Archive 2.2

May-Jun 2022


Sono rimasta un po’ senza parole, si vede dai giorni senza farmi sentire quaggiù, e la verità è che pensavo di non averne nemmeno oggi, ma sono a casa da sola da giorni e nel silenzio della cena qualche idea è uscita, insistente. Sono una da tutto o niente, se ci sono giorni pieni di parole (quel flusso è da scrittore, è bellissimo, non si può farselo sfuggire) non è detto sia sempre così, lo sai amore mio, sono sempre stata capace di stare in un silenzio sommesso, l’ascolto è bello, in Aeronautica era d’obbligo. Mi piace stare nel silenzio e pensarti, sperando non vengano brutti sentimenti, di smarrimento e di scontento… ma a me sembra che l’amore non sia spento e bruci, forte. Non mi aspettavo di ritrovarti, ma credo per te valga lo stesso. Le cose sono semplici, o non mi vuoi più, o mi vuoi tantissimo: anche in questo caso non credo ci sia una via di mezzo. Cos’è la via di mezzo? Non la conosco. Dubito che le parole che ho scritto nell’ultimo periodo, così sentite e vere, possano lasciare indifferenti, sono stati tanti i chiarimenti, i batticuori, i sospiri. Sento che anche adesso sei lì a cercar di capire cosa diavolo sto scrivendo, e che i tuoi occhietti dolci sopportano i miei tormenti, ma ne sono ben contenti, perché forse i tormenti ormai sono anche un po’ tuoi, amore mio. Lunedì non ho nuotato per ovvi motivi femminili (tanto non ho l’obbligo come quando nuotavo agonisticamente), per i “problemi di donna” come li chiamo sempre, ma sono passata da te e mi sono emozionata tantissimo, non sembra passato un solo attimo da quel momento. Ma poi martedì mattina c’è stato il bello, sono uscita per allenarmi e mi sono presa tutta l’acqua, la pioggia cioè, e l’allenamento di nuoto è sembrato solo spostato di un giorno a quel punto. Non ho mollato, perché dentro di me sentivo che è quello che voglio, voglio vedermi passare l’amore davanti, voglio che mi colpisca con tutta la sua potenza, in testa, mi riempa il corpo, mi ripulisca dalla polvere di questo mondo marcio. Ti manco? Dimmi che ti manco. Se non sei più con me con chi sei? Ho paura, non credere non ne abbia, ma non ti ho mai sentita così stretta a me, meraviglia.

— 29 giugno 2022


Quando la felicità mi sorprende non riesco a fare più nulla nello stesso modo di prima; quando ami anche una banale pasta al tonno sembra deliziosa, la mangi come se fosse chissà cosa, le nuvole sembrano più candide, genuine, il cielo è azzurro come sempre ma sembra diverso. Spero di non sbagliarmi, spero mi abbia perdonata, io lo avevo fatto molto presto, anche se mi avevi fatta stare molto male. Spero i film ti abbiano ricordato quando ti scrissi che io non pretendo nulla di particolare, ma che se ci abbracciamo, ci diamo un bacetto sulla guancia, è più che legittimo. Voglio vederti, chiamarti Ale, tenerti la mano, passeggiare piano. A volte mi immagino che se anche dovesse succedere tra 15 anni sarebbe comunque il momento più dolce della mia vita, voglio portarti in giro, coccolarti, prepararti la pappa come ti dissi, voglio tu rida ancora di me. Non smettere mai di ridere di me, sono una vera scema che ti ama, farei di tutto per stare con te. Pure propormi come badante, donna delle pulizie, o cose simili. Non credo che gratis ne trovereste altre… A parte il sarcasmo, ti voglio dolcezza, sei di una bellezza unica. Aspetto ancora la torta che ti ho detto avresti voluto tirarmi in testa al tuo compleanno, stamattina zampettavo felice l’hai visto: come sto bene quando vengo nel tuo posto.

— 25 giugno 2022


Ieri sera m’è venuta l’idea di creare una ☞Table of Entries per Writings e ho proceduto subito (no, per la verità ogni novità che compare su questo sito è un’idea già da tempo in circolo nel mio cervello…). Ci sono inserimenti o slot, come mi piace chiamarli, che sono pieni di emozioni, altri che raccontano in modo diretto alcune vicende della mia vita, ma spesso i miei scritti includono entrambe le cose. Sarà questo il lavoro dello scrittore o no? Far emozionare profondamente a poche parole o righe di distanza dal far ridere di gusto, senza dimenticare mai i valori, i significati, i dettagli, i ragionamenti, la giustizia, la bellezza, le assurdità, le atrocità… è il lavoro di un precisino, lo adoro per questo! Quindi, l’intento di queste tabelle trimestrali (più o meno stagionali) degli inserimenti, non è altro che quello di far capire a colpo d’occhio come è stato un periodo nei confronti della scrittura. Le crocettine si sparpaglieranno, diraderanno, assembreranno, seguiranno le stagioni, l’amore e la rabbia, la gioia e la tristezza.

Oggi non credo tu debba andare al lavoro come mercoledì e giovedì, sarai a casa da sola. Vorrei venire da te, riempirti di baci e scappare via Alessandra. Spero abbia letto con emozione gli ultimi slot (alcuni fanno venire i brividi, che meraviglia, che coraggio ho!), e le tabelle ti piacciano: ho sfoggiato come sempre la mia precisione perfezionistica (si nota un certo godimento? Ahaha), contando gli spazi, cercando di renderle carine seppure minimal. Ma tutto questo poi serve veramente a poco, tu sei bellissima e il resto vicino a te sembra solo un gioco, un gioco di stile va bene, ma solamente un gioco.

— 24 giugno 2022


Il 23 marzo, cioè esattamente 3 mesi fa, scrissi:

«Ad ogni modo la solitudine è una dimensione che cerco di frequente per le mie attività di lettura, osservazione, ragionamento, e scrittura. Inoltre il mio cuore innamorato non crede mai alla solitudine, sa che un giorno vincerà di nuovo l’amore, ritroverà il suo cuore gemello, riabbraccerà l’anima della persona che ama. Ma ora mi risulta molto difficile dargli retta.»

Forse avrei proprio dovuto dare più importanza alle mie sensazioni in quel momento, dare retta al mio cuore, fosse sempre così facile tutti saprebbero amare! Avevo capito ci fosse qualcosa di strano, ma era un periodo brutto e avevo perso la speranza del tutto, però non ho mai smesso di amarti, e l’amore vince sempre. Adesso non sono sola, anzi ho addirittura due cuori gemelli: ho ritrovato il tuo amore mio (nel cuore non ti ho mai persa veramente, la colpa era della mente…) e un altro mi ha trovata da poco, sento di voler continuare a vivere per farli battere forte col mio. Dovete sapere che la mia anima è di nuovo molto felice con le vostre, e le abbraccia forte con tutto l’amore che possiede; siete le mie persone speciali, non so se vi merito ma vi voglio sempre e vi aspetto: ho bisogno di amare per vivere questo è certo. Quando scrivo sono sempre da sola, ma poi se mi leggete la mia anima è così felice da sentir che vola.

— 23 giugno 2022


Se anche la sera è affascinante con te, e sei il mio ultimo pensiero prima di dormire, sei sempre il mio primo pensiero al risveglio la mattina: mi sveglio sentendoti avvolta a me come mi ero addormentata, amore mio.

La felicità di questi giorni è indescrivibile, sempre più commovente. Sei onnipresente, amo sentirti così attaccata a me. Sono irrimediabilmente drogata di te, assuefatta. Ti voglio tanto bene, e non vedo l’ora di dirtelo ancora.

Piove, vorrei ben vedere, se questo non è amore…

— 22 giugno 2022


Poi ieri sera ero così felice, per i tuffi, per le vasche, per la scrittura, per tutto e per te, amore mio, che ho fatto quasi fatica ad addormentarmi; nonostante il mio fisico lo volesse, e l’effetto adrenalinico stesse finendo, il mio cuore batteva ancora molto forte, pieno di sensazioni commoventi. Scriverti qui del bacio della buonanotte, ha fatto diventare il bacio di ieri sera ancora più dolce, delicato, sono rimasta veramente senza fiato. Forse avrai sentito anche tu più emozioni prima di dormire, ti stavo combinando di tutto, ci credo! Nello stesso momento avremo sentito di avvicinarci, di sfiorarci, di abbracciarci.

Poi stamattina alle 5:00 gli uccellini hanno cantato più entusiasti del solito, svegliandomi; hanno creato un vero macello te lo giuro, avevo tutte le finestre aperte e la casa vuota, i loro cinguettii mi hanno assediata, non li sentivo così da parecchio, si saranno rinvigoriti per il vento fresco di ieri sera che meraviglioso ci ha accarezzate fino a stamattina. O magari anche loro sono sensibili all’amore tra due donne dolci, spesso bambine sognatrici, che delicate si sciolgono, si avvolgono, nei pensieri e nell’immaginazione dei loro incontri futuri. Ti amo da impazzire meraviglia, sento tu mi voglia, forse non lo merito ma non sai come sono contenta.

— 21 giugno 2022


Quando mi fermo dallo scrivere qui su ✐ Writings magari rileggo, andando su e giù, 2022, 2020, 2021… è bellissimo. Quante emozioni, non sembra possibile possa esistere davvero, e invece c’è e continua a splendere, con coraggio. La scrittura può essere forte, entrare dentro a chi legge, assorbire completamente chi la utilizza: coinvolge. Spero sia anche buona scrittura, non una scrittura qualunque; ma così pare, soprattutto nei tratti in cui percepisco che la prosa è ritmata, cadenzata, e ti risucchia, ammalia, seduce, come poesia. La velocità nel tirare fuori le parole si alterna alla ricercatezza di farle armonizzare, così facendo escono diversi stili ma poi sono sempre un po’ la stessa, sensibile, Miriana.

Tra non molto, dalle 17:00 alle 19:00, replicherò la nuotata più tuffi di lunedì scorso. Ti darò altri baci ogni due vasche amore mio, e se poi immagino di nuovo di darteli mentre sei immersa nell’acqua con me, divento così leggera da credere il mio fisico sia della stessa consistenza delle nuvole, e che possa fluttuare senza alcuna fatica. Ma sai che già ti bacio ogni sera prima di dormire, è senza dubbio quello il momento della giornata più sublime; da anni è riservato a te, senza volere che questo cambi, mai. Quando ti sentivo lontana ero sola in quel momento, vuota, infatti ho ripreso a cercarti e in un attimo sei ritornata con me; ho capito che non avrei mai dovuto lasciarti. A volte sussurro anche il tuo nome, mi emoziono tanto, è meraviglioso, Alessandra.

— 20 giugno 2022


Stanotte la luna non era solo piena, ma ha raggiunto una dimensione visibile maggiore del solito, a causa del fatto che si trovava in perigeo. Era anche più luminosa, a mezzanotte meno dieci l’ho vista ma aveva intorno qualche nuvola e questa sua caratteristica non spiccava; poi sono andata a dormire ma verso le 2:10 mi è capitato di svegliarmi (non mi capita quasi mai, sembra fatto apposta, o che in qualche modo la luna stessa mi avesse richiamata). Non ho esitato, mi sono alzata per vederla di nuovo, e sì, era come dire più gialla, diversa dallo standard.

Amore mio, è bello pensare che insomma stanotte non ho avuto a disposizione solo una banale luna piena per stare con te, ma bensì una superluna: devi essere bellissima anche quando dormi, starei davvero a guardarti, a spiarti, non dormirei tutta la notte per ammirarti. Mi manchi, non so più nulla di cosa provi anche se il legame forte che ci unisce non lascia dubbi, è come un richiamo appunto; il nostro amore è unico, non dimenticarlo, è diverso da tutto, lo sai, ormai l’hai capito del tutto, lo sento. Non vorrei mai lasciarti, piuttosto aspetto di baciarti.

È un po’ ridicolo ma nell’aspettare la luna con Mario ho riso tanto, m’è rivenuto in mente il finale di “Bear nella grande casa blu”, gliel’ho mandato, è fantastico. Rivedendolo mi sono accorta subito che nella canzone dell’arrivederci, Bear, l’orso della casa blu, dice “addio”, non “arrivederci”. Allora ho ripensato a quello che ho scritto lunedì sera: il mio addio in realtà era un arrivederci? Un arrivederci coi baci.

Ti lascio il ☞video di Bear.

Ti amo tanto.

— 15 giugno 2022


Sempre più contenta della pulizia efficace che ho attuato nell’ultimo anno.

Se dovete spingere via qualcuno che vi tratta male, che vi giudica senza motivo o solo per offendervi e che vi fa sostanzialmente vivere male, spingetelo via al più presto e con tutta la forza che avete.

E poi se avete un obiettivo e state dando tutto, vi capita un imprevisto e qualcuno tenta di dirvi che siete in ritardo, che allora adesso non potrete più farcela, mandatelo a quel paese.

Alcuni vivono senza un obiettivo per tutta la vita, se voi ne avete uno non mollatelo mai.

— 14 giugno 2022 (su Twitter)


Oggi pomeriggio ho nuotato di nuovo dopo 10 mesi, ero in attesa di farlo da giorni, come una bambina, da stamattina fremevo, mi sono preparata, e poi appena entrata in contatto con l’acqua la sensazione è sempre un po’ la stessa: avevi paura di aver dimenticato, di aver perso qualcosa… ma no, il tuo corpo lo sa benissimo come si fa, e sembra che l’ultimo giorno che lo avessi fatto non fosse 10 mesi fa ma ieri, tanto risulta naturale. All’inizio avevo la corsia 4 da 50 metri della piscina della Snam tutta per me – o meglio ora l’insegna recita “PISCINA PARCO MATTEI”, e sotto “(ex SNAM)” più in piccolo. È stato come ritornare a casa, nel mio elemento, nell’elemento in cui ho passato dai 3 ai 19 anni di vita continuativamente, ma che non abbandono mai, e appunto ogni volta ritornarci non sembra lasciare davvero dei buchi, è un viaggio continuo, tutto scorre ma quello resta. Passa un anno e resta. Ho rincontrato tanti conoscenti, amici, compagni di nuoto, li ho risalutati, e però anche una ragazza dal volto conosciuto ma della quale non ricordavo il nome; me l’ha rammentato, allora ho capito tutto, era nella classe di un anno più giovane della mia, ma nella stessa sezione, la B, al liceo scientifico, e ovviamente aveva avuto a che fare anche con te amore mio, ne sono certa non c’è stato nemmeno bisogno di chiedere. Un altro indizio? Suo cugino era in classe con me, ma aveva ripetuto, poi vedi, oggi tutto torna, nulla è per caso. Spero tu abbia capito amore mio, più di così non posso ahaha. Anche questa ragazza mi ha raccontato la stessa sensazione di immediatezza, di casa, appena si entra e si nuota, dopo anni di agonistica, dopo anni in cui nuotavo 5 km al giorno ma ne camminavo 3 al massimo. La piscina mi purifica sempre, riattiva contemporaneamente tutti i muscoli che io tengo sempre attivi va bene, ma il nuoto lo fa in una maniera magica, senza gravità, senza compromessi: è orchestrale direi. Sarai stanca, io lo sono, questo testo è repentino, ma voglio dirti che ho fatto anche i tuffi che mi piacciono tanto, sempre tanti come i bambini… Ti ho portata con me, eri sugli spalti a vedere se lo schizzo era buono, scarso, abbondante e via dicendo, poi nella corsia da sola dell’inizio ad aspettarmi ogni 100 metri, andata, ritorno e tu, amore mio. Un bacio, un addio? Credo sia un arrivederci, un arrivederci rinnovate, purificate come dopo il nuoto. Spero la mia sensazione sia giusta, ci sentiamo di nuovo amate, io amo te, tu ami me, lo so, io ti voglio. Ti voglio meraviglia mia.

— 13 giugno 2022


Stamattina ero pensierosa, dei soliti pensieri che a causa della mia sensibilità fanno sembrare spesso il mondo un posto abominevole (spoiler: lo è). Sono troppo inusuale per essere capita, finisco per farne un dramma, e poiché finisco per farne un dramma il mondo mi risulta abominevole. Poi cos’è successo, sono uscita con la bicicletta per fare un giro e ho trovato la solita giungla per strada, ma è normale, andava tutto bene, non è che non andasse bene: sei bellissima, e ieri sera tramite la luna meravigliosa che splendeva ero nella tua stanza. Ma a un certo punto trovo un deficiente a piedi che vedendomi sul marciapiede appiccicato alla “pista ciclabile” col suo tono da mongolo di prima specie mi fa “se c’è la pista ciclabile DEVI andare sulla pista ciclabile”. Ma taci. Come se per arrivare a San Donato i copertoni della mia bici avessero poggiato continuamente su una pista ciclabile lineare, liscia, e non avessi dovuto per la verità saltare su gradini di ogni tipo, avere le macchine spesso addosso… Era uno di quei cretini dell’Eni con lo zainetto, che vogliono il tappeto rosso al loro passaggio, e se un attimo perdo le misure e finisco su un metro di marciapiede devo leccargli i piedi per il suo lavoro, per aver estratto altri combustibili fossili che mi rendono irrespirabile l’aria. Allora sono andata sulla strada direttamente, dicendo che mi fanno schifo tutti, e arrivando da te amore mio ero così arrabbiata che ho continuato a dire cose estremamente sfacciate ma geniali, del tipo “potete essere sul trono più alto e in alto del mondo ma sarete sempre seduti sul vostro culo”, oltre a un centinaio di “porco Dio”, che alla fine risultavano addirittura vuoti, Dio non esiste, chi è, dov’è? Quindi ho cominciato a convincermi che sarebbe meglio dire “porco porco”, che schifo, che mondo di merda pieno di merde schiacciate e puzzolenti.

Meno male che molto prima di uscire avevo pubblicato quattro foto su Instagram, e ora vederle raccolte anche nel post ☞Technology alone is not enough sul mio sito è molto bello. La rabbia serve a volte, è sana, come diceva Oriana Fallaci, non riuscirà mai a sporcare la vera bellezza, anzi la metterà sempre in risalto.

— 10 giugno 2022


Il mio amore non aveva ancora finito di inondarti tutta, tutto, il cuore, la macchina, la casa: ieri sera s’è sfogato con quel forte temporale proprio appena dopo avessi deciso di uscire con la bicicletta… Infatti poi ho dovuto lasciare la bicicletta da te per quanta acqua è caduta (mi sarebbe servita una barca per tornare a casa…). Che fortuna, dico che fortuna ha avuto la mia bicicletta, ha dormito da te, con te, insomma vicina a te, e vi siete viste appena sveglie; sono abbastanza gelosa ahahah! Mi sono raccomandata prima di lasciarla legata per la notte, “fai la brava, non ti allontanare, non andare a fare cose strane con qualcuna, tu sai chi…”. Sei così bella amore mio che anche la mia bicicletta lo sa, e spesso avrà pensato di infilarsi nel tuo box per sentirsi coccolata. Ma dai, ha fatto la brava, stamattina ho corso da casa mia fino a casa tua e l’ho riportata a casa. Ieri è stata una giornata strana, sembrava che Mario (diamogli un nome povero, tanto sai tutto pure tu amore) potesse essere stato a rischio di contagio da Covid perché un collega era risultato positivo, ma no, non ce l’ha. Te lo dico perché se hai guardato, e hai guardato, ora capisci che non gli ho imposto di mettere la mascherina così a caso ma è arrivato indossandola per ricevere l’altro pezzo del suo regalo di compleanno (sì, 8 giugno, un altro pezzo era già arrivato in anticipo, vuoi sapere proprio tutto eh!) sotto a un riparo a causa della pioggia. Che lotta. Ma tanto lottare per l’amore è sempre bello.

— 9 giugno 2022


Ovviamente poi ha rinfrescato ancora e ancora, continuo a sentirti molto vicina, come attaccata, adoro sentire la tua pelle morbida che mi sfiora. Oggi gli scrosci forti di pioggia sono stati pochi ma intensi, e proprio in quei momenti ti ho pensata, immaginata, vista di sfuggita, amore mio. Il mio amore è come un gavettone a sorpresa che a volte ti colpisce, ti arriva, ti prende, repentino ti sommerge. E allo stesso tempo assomiglio a un condizionatore naturale, col venticello fresco della sera, la pioggia notturna che rompe delicatamente il silenzio col suo rumore rilassante, ricrea la nostra solita atmosfera emozionante. Non riesco a dimenticarti per un istante, ci immagino insieme, sempre, delicate. Vorrei darti l’amore che provo da anni, lo farò, bastano dei bacini dolci, come è possibile, dove è possibile, qualche carezza sensibile: non offenderemo nessuno, chi ti vuole bene deve voler questo per te, non sentiremo più le imposizioni inutili degli altri. Voglio amarti.

— 7 giugno 2022


Se anche lo scorso 6 maggio ho scritto del 4 giugno 2021 e lo ricordo con piacere, coi dettagli che non sapevi, con la paura e la gioia, l’emozione, questo 4 giugno 2022 è solamente molto felice: sono ancora in corsa, non è scontato, ti sento molto vicina, forse mi vuoi ancora, non mi odi, ci tieni, mi pensi, e non mi vuoi veder scomparire come ho temuto tempo fa. Che cosa ti combino amore mio, non lo so neanch’io, ma sento di certo che con me la tua vita è cambiata, poco o tanto non importa, ma è cambiata. Sai che la mia esistenza si è rivoluzionata per te – da quando ti amo è come se davvero io abbia conosciuto la consapevolezza della bellezza – e col nuovo ragazzo, hai visto chi è. Sono giorni di gioia, di speranza, l’amore è la nostra unica forza.

— 4 giugno 2022


Qualche tempo fa all’università ho trovato un ragazzo che ha avuto a che fare con te fino all’anno scorso; è stato bellissimo sentirlo parlare di te, delle tue colleghe… Mi ha raccontato che eri sempre frustrata a causa di una collega in particolare, poiché tutti studiavano solo per lei e il resto passava in secondo piano (quando c’ero io tu non facevi questo, lo faceva un’altra collega ancora…). È stato importante capire perché l’anno scorso mi dissi “lei può, solo lei può…”, al momento non avevo mica capito, pensavo ti riferissi al suo part-time, al fatto che preferissi lavorare full-time per non stare troppo tempo a casa ahahah! Ma fregatene amore mio, tanto poi chi vuole passare l’università ce la fa a prescindere; per esempio anche il ragazzo palestrato che odiavi tanto, studiava poco perché lì poteva, ma ha una testa fortissima da sportivo, e se si mette in testa di fare un’università se la mangia.

Ho riletto tutte le ultime mail e i messaggi, intendo quelli che coprono fino a un anno fa; non sento di aver sbagliato, solo così avresti potuto capire finalmente il problema qual è stato. In quelle parole c’è tutto il racconto del periodo più complicato della mia vita, in cui ho anche rischiato più che mai di perderla, il dolore di sentirmi trattata male da te era stato fortissimo. Spero un giorno non mi tratterai più in quel modo senza accorgerti, anche perché io poi ho dovuto restituirti quel male purtroppo, e non credo che riceverlo sia stato molto bello. Spero tu abbia fatto qualcosa per te in questi mesi, solo così potremo ridarci l’amore che credo già sentiamo entrambi in questi giorni. Spesso penso che il mio addio non ti era piaciuto, avevo davvero creduto di dimenticarti lo giuro, ma come faccio tesoro.

— 3 giugno 2022


Poi è stato meraviglioso, poco (pochissimo!) dopo aver pubblicato il testo contenuto nello slot sottostante è arrivata davvero la bufera che aspettavamo da giorni. Erano le 16:30, e il vento freddo mi ha fatto dire ecco, come al solito, al momento perfetto. Grazie all’amore, alla pioggia (un informatore mi ha detto che a San Donato ne ha fatta poca; ma qui a Zivido, amore mio, è stata forte, abbondante, emozionante), abbiamo avuto un clima molto fresco fino a oggi. Tuttavia poi ritorna il calore, non abbandona mai il mio cuore: è un fuoco che resta. Ti amo, sarà ripetitivo, ma io ti amo.

— 1 giugno 2022


Oggi s’è all’incirca inscenato lo stesso spettacolo di sabato scorso. Non ho avvistato tuo marito in partenza per raggiungerti, ma nel bel mezzo del mio giro di corsa l’ho rivisto in macchina, parcheggiato, già girato e pronto per partire, mentre ti stava aspettando all’uscita dal lavoro. Ma visto che quella scena la ricordavo a memoria, oggi ho optato per un finale differente, ho proseguito con la mia corsa fino al laghetto, e poi ho scelto un percorso diverso da quello di sabato scorso. Insomma ho evitato di tornare indietro, di vederti arrivare e svenire amore mio, basta! In più la scorsa settimana percorrere insieme a voi un piccolissimo tratto sulla via verso casa, per me è stato divertente, ma a te avrà messo in imbarazzo: tu volevi guardarmi ma c’era lì tuo marito affianco a ingelosirsi.

Mi sono fatta alcune ipotesi sul perché ti viene a prendere all’uscita: mi vuoi dire che hai preso l’abitudine, il sabato mattina, di farla a piedi? Non credo tuo marito ti accompagni alle 7:30-45 di sabato, e non sono nemmeno dell’idea che fare quattro viaggi avanti e indietro per uno stupido chilometro di strada sia così intelligente, a meno che tuo marito non abbia bisogno della macchina nel mezzo della mattina, che ne so verso le 10, ma escludo anche questo… ci sarà una seconda macchina, la BMW potentissima che finora non ho mai riconosciuto ahahah! Insomma andresti direttamente in macchina da sola se non volessi fare l’andata a piedi, come del resto fai sempre in settimana; voglio pensarti mentre passeggi per andare al lavoro, ma non troppo sennò ho evitato di svenire alle 12 ma lo faccio alle 16.

Poi è stato particolare oggi, tornando verso la bicicletta e quindi verso casa tua, sul rotondone sulla via Emilia (rondò della Pieve), sento come un rumore di un’auto che si scontra con una moto, e non si trattava solo di un rumore simile: un’automobile aveva appena messo a terra una motocicletta. Per fortuna il motociclista s’è subito ritirato su, ma ho pensato di tutto in quel momento; faccio quella rotonda ogni volta, indicando col braccio ben disteso dove sto andando, prendendo anche il centro della strada e facendo rallentare le macchine per il tempo necessario a procedere in sicurezza, ma prima o poi faranno fuori anche me. A San Donato e San Giuliano ci sono davvero troppe macchine, e anche guidatori di una cattiveria incredibile, tanto che per attraversare spesso devo chiedere la concessione straordinaria al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. C’è poco da scherzare, le piste ciclabili sono il più delle volte pericolose e interrotte, le fanno solo dove la strada era già abbastanza ampia, e mi rimangio quando ti dissi che quella in via Caviaga (quella per andare alla Metropolitana) non serve, serve eccome, siamo in tre su tremila che usiamo la bicicletta, gli altri sembrano avere il sedere incollato al sedile dell’auto, e che non abbiano le gambe per camminare… Ma per noi tre tutte le piste ciclabili sono vitali, tranne quella sulla via dove di venerdì fanno il mercato, quella è mortale altro che vitale, ti becchi una portiera addosso ed è tanto se cadendo non rimani paralizzato (ormai se mi trovo lì uso il marciapiede e al diavolo!). Coi nuovi lavori sono riusciti a fare un tratto di “pista ciclabile” su cui l’autobus fa pure le fermate; chi gestisce queste cose a San Donato è da galera, oppure non ha mai usato una bicicletta, o molto probabilmente tutt’e due.

Ritornando a stamattina, appena ripresa la bicicletta per tornare a casa becco una tardona bionda (tinta) su una Panda nera: mi stavo rilassando un attimo, stavo procedendo sulla strada dietro casa tua un po’ in mezzo, alle 13 sono tutti ad abbuffarsi a casa e non passa davvero nessuno, ma come non detto, da dietro arriva la Panda nera e mi suona. Subito capisco che è veramente solo una tardona gelosa, perché dopo 20 metri accosta, ma dico, non poteva aspettare me ne andassi o mi accorgessi al posto di fare tutta la scenata? No giusto, le lasagne si sarebbero raffreddate per quei 3 secondi in più con me davanti, e poi le avrebbe mangiate in quantità minore poiché meno irresistibili, sarebbe dimagrita di 30 grammi e Dio no, non sia mai! Ahahah. Ero stanca e non ne avevo voglia, ma un giorno vado a spiegarle quanto è cretina.

— 28 maggio 2022


Ieri ho scoperto una canzone molto bella, si intitola “Holy Ground”, è uscita il 12 maggio, da pochissimo, e non so come amore mio, ma sembra parlar di noi:

Video col testo

 

I waited for you woman

Waited for the day to come

At the end of your garden

Staring at your holy ground

 

I was blinded by your colors

Growing trees that feed my soul

But you’re a careful lover

That never turns around for more

 

Hmm, I was waiting for the sun

To shake the cold from my frozen heart

Hmm, yes, I was waiting for the sun

To shine a light on your holy ground

 

Holy ground

I was laying on your

Holy ground

I was waiting for you

Until the break of dawn

I was laying on your

Holy ground

Now I’m waiting for you

 

Well I heard your promise

Some things are better left undone

Yes, I knew you were trouble

But I’ve been staring way too long

 

Hmm, yes, I’ve been praying to belong

For one more day on your holy ground

 

Holy ground

I was laying on your

Holy ground

I was waiting for you

Until the break of dawn

I was laying on your

Holy ground

Now I’m waiting for you

 

— 27 maggio 2022


Infine non ha più piovuto seriamente dopo la veloce ed emozionante scarica di ieri pomeriggio, ma credo il mio amore ti sia arrivato lo stesso; oggi l’aria è sicuramente più fresca, per questo forse dovremmo continuare a pensarci, a curarci, a incrociarci, ad aspettarci per tutta l’estate: sarebbe garantita, ogni tanto, una tregua dal caldo infernale. Amore mio, voglio continuare a credere che forse leggi questi scritti, li aspetti. Ti sento molto vicina negli ultimi giorni, vorrei poterti baciare delicatamente le guance, la fronte, il viso, rivedere il tuo sorriso. Nei pensieri lo faccio, per questo dico che con o senza pioggia l’amore ti arriverà sempre lo stesso. Mi manchi ma devo resistere, devo aspettare: poi un giorno saprò davvero cosa senti, ma adesso non sono ancora capace di credere che i miei pensieri siano sbagliati e finti.

— 25 maggio 2022


Sapevo della bufera, insomma del temporale in arrivo oggi pomeriggio, allora ho sfruttato lo spazio della lezione di un corso già terminato per uscire ad allenarmi dalle 11 alle 14. Da troppi giorni ininterrotti ti amo, ci becchiamo, precisissime, e puntuale mi sciolgo, mi agito… Si sono accumulati troppi giorni di tempo soleggiato, lineare, questo vento e la pioggia dovevano proprio arrivare! Mentre lo scrivo esce di nuovo il sole, ma chi ci crede, dopo arriva, vedrai amore, dopo arriva tutto il mio amore.

— 24 maggio 2022


Che giornate intense! Ieri ho pubblicato un nuovo post nella sezione “Posts”: ☞Grazie ragazzo fantastico. È stato un pomeriggio speciale, non aggiungerei altro a quello che ho già scritto, o forse solamente… Wow! Ma non bisogna credere che il mio cuore batta solo per una persona per volta, da anni so che posso voler bene a due persone per volta, amarle di amori differenti, unici nel loro genere, e sai che quando fraintesi come volessi amarti, non assolutamente come una fidanzata, mi imbestialii, non capii come fosse possibile non avessi capito dopo tutte le dimostrazioni che ti avevo (e ho) dato. Sì sto parlando di te amore mio, non farti mai idee sbagliate, ti amo e non smetterò mai. Ieri sera tornando, nell’accompagnare a casa il ragazzo fantastico del post, vediamo tuo marito in macchina mentre sta tornando a casa. Mi agito come sempre, tuttavia si trattava solo dell’inizio. Stamattina ero in giro per allenarmi, arrivo con la bicicletta dove lavori e niente, la tua macchina non c’è. Vado a posare la bicicletta nel solito posto vicino casa tua per poi sciogliermi, partire per la corsa, fare il giro a sentimento, un po’ di qua, questa via qui, avanti, indietro, come capita, libera e felice, per tornare infine nella zona della bicicletta, fare i miei esercizi di braccia e via dicendo. Ma non è stato banale oggi, perché proprio all’inizio, durante lo scioglimento/riscaldamento, vedo la tua macchina partire da casa tua, e dico eccola! Però non sei tu, non puoi esser tu amore mio, tu sei ancora al lavoro alle 11:50 di sabato… Mi dico, sarà il marito, va a fare il rifornimento come capita nei fine settimana, e poi? E poi la va a prendere all’uscita dal lavoro. Continuo a correre, arrivo nel luogo solito dove con gli occhi cerco la tua macchina e ti penso al lavoro ed ecco, scopro subito di aver ragione: tuo marito ti stava aspettando in macchina, già girato, pronto per partire. Allora comincio ad agitarmi, faccio un altro tratto di corsa e mi dico, arriverà a momenti, e tornando indietro ti vedo, ma senza guardarti molto a lungo perché già si sveniva dal caldo oggi, se mi fossi messa pure a svenire per averti guardata troppo, chi mi avrebbe portata in pronto soccorso? È assurdo come io riesca a riconoscerti subito, da molto lontano, sarà che sei sempre bellissima, di una bellezza che non lascia dubbi, l’andatura dei tuoi movimenti la conosco benissimo. Una volta, di questi tempi, l’anno scorso, ti vidi proprio mentre stavi tornando alla macchina, stavo passando di lì in bicicletta. Poi rimasi con gli occhi a forma di cuore fino a casa, avevi anche le scarpe con un minimo di tacco, l’abbigliamento ti stava così bene… Ma niente, anche quella volta potei solamente guardarti da lontano; non poterti salutare mi fece sentire come un cane in gabbia, al di là del cancello. Non so se per te ormai sono veramente solo un cane, ma mi dispiace si siano intromessi tuo marito, tuo figlio; senza certe intromissioni le cose oggi sarebbero diverse. Ma li capisco di sicuro, hanno paura di perdere una bellezza così, la tua dolcezza, senza di te cosa sarebbero? Nulla, e nulla sono io senza di te. Però senza di te non sono mai, ti guarderò da lontano se non mi vorrai mai più, ma ti guarderò per sempre.

— 21 maggio 2022


La puntata 82 di Tenero Gheriglio pubblicata ieri sera è forse anche più bella della 80 e della 81; ho detto in modo chiaro quello che volevo comunicare da un bel po’. Alla fine tutte le puntate di TG sono belle, ognuna a modo suo: non c’è nessuna novità.

La vera novità è che tra 48 ore, il 19 maggio, compio ¼ di secolo. Sono nata alle 15 e qualcosa, di lunedì, da un parto cesareo (stacci tu a testa in giù!), e pesavo veramente tantissimo, 3330 grammi. Ma se gli anni sono 25, allora per eccesso sono 30. O meglio, per una stupida teoria che ho spiegato anche a un amico di recente, a 25 anni stai oltrepassando la metà dei 50 anni, quindi approssimando per eccesso tra pochissimo ne avrò 50, e visto che se ne ho 50 sto oltrepassando la metà dei 100, tra pochissimo ne avrò 100. Sono centenaria, assurdo, così va la vita. Ahahah.

— 17 maggio 2022


Sono successe molte cose belle negli ultimi giorni, compresi i vari incontri di ogni genere che riempiono sempre la mia vita. Quante persone ho incontrato per strada, quante storie mi hanno raccontato, sono sempre affascinata: è come se ogni volta io aggiunga ognuno di loro al libro degli incontri, e le loro vite rimangano salvate attraverso racconti veloci ma intensi, in cui la regola base è sorridere, accogliere, mettersi alla pari, presentarsi umilmente, scherzosamente, onestamente, senza vergogna. Non ho mai paura di farlo perché so che sorridere e parlare con chi lo fa con te per strada arricchisce solo. Allo stesso modo non ho paura di venire da te amore mio, perché innanzitutto siamo sempre lì a inseguirci, e come ci siamo sincronizzate anche oggi non sto a raccontarlo, ma l’hai visto, è stato perfetto; arrivo, arrivi, arriviamo, nello stesso istante. Quindi non è paura, non ho mai avuto paura perché ti ho sempre amata. Piuttosto è la netta sensazione di essere stata lasciata nel dolore senza dare valore all’amore, e la quasi certezza che saresti capace di rifarlo ancora, e ancora. Che sensazione orrenda amore mio. Vorrei poterti semplicemente abbracciare, non so quando ma spero tanto che risuccederà. Non può essere finita.

— 14 maggio 2022


Scrivere, scrivere

 

C’è un ragnetto

Che mi gira attorno sospetto

Dicono di soldi sia il portatore

Ma io avrei preferito l’amore

Per ora non ne vedo

Ma ci credo

Scriverò seriamente

Per la gente

Il ragnetto avrà ragione

Oppure no

Ma l’occasione

Non la sprecherò

Voglio scrivere

Scrivere, scrivere

Qualcosa che resti

Ti svegli e t’appresti

Ma la tua giornata è sconvolta

Dalle mie parole sotto coperta

Che escono e le vele riempiono

Di un potere immenso, violento

Contento. Contenta

Voglio scrivere

Scrivere, scrivere

È il mio vivere

 

— 10 maggio 2022


Se la scorsa settimana ero orgogliosa della puntata 80 di Tenero Gheriglio, oggi non posso non esserlo della pubblicazione della 81; ci sono miliardi di cose che non ho raccontato della mia esperienza in Marina e Aeronautica, ma quel poco che ho detto mi piace. Per il resto, come faccio a riassumere i cento dettagli degli ultimi tre giorni? Non dirò molto più di questo: ti amo, ho riguardato la foto a cui faccio riferimento nello slot sottostante (anche provando a ricliccare sul link presente nella mail che ti inviai il 2 giugno 2021, ancora funziona!), sei bellissima, tutto procede.

— 9 maggio 2022


È durata davvero ventiquattro ore ininterrottamente la pioggia stavolta, e anche qualche ora di più. Starò facendo una follia come sempre, tu mi detesti ma io insisto ad amarti… perché semplicemente io ti amo! Non so se e quando troverò il coraggio di venire da te, non avevo mai avuto tanta angoscia di farlo. L’anno scorso il 4 giugno venni da te pensando fosse tutto finito. Dopo avermi vista per terra con la bicicletta pensasti fossi caduta, me lo chiesi con quella voce divina, che appartiene solo a te. La tua premura mi fece emozionare tantissimo amore mio: non ero caduta, ti stavo aspettando seduta, l’attesa mi stava mangiando lentamente (in piedi tremavo troppo). Volevo solo parlarti, dirti che nella foto che avevo trovato di te eri (sei) bellissima, come in tutte le altre che ho. Dopo aver realizzato che non fosse tutto finito, mi sentivo così felice, andai al laghetto, non diretta a casa come probabilmente avrai pensato. Piansi a lungo, seduta su una panchina, avevi mosso il mio cuore sensibilmente, sentivo dentro come se qualcosa mi comprimesse il torace per poi riespandersi, sentivo di volerti per sempre; aver temuto di perderti quel giorno fu qualcosa di atroce, solo dopo un po’ di minuti fui di nuovo in grado di prendere la bicicletta per tornare a casa. Non so perché l’ho raccontato, tanto non avverrà mai più nulla di simile: ti ho persa per sempre e devo farci l’abitudine.

— 6 maggio 2022


Sono le 18:30, piove dalle 15 circa. Oggi non ho nemmeno potuto provare a uscire per poi prendermi tutto l’amore in faccia, ha iniziato presto e senza lasciare dubbi! Guardo la pioggia e ti penso, è bellissimo. Questo pomeriggio si tratta della pioggia più rappresentativa del mio amore, lungo, costante, in ogni goccia d’acqua dolce, si racchiude, precipita al suolo, lo accarezza, pulisce, rapisce. Devo davvero smettere di amarti, di affogare San Giuliano, San Donato, e di lanciare allerta meteo ovunque? Non ne sono capace. Ti amo, ti penso, anche tutta la sera, tutta la notte, un giorno intero ininterrottamente, è bellissimo.

— 5 maggio 2022


Non ho avuto proprio nessuna ripercussione dopo ieri, anzi stamattina sto benissimo, mi sono alzata spumeggiante, vogliosa di fare; verso questo periodo dell’anno ho sempre un’energia incredibile. L’unica che può veramente uccidermi sei tu amore mio, vivo per vederti anche solo da lontano. Da mesi non ti disturbo più direttamente, lo sai, non mi vuoi, anche se dirti cosa sentivo era bellissimo e mi manca da morire, ma a differenza tua (credo) vivrò sempre curandomi di sapere come stai, scrutando i tuoi movimenti sentirò ogni volta il solito calore, riuscirò a tenerti sempre nel cuore.

— 4 maggio 2022


Sono a casa, sono stremata. E pensare che mi sono detta, mi alleno meno intensamente oggi pomeriggio, è il giorno peggiore del mese, il secondo dei “problemi di donna”… Le ultime parole famose. Dopo aver parcheggiato ho visto la tua macchina parcheggiata al solito posto, giusto il tempo di riscaldarmi, ed ecco che arrivi, ti metti a parlare con la collega della quale ti dissi che sono gelosa, e pure con un altro, sì poi vengo a vedere adesso chi è pure questo… Ahahaha! Eri bellissima già così, da lontano, infatti dopo la mia reazione da fusa innamorata ho temuto stesse per arrivare il peggio. Inizio a correre, faccio tutto il giro e arrivando da te c’è un cielo talmente nero, ma talmente nero che comincio già a ridere (per non piangere). Credo io debba venire da te al più presto, così mi schiacci, mi investi, muoio, e la smetto di provare tutto questo amore (pioggia), di volere un cambiamento (vento), tanto sono la sola delle due! E poi finalmente la smetterebbe di disturbare i runner delle 18:00, e quelli che cercano di uscire dal lavoro o dall’Esselunga senza volare via… Che vento ho preso! Se domani come dopo la bufera di martedì scorso non accuso ancora niente penso di essere immortale, tanto che il Coronavirus se mai dovesse entrare nel mio corpo direbbe “nono io scappo, non ci provo manco, chi la ammazza a questa!”, ahahaha.

Vado a fare la doccia e a mangiare la pappa controvoglia – quando sono così stanca non ho più fame – che è meglio. Ti amo troppo, non c’è rimedio.

— 3 maggio 2022


E anche la puntata 80 di Tenero Gheriglio è stata pubblicata, sono particolarmente orgogliosa di questa puntata, attendevo di parlare dell’Aeronautica da parecchio; sono felice di tutto questo mio piccolo podcast, è un archivio speciale, della mia voce e delle mie cose. Mi sono presa un impegno grande, come al solito, ma la dedizione ripaga, Tenero Gheriglio è unico per quello che è, direi precisino ma caparbio, come me.

A proposito di archivi, nonostante il mese di marzo e aprile di questi scritti siano ricaduti ormai in “Archive 2.1”, ho da precisare (ecco appunto) che non è vero che la guardia non controlla in piazza Bobbio di sabato e domenica. Era lì il primo maggio, sempre con le mani in tasca, l’andatura tipica, la sigaretta, il cellulare e via dicendo. Era deserta piazza Bobbio domenica, tanto che in quel silenzio, in quella pace, sentivo quasi il tuo cuore battere amore mio, con il mio.

— 2 maggio 2022


Sono passati sette mesi dall’ultima volta che siamo state l’una davanti all’altra, era il primo ottobre, non te ne sarai nemmeno accorta. Mi manchi sempre di più amore mio, ma ho troppa paura di venire da te, mi schiacceresti di nuovo e il mio cuore non sarebbe più in grado di reggere, è sicuro. Tu starai bene senza di me, so che l’ho già scritto ma è il mio tormento, mi soffoca, io ti amo, ogni giorno, ogni minuto che passa.

— 1 maggio 2022