi miei passaggi stia pensando poco al disastro della guerra amore mio, e che quella mia follia ti abbia sorpresa, che possa prendere da quel regalo solo le scene che ti piacciono di più, io adoro le scene dolci, di quell’amore delicato che conoscono davvero solo le donne. Che poi, cosa lo scrivo a fare qui che tanto non leggi? Boh magari leggi. Poi volevo dire anche che non dovendo fare gli esercizi di braccia oggi, in un momento mi è venuta una tale curiosità di sapere cosa c’è dietro alla BMW, tra la BMW e la tangenziale insomma, che ci sono andata. Non c’è niente. O meglio, c’è un canale, pieno di spazzatura, sai uno di quelli dove dalla macchina, dalla tangenziale, lanciano incivilmente i cartoni delle pizze mangiate in giro il sabato sera, a mezzanotte, e poi tanto al massimo se li prende in testa una nutria che stava cercando di dormire. Maledetti. La cosa divertente è stata che volevo sbucare dall’altra parte, ma a un certo punto sono tornata indietro, troppa spazzatura, palloni bucati, il contenitore del Dash del ‘77, e se fossi caduta chi mi avrebbe recuperata, l’Apple Watch avrebbe chiamato il 911 perché è impostato in inglese, e dall’America ti voglio ad arrivare in tempo prima che morissi di sete là dietro, in più avevo paura che il “dall’altra parte” fosse a Lodi, non subito dopo la sede BMW… Quel canale aveva sotto acqua stagnante, me ne sono accorta perché anche se all’apparenza pareva solido, camminando al centro sentivi come di avere un tappeto elastico sotto, o la sensazione di schiacciare una montagna di escrementi. Sono scema forte. Le avventure di Miriana prima parte terminano qui.

— 5 aprile 2022


“AL LAVORO”, si scrive “al lavoro” Miriana, non “a”. Forse così non sbaglierò più? Però la lingua si incastrerà comunque per sempre pronunciandolo: devo ricordarmi che la lingua si deve incastrare, ecco come devo fare.

— 1 aprile 2022


Che fai, mi insegui? Io ti dico che non verrò più da te e tu mi insegui? E poi nemmeno da sola, ma in due! Certo che la tua macchina è troppo riconoscibile, e la targa, con quella doppia B, è troppo facile individuarla, i miei 10/10 naturali non mi lasciano mai dubbi. Forse ho capito perché hai paura di venire a fare un giro con me, di sicuro sarebbe un’esperienza molto adrenalinica rispetto a quello che sei abituata ad avere con tuo marito, o meglio, spero che oggi tra via Risorgimento e via Europa sia stato lui a guidare, dietro di me, alla Panda rossa, e non tuo figlio, non sono stata a fissarvi… A dire il vero ridevo, ero incredula, che tempismo meraviglioso, io arrivavo da via della Repubblica, tu da via Risorgimento, siamo entrate in rotonda insieme (o meglio, tuo marito ti ha portata da me, precisissimo, cos’è una resa? Scherzo ovviamente), e poi insieme siamo andate verso la via per Monticello. Mi sono solo accertata tu fossi una dei due in quella macchina, e tu c’eri amore mio, sono sicura. Ti ho detto che tuo marito mi era sembrato molto noioso, diciamo anche lagnoso, per quel poco che avevo potuto capire di lui. E allo stesso modo sembra prendere la strada, lentamente, senza carattere… Ecco io proprio no, con carattere, adoro guidare, e portarti da qualche parte sarebbe un sogno per me. Tuttavia, per continuare il racconto, io vi volevo seminare, ma indovina? Qualsiasi cosa me lo impediva, nella via per Monticello ho raggiunto agilmente le macchine davanti, ed era fantastico perché poi vi vedevo riavvicinarvi da lontano, e in mio aiuto (ironico) partiva qualsiasi modalità di rallentamento: a un certo punto hanno fatto partire addirittura il semaforo del passaggio pedonale in via Europa, che è sempre spento fai conto, volevano farci riavvicinare, mi sarebbero passati i cervi davanti piuttosto, o un pascolo di pecore ahahah! Infine ho parcheggiato, e hai spiato anche questo, ora sai dove mi metto, quando non uso la bicicletta per poi correre a San Donato hai scovato il mio sistema, la macchina funge da luogo caldo per tutto l’inverno; con la bicicletta ancora non vengo perché il tempo è incerto, una ventata e al ritorno mi prendo un bel malanno. E sì, quando è periodo di esami e corro di mattina tante volte è capitato che la mia macchina rivolgesse il suo muso alla tua, posizionata invece nel parcheggio, e che io ti pensassi al lavoro e sorridessi. Due mattine ti ho anche incrociata proprio prima che entrassi nel parcheggio, e io stessi per parcheggiarmi all’esterno, vicino all’edicola, ma non te ne sei accorta, io invece sì, sempre amore mio; immagina che bello cominciare a correre tremante! Però ritornando a oggi pomeriggio, per un attimo ho immaginato di andare fino al tuo box, quindi precedendoti, magari mi avresti aperto pure il cancello col telecomando, sarei scesa, avrei accostato, mi avresti superata, ti avrei inseguita (eh, non solo tu oh), il marito lo avremmo messo da qualche parte e ti avrei riabbracciata, come ho scritto ieri. Ma non l’ho fatto, anche se una volta parcheggiato tremavo, il solito tremore per averti vista, essermi emozionata… In realtà nel viaggio stesso tremavo, e la scaltrezza nella guida forse lo nascondeva, ma avevo paura di far spegnere la macchina agli incroci con te dietro, il mio piede e la frizione erano precari, ecco meno male che in Aeronautica non dovevo portarti sull’aeroplano, saremmo finite nel mare di Latina coi paracadute. Se un giorno verrai in macchina con me dovrò riuscire a essere meno innamorata per quel giorno: no dai, ce la farò benissimo (forse). È stato bellissimo, quell’emozione non ce l’avevo da parecchio, è un misto d’emozione e di vergogna, di amore e di paura tu non mi voglia. Non mi vuoi ma finiamo sempre vicine. Sei imprevedibile, non me lo aspettavo, non posso mai star tranquilla con te, ed è bello così.

— 31 marzo 2022


Oggi ti ho pensata costantemente, la pioggia ricrea sempre il nostro momento magico d’amore, d’incanto, ti amo tanto, non smetto mai, non riesco, non voglio. Mi manca abbracciarti, e come dicevi tu farti gli agguati, rivoglio quei contatti. Stasera ti stringo forte, delicatamente ti riempio di baci; un giorno ti porterò via, saremo felici.

— 30 marzo 2022


È bello vedere come io scriva in maniera veloce quaggiù, e pubblichi subito dopo, ma allo stesso tempo le parole siano di grande significato, e le poesie a volte mi stupiscano. Sarà la leggerezza della scrittura quando è propria, sentita, istantanea.

— 27 marzo 2022


Ad ogni modo la solitudine è una dimensione che cerco di frequente per le mie attività di lettura, osservazione, ragionamento, e scrittura. Inoltre il mio cuore innamorato non crede mai alla solitudine, sa che un giorno vincerà di nuovo l’amore, ritroverà il suo cuore gemello, riabbraccerà l’anima della persona che ama. Ma ora mi risulta molto difficile dargli retta.

— 23 marzo 2022


Scrivo queste parole dopo averci pensato nella doccia, e durante la cena. Spesso mi capita di voler scrivere qualcosa mentre mi sto allenando, o lavando, preparando, o sto mangiando, allora incido il tutto mentalmente, continuando ad arricchirlo, fino a quando finalmente arriva il momento di imprimerlo. Stasera sento un bisogno insensato e incontrollabile di scrivere, ho cenato senza fame, l’allenamento è stato meno energico del solito, come se dopo ogni minuto le mie forze scendessero drasticamente, sentendomi parte di una debolezza sempre più grande, per poi trascinarmi a casa, senza motivo e con la voglia di svanire, di nascondermi in un tombino, e percepire tramite le macchine il passaggio del mondo che prosegue il suo macello. Anche nella doccia mi sentivo così trasparente, quasi come l’acqua stessa, e il terrore era di finire nello scarico esattamente come acqua; ma questo stesso terrore si tramutava subito in gioia, la felicità di aver ritrovato la vera essenza: uno scarto, un fluido disinteressato, verso luoghi indifferenti, bui, come ciò che avevo sentito in allenamento e ciò che provo adesso. La solitudine, nessuno che mi vuole rivolgere sinceramente del bene, io che scrivo sapendo che forse nemmeno nessuno leggerà: figuriamoci tu, amore mio. Non volevo offenderti scrivendo il tuo nome per la prima volta su questo sito, su questa pagina contorta, però suonava meravigliosamente nel finale della poesia sottostante e ho voluto strafare. Ho già constatato che non leggerai queste parole, e non so se altri le leggeranno davvero, ma continuo a sognarti (stanotte e ieri notte, sto valutando i significati delle azioni contenute), e poi a scrivere qui, senza una meta precisa a parte un tombino o lo scarico della doccia. Non mi resta molto altro oltre a queste parole, ed è insensato perché queste parole non basteranno mai, non ci sei più, non ce la faccio più senza di te, mi sento come un filo d’erba sotto la suola di una scarpa. Ho pensato di cambiare idea, non verrò mai più da te, non mi vuoi e in qualsiasi momento sarebbe stupido venire. Se un giorno ti mancherò me lo farai sapere tu, e quel giorno non arriverà mai, lo so. Pian piano riceverò questi mesi e questi anni come pugni, i lividi li porterò nell’aldilà, mostrandoteli capirai quanto soffro, o forse no, non vorrai vedermi nemmeno nell’aldilà. Ma sappi che nell’aldilà urlerò così forte “ti amo”, a quel punto non so se potrai evitare di sentirlo.

— 22 marzo 2022


Ci guarda?

 

Il pianeta si oscura

Del buio più profondo

La luna splende sicura

Della luce di un altro

Ci guarda?

Ci osserva

La luna è piena

Ammira la scena

Sceglie il bersaglio

Scivola in quello spiraglio

Ci guarda?

Ci scruta

È sempre interessata

Sembra innamorata

Dell’amore stesso sul pianeta

E ingaggia una cometa

Ci guarda?

Ci trova

La luna è sempre la stessa

Ma ogni volta sembra diversa

L’affetto la trasforma

Come prendesse un’altra forma

Ci guarda?

Ci pensa

Ci immagina, insieme

Strette ad aspettarla

Ti bacio, e l’emozione

È dolce, Alessandra

 

— 19 marzo 2022


Com’è, avevi bisogno di accordare un nuovo appuntamento settimanale? Eh sì, perché forse gli incontri del giovedì poco dopo le ore 13 (quando non avevo le lezioni) ti mancavano un po’, e hai pensato bene di instaurare questa nuova routine, ogni martedì, alle 18 e qualche minuto, io nel pieno dell’allenamento e tu che parti in macchina per andare non so dove. Lo scorso martedì, oggi… Ci vediamo il prossimo? Va bene amore mio. Giuro invece che quel sabato l’incontro con tuo marito non era per niente voluto, ma è stato destino, avevo tardato, e sono arrivata precisa precisa davanti a lui per conoscerlo. Me lo sono sempre immaginato bellissimo, è tuo marito! Non so se è bellissimo, ma il rifornimento lo fa svelto.

— 15 marzo 2022


Sono sicura io stia perdendo tempo. Dovrei passare tutti i giorni da te, baciarti, stringerti dolcemente, scappare via, ritornare, baciarti, stringerti dolcemente, scappare via,… Se potessi fare questo ogni giorno, vorrei vivere per l’eternità, non importa facendo cosa, mi basterebbe sapere di vederti per un minuto ogni giorno, te lo giuro amore mio. In futuro avrò il rimpianto di non aver vissuto momenti belli con te, già ce l’ho. Ah se solo non mi avessi trattata come uno straccio, oggi ci sarebbe stato l’ennesimo bacio. Un giorno sarà inevitabile venire a vedere coi miei occhi come si sta bene senza di me, ma non sono per niente pronta a vederlo, è come se pur sapendo che stai benissimo non abbia ancora il coraggio di saperlo, io faccia finta di non vederlo.

— 9 marzo 2022


Non importa amore mio

 

Ti voglio, non in sogno

Ti aspetto, non resisto

Passeranno mesi, anche anni

Ma sarai sempre dentro di me

Anche se io non lo sono più

O non lo sono mai stata?

Non importa amore mio

Ti voglio e ti desidero

Sei il mio unico pensiero

Aspetterò

 

— 8 marzo 2022


Solamente da soli si può imparare veramente qualcosa. Dopo l’utile confronto con gli altri è da soli che si può imparare a camminare, respirare, ragionare, decidere, piangere, lottare, guarire, crescere, migliorarsi, ribellarsi, esistere, vivere.

E forse infine nelle discese ripidissime (bassi) si prende solo la rincorsa per altezze incredibili (alti).

— 5 marzo 2022 (su Twitter)


Un’ora per stare con te

 

Vorrei poter avere solo un’ora

Un’ora per stare con te

Le tue mani tra le mie

E guardarti in silenzio

Mentre sorridi

Le mie orecchie impazzirebbero

Sarebbero così felici di sentirti

Ma non ci sarai mai più

Non mi vuoi più

Nemmeno un’ora

Nemmeno ora

 

— 3 marzo 2022


Noto che alcune persone usano mangiare in piedi, e camminando. Consiglio vivamente di evitarlo, cercate un posto per sedervi e mangiare il vostro pranzo in quiete. È necessario concentrarsi sul pranzo affinché il corpo si accorga di star mangiando, e più tardi non chiedere altro.

— 2 marzo 2022 (su Twitter)