Archive 3.3

Jul-Aug 2023


Sto facendo stretching, questa settimana mi sono allenata lunedì, mercoledì e stamattina qui a Zivido, per fare presto e prendere meno caldo possibile. Ho rivisitato il percorso che facevo quando non potevo avvicinarmi alla vipera velenosa perché pericolosa, ma basta così, è abbastanza noioso di qua, l’ho fatto in emergenza ma tra poco il clima si rinfrescherà e tornerò ad allenarmi a San Donato. Il mio fisico è in una forma eccezionale, il ferro sta continuando ad alzarsi, corro più veloce nonostante il caldo, le mie gambe guizzano, le adoro, anche le braccia e l’addome stanno benissimo, ovvio. Mi viene in mente di appuntare che adoro questo iPhone Max per scrivere, è stratosferico. Ma veniamo alla polpa grossa, so che i ratti stanno aspettando di rivedermi con molta ansia, altrimenti non troverebbe spiegazione ciò che ha visto Mario quando qualche giorno fa sono tornati dalla loro seconda minimerdavacanza. Insomma Mario martedì mattina stava facendo un piccolo giro all’Esselunga per comprare delle cose da mangiare (loro sono gli unici a San Donato che non vanno a piedi per comprare all’Esselunga, sai poi se li fermano per gli autografi che rottura, sono VIP e fanno la spesa a Vigevano per non rischiare), e mi ha chiamata sdegnato appena dopo aver visto che sul balcone della topaia c’era il marito della strega, presumibilmente intento a sistemare, che indossava la mascherina. Abbiamo capito subito il motivo, sa che ho dieci decimi naturali anche senza occhiali e non vuole farsi vedere in faccia da me, perché ancora non conosco la sua faccia bruttissima, per fortuna, e se lo vedessi di certo mi darebbe automaticamente ragione anche sul fatto che è brutto in faccia (ma ovunque ahaha!). Fatico a scrivere queste parole perché ogni volta ripensare a questa cosa mi fa capire quanto possano essere malati quei tre ratti, ma soprattutto il pater familias, lui è il più grave malato della ciurma, chapeau. Cristo, ma lo sa che se vedo certe cose, non solo mi dà troppa importanza e mi fornisce dettagli eccezionali per descrivere quanto fa schifo, ma mi stimola anche a pensare che sia sempre più demente? Dio, recupera questo vecchio romanone, non ce la fa ahahah. Partirei innanzitutto dal fatto che se non mettesse la mascherina anche solo per paura che io lo veda in faccia apparirebbe un po’ più sano e dimostrerebbe di non pensare più a questa storia, peraltro poteva arrivarci che non mi stavo allenando lì in quel momento, c’erano 33 gradi fuori alle 11 della mattina, ma no il suo unico neurone non gliel’ha suggerito, figuriamoci; diciamo pure che se io avessi dovuto uscire in balcone col caldo che c’era quando è uscito lui, per prima cosa non avrei tenuto la mascherina per nessun motivo al mondo, men che meno per una ragazza che odio e che con le sue verità mi sta rendendo (e ancor più mi renderà, internazionalmente) l’individuo più insulso dell’universo, e in secondo luogo sarei uscita in reggiseno e pantaloncini, senza la maglietta (coi muratori sul ponteggio (che da un pezzo ormai hanno tolto) l’avevo fatto triliardi di volte, io continuavo a vivere come dovevo, ma so che la gente è piena di paranoie, e di sicuro se mostra la sua ciccia all’universo non può apparire come me con l’addome e le spalle scoperti, e il seno coperto, seno, tra l’altro, che non può mai diventare volgare perché ho un fisico omogeneo). Mi sono permessa pure una parentesi in una parentesi, sì va bene, giudicatemi, e poi fatelo pure voi ahaha. Come diavolo si presenta al mondo quell’uomoratto vecchio? Con la mascherina, e la gente penserà che ha il Covid, lo eviterà, e lui per cosa lo fa? Perché ci sono io, o meglio ci potrei FORSE essere io, e il grado di paranoia è assolutamente percepibile. Non credo che avrebbero potuto anche sperare davvero nella prigione per me, e se lo hanno fatto beh, complimenti di cuore, sono degli ottimi cristiani, fanno al prossimo esattamente quello che vorrebbero per loro, perché attualmente i prigionieri sono solo loro, di quella casa schifosa, dei loro pensieri, delle loro speranze vane, delle loro convinzioni ignoranti. Se il marito della troia ha deciso che per non farsi vedere in faccia da me per tutta la vita continuerà a mettersi la mascherina, a non uscire di casa a piedi, non solo è da ricovero, è da sopprimere perché non ha speranza. Io rido dentro, e non ho più parole per quanto veda sempre troppo bene che giorno dopo giorno mi stiano dando ragione su tutto, dal figlio alla zoccola ma passando soprattutto per il marito, colui che sono sicura abbia voluto, più di chiunque altro, lo schifo per me, ma che è stato fermato dalla zoccola per non schierarsi parte nel processo. Quella stupida non ha avuto il coraggio di infierire ancora, ci credo, non ce l’ha avuto, ma poi mi è sorto un dubbio: se della violazione della privacy il mio avvocato s’è accorta subito, come mai il loro avvocato, sì dico Escremento Fantastico, non gliel’ha detto per bene? Avrebbe dovuto far considerare loro che oltre a non ottenere nulla non schierandosi parte, continuando a provare a rimpolpare la messinscena avrebbero rischiato di far finalmente venire alla luce la violazione della privacy, accontentando solo me con un ottimo premio in denaro (non che mi sia indispensabile, ma quando arriva mi faccio un regalo, perché mi hanno a tal punto offesa che spesso penso non possa nemmeno essere vero, hanno potuto guardare dei documenti che non li riguardavano neanche per sogno, e Stronzer, l’autore, mi ripeteva spesso che tutti i miei racconti sarebbero rimasti tra quelle mura, professionalmente, cosa che il suo collega non ha rispettato per nulla; ma che almeno leggano bene quelle pagine di vita (!), in un punto c’è anche scritto che non volevo più andare in quel posto di idioti, perché mi faceva sentire malata, quando malata non lo sono mai stata, sono sempre troppo sana per questo mondo lento, pigro e stupido; in sala d’attesa ero affiancata superficialmente a poveri signori con veri ritardi mentali e tic di ogni genere, uno strazio). Mario mi ha detto che Escremento avrebbe giovato dei loro soldi, ma se a me vengono dati dei soldi non gliene importa nulla, giustamente ahahah. Che bell’amica di famiglia! Dopo aver sognato morta la troia speravo di non rivederla più nei sogni, ma purtroppo qualche settimana fa ho sognato che stesse spiegando delle cose, e che io le stessi affianco, e che quando avesse dei dubbi mi chiedesse “giusto? devo dire così?”: mi sembra un sogno chiarissimo e non sto nemmeno a tradurlo, il lettore è assolutamente in grado di farlo, non il lettore-ratto, egli non sa e non può mai ammettere la sua inferiorità e capire al volo questo sogno. Stanotte invece ho sognato io fossi in un luogo che non mi ricordo e che ci fosse la troia che mi stesse dicendo che hanno l’aria condizionata a casa ma il marito vuole accenderla tenendo comunque un po’ le finestre aperte. E questo rappresenta forse l’esatto opposto della verità, anche i miei sogni li prendono in giro: in verità casa tappata e forse nessuna aria condizionata. Sembra stia sparando racconti sconnessi ma presto si noterà che non è così. Nell’ultimo periodo io e Mario abbiamo cominciato a sospettare che la topaia sia sprovvista di aria condizionata. Sono state troppe le uscite dei topi quest’anno (per i loro standard), di certo perché volevano assicurarsi di darmi ragione anche stavolta quando dico che stanno sempre chiusi in casa e che vogliono portarsi i soldi nella tomba, ma le uscite sono coincise spesso con giorni molto caldi, e la permanenza di un poco superiore al solito via, sembra ribadire che quando fa troppo caldo cercano di non rimanere a casa, che senza aria condizionata si trasforma in una sauna per topi ahaha! Ho riso troppo quando sapevo che fossero tornati definitivamente e fossero previsti altri abbondanti e bellissimi giorni di caldo estremo. Mi dispiace finisca sabato, magari stavolta poteva diventare fatale per loro. Infatti non l’ho detto ma i miei genitori sono in montagna da un po’ di giorni (proprio perché mio padre impazzisce più di chiunque a stare chiuso in casa, e ogni volta gli basta mettere in moto il camper per andare via), ma io anche adesso ho 27 gradi centigradi in camera e sto benissimo. Quindi insomma cosa c’entra il fatto che non hanno l’aria condizionata con tutto il resto? Ripete quanto sono ignoranti, quanto credono di essere sempre i migliori, i più intelligenti, ma poi da almeno due anni senza aria condizionata (ho infatti provveduto subito a farla installare) è impossibile stare a Milano d’estate, e a meno che io non mi sia persa qualcosa loro non fanno tre mesi completamente via… Hanno una macchina vecchia e brutta e non la cambiano, il discorso è lo stesso. All’inizio pensavo che in più avessero anche una BMW, sai sono VIP! Ma dove! Io ce l’avrò un giorno, di sicuro, mi piace troppo, ma appunto ne ho l’ambizione, più di un uomoratto come loro ahahah. E va bene, la nostra Panda è anche più vecchia della loro, ma non la usiamo molto, ci serve così, di battaglia, e il camper è sempre stato il mezzo che ci interessava fosse il punto di riferimento, mio padre lo cura tantissimo, abbiamo anche il box apposta per il camper a San Donato, da più di 10 anni, ed è appunto un mezzo bellissimo dal valore attuale di circa 7 Panda nuove… So perché i ratti non cambiano quella macchina vecchia, oltre a non avere un minimo di istinto sano e appassionato, perlopiù maschile, per le auto, cambiare una macchina crea inquinamento e devono ovviamente far vedere che sono ecologisti, Panda a metano… Poi quella stronza giustamente non cammina nemmeno per 2 km per andare al lavoro, e anzi si fa accompagnare e andare a prendere due volte perché è fusa nel cervello (ahaha riderò sempre), che ecologisti! Però l’aria condizionata no, troppo lavoro e troppi soldi ben investiti per chiamare qualcuno per metterla; sì, potrebbe essere benissimo un ragionamento “da loro”. Non so come non possano capire che ogni cosa che fanno a me fa solo piacere vederla, fa ridere e pena, e sarebbe stato meglio per loro se non mi avessero mai cagata di striscio, invece hanno investito tutto il tempo per andare dai loro amici ignoranti carabinierigenio, per non ottenere nulla, né contro di me (e a favore ho ancora la privacy, che arriva tra pochissimo, lo so) né per loro, se non una prigionia autoimposta, l’invalidità femminile contro la guida in solitaria, il divieto sempre psicopatico e autoimposto di uscire sul balcone di casa propria senza preoccuparsi di nulla. Spero il marito, il migliore (in negativo) dei tre continui così, ne sono solo super felice. Se proverà a non farsi mai vedere in faccia da me nella sua vita vorrà dire che si è sottomesso a me, oppure che si sarà trasferito, speriamo, ma da un pezzo già si sottomette a me, non ha scelta, tuttavia ha iniziato a farlo senza che io glielo abbia mai chiesto, ha osato provare a darmi filo da torcere ma glielo sto dando io: non farsi vedere in faccia è l’unica sfida che gli resta, le altre le ha perse tutte malissimo, quindi non la molla mai, anche se qui scrivessi che starò in Australia per il prossimo mese lui continuerebbe imperterrito a indossare la mascherina per uscire sul balcone. Mario mi ha detto che anche quando finalmente morirà, sul cartello funebre che si vede per le strade pubblicheranno la foto di lui con la mascherina. Non trattengo le risate nemmeno adesso, andrà così e quel giorno rideremo ancora tutti di gusto.

— 25 agosto 2023


La luna è meravigliosa stasera, nitida come non l’avevo mai vista. O sarà la mia gioia pura a renderla così sincera, non è nemmeno mezza ma è tutto, è luce riflessa, un riferimento. Le stelle io le ho, sopra e dentro, e il domani, lo sento profondamente, è amico, davvero. Sono giorni caldissimi, oggi siamo arrivati a 37 gradi centigradi in questo posto inutile nell’universo, ma il mio. E grazie a Dio un ingegnere un giorno ha detto, sai che c’è io il condizionatore lo invento, chissà. E chissà se ora sa che io vivo tranquilla, da sola, nella mia casetta, e studio, con 27 gradi centigradi, dieci in meno dell’esterno. Mi perdo tra la programmazione e la matematica, le infrastrutture di rete e la vita. Amo Mario, lui non mi vuole lasciare andare, a parte per il mare. Sono sere preziose, dentro le viscere dell’incantesimo del tempo.

— 22 agosto 2023


Avrò già ascoltato 100 volte ☞“Ride Alone Again” di LYOD oggi. Sono ipnotizzata da quelle note. Stamattina ci ho corso per 40 minuti, e fatto gli esercizi per 20 sempre con lei. È la sua giornata. Ma non è una novità, mi capita spesso di avere la canzone della giornata. La musica è la cosa più bella che esista.  

I won’t Ride Alone Again

Leave it all behind

Tomorrow will be our friend

I won’t Ride Alone Again

I won’t Ride Alone Again

I won’t Ride Alone Again

I won’t Ride Alone Again

(In my mind

In my mind

In my!

In my mind

In my mind

In my!

In my mind

In my mind)  

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— 21 agosto 2023


C’è un bambino che piange

 

C’è un bambino che piange, in lontananza,

E urla.

L’ho scambiato per una zanzara che ronza,

Che ti urla

Nell’orecchio… vola, gira e poi si scontra

Mi sono sbagliata ancora

Il bambino ha smesso, e la zanzara è vera

No. Sono i capelli che mi accarezzano la pelle

Ho i brividi, non si capisce più niente

L’emozione complessiva è confusa ma importante

Il fresco serale irrompe; ed è piena di falle

La vita impertinente della stronza senza stelle.

 

— 17 agosto 2023


Sì, un’altra volta sono stata molto impegnata. Ma lo dico sul serio, e non come quella vecchia demente che continuava a dirmi di avere sempre troppo da fare e invece non fa e non ha fatto mai niente. Adesso che sta facendo? Niente! In realtà se sta leggendo questo inserimento allora qualcosa di decente lo sta facendo, e spero che per lei non sia troppo pesante leggere qualcosa di così forte, mi va in affanno! Volevo chiarire innanzitutto che qualche giorno fa non stavo descrivendo le inutili vacanze della zoccola in virtù degli spostamenti che sto facendo adesso, ma piuttosto di quelli che ho sempre fatto nel passato, quando non avevo una stupida laurea da finire e altri impedimenti (finiranno). Mi riferivo, coi pensieri, a quando per esempio alle elementari vivevo 5 giorni alla settimana a Milano come i miei compagnetti di classe, ma 2 in Liguria, o sui laghi, o d’inverno in montagna, a sciare, e nelle vacanze di Natale, di Pasqua, Carnevale, primo maggio, ben più di solo 2 giorni… Sì insomma mi riferivo ad anni e anni in cui quasi mi stremavo per gli spostamenti durante tutto l’anno, e in totale il conto dei giorni non a casa era così lungo da non saperlo quantificare nemmeno adesso. Poi anche alle medie è andata avanti la stessa storia certo, e al liceo un po’ di meno per il diavolo di sabato a scuola, ma comunque tanto, e successivamente ancora tanto per i concorsi per le forze armate in tutta Italia… Non sono mai stata ferma come col Covid e come adesso, seppure io debba sottolineare che sarebbe ridicolo far passare questo pensiero: io non sto mai ferma, ogni giorno devo uscire almeno una volta, e per ore, non per chiudermi solamente in altri edifici e spostarmi in ratmobili, e anche col freddo, certo: solamente col caldo inquietante esco di meno ma per salvarmi la pelle… Sto fuori casa ogni giorno della vita a parte oltre i 33 gradi centigradi, mettiamola così. Quelli non hanno idea – o meglio ce l’hanno perché da casa loro mi hanno vista star fuori giornate intere –, di quanto io viva muovendomi nel posto più naturale per ogni essere umano sano, l’esterno. I ratti seguono un discorso a parte è chiaro, loro non essendo esseri umani addirittura non ti spieghi da dove passano per entrare in casa, cioè nella tana. Giuro, ad un certo punto mi sono chiesta come potesse essere possibile che passando dalle colline ogni giorno avessi visto qualsiasi loro vicino di casa ma mai loro, e dove fosse passato il figlio… Poi ho avuto l’illuminazione: come la rattona vecchia (era tutta vestita di un nero semi-attillato nel giorno del suo acting nel box, ci sarà un motivo, mi dava già l’impressione di una pantegana viscida ahaha) e il rattone vecchio passano dai sotterranei per salire in casa – per il semplice motivo che escono di casa solo in macchina, non zampettano mai, prendono l’ascensore e si ficcano in casa –, così anche lo juniortopo di sicuro ha scavato un suo passaggio sotterraneo per salire nella tana senza che per carità venga visto da qualcuno, conversi con qualche vicino o incroci malauguratamente una donna della sua età che potrebbe addirittura frequentare successivamente! Salgono in casa scavando buchi nella terra, passano vicino ai vermi, i loro simili, e ritornano sempre nella loro lurida tana, altrimenti non si spiega. E così ho scritto un’altra meraviglia, che non si meritano, non si meritano! La grande letteratura gratis è l’ultima cosa che meritano. Non la capiranno nemmeno, ma io lo so, questo coso un giorno sarà conosciuto anche nel cielo, e persino nell’universo qua dietro sapranno tutto.

— 16 agosto 2023


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— 11 agosto 2023 (sera)


Tra windsurf, corse, piscina, mare, bicicletta, sono stata un po’ impegnata, ma rieccomi per scrivere, mentre faccio stretching. Martedì mattina, mentre stavo correndo sul lungomare mi stavo proprio chiedendo come fanno tutti quei sacchi sdraiati a fare la stessa identica giornata, spiaggiata, per 15/30 volte di seguito, e se leggessero almeno Proust, Salinger, Dostoevskij, Gogol’, Bulgakov, Vonnegut, Woolf, o altri autori di un certo calibro, li capirei, ma generalmente l’uomo medio spiaggiato con la pancia da ingoiatore di angurie intere, che si espande gioiosamente dopo ogni ora accumulata sulla sedia sdraio, sul telo, sotto all’ombrellone o ad abbrustolirsi al sole, al massimo non fa niente, deve annoiarsi nel non fare niente e deve evitare qualsiasi attività che implichi del movimento, e sembra come che se mai dovesse cedere il posto, nelle sue settimane o nel suo mese di permanenza “in vacanza”, in qualche modo perderebbe la sua identità, la sua natura sedentaria ne risentirebbe; si concede al massimo di alzarsi in piedi a fissare un qualche punto all’orizzonte, con le braccia cadenti indietro e le mani, una dentro l’altra, che poggiano sulla generosa estremità superiore del suo didietro. Nel frattempo la donna media, al massimo si mette a leggere libri di storielle semiporno da quattro soldi, gialli di autori sconosciuti, romanzetti leggeri senza profondità, ma se proprio è una donna vera vera, e quindi una pettegola tipo la zoccola, allora ha sempre nella borsa Novella 2000, o qualsiasi giornaletto di gossip di cui non so assolutamente i nomi, e che diavolo ci trova a leggere quanti capperotti producono i vip al giorno, o quante pizze o aragoste si mangiano alla faccia sua io non lo so ahahah. E mi sembra banale, ma il riempimento di un qualsiasi cruciverba, la consultazione di una qualsiasi notizia scandalo (!) su chi si mette con chi e su chi si lascia con chi, va consumata esclusivamente da sdraiata, a prendere il sole è ovvio, senza farsi mezzo bagno per paura di schizzare i capelli bigodinati, brutti, stinti e bianchi che si ritrova con la vecchiaia, anche se la sua pelle romana di derivazione sudafricana già dopo poche ore di sole le consente di avere un colorito color cacca nera di quando prendi l’integratore di ferro (ne so qualcosa), ma è chiaro debba mostrare il tasso di raggi solari accumulati al rientro “al lavoro”… Aiuto impazzirei a fare tutti i giorni una cosa del genere, statica e sempre uguale ahaha. E poi se la zoccola parte due volte in estate, fa comunque ridere perché è pochissimo in un anno, quando a Natale ha fatto solo 3 giorni inutili, a Pasqua sembra sempre le manchino i quattrini, non esce mai… Ma deve, e dico deve, sempre per raccontarlo, esagerandone la bellezza, “al lavoro”, andare al mare due settimane stupidissime, e poi altre due settimane a visitare una città d’arte o una città europea, tuttavia l’idea non ci solleva, la si immagina già lì ferma dopo aver camminato per neanche 300 metri, che comincia a piagnucolare che le fanno male i piedi, e il marito allora per evitare di prenderla in braccio visto che non è esattamente un peso piuma si decide a chiamare un taxi (no i mezzi pubblici non sono per i nobili come loro, niente scherzi) e dentro di lui pensa sempre “e io pago!” come Totò. Infine non va a visitare niente a parte tre bar e tre ristoranti e qualche taxi: quindi forse era meglio si spiaggiasse e basta ahahah! Al di là di questa cruda verità, ieri, in anticipo, ho finito di leggere “Delitto e castigo” di Dostoevskij, e dire che è stato bellissimo è riduttivo, bisogna leggerlo bene per capire, è eccezionale; per finirlo appunto ieri mi sono messa sugli scogli di mattina, e di pomeriggio sulla spiaggia (ma entrambe le volte per almeno metà del tempo in piedi), e ho letto le 110 pagine rimaste, ovvero la parte sesta e l’epilogo. Adesso mi fermo con la lettura perché devo studiare di nuovo per un periodo, ma sarò nuovamente felicissima quando a settembre ricomincerò. Mi accende il cervello in una maniera ormai irrinunciabile e solamente quando leggo tanto sono davvero io. E non siamo ancora al culmine di vita che tanto sento dentro stia per arrivare, con le multe di parecchie migliaia di euro a chi ha voluto scomodare il garante della privacy, e la libertà di far conoscere molte storie vere a tutti.

— 11 agosto 2023 (pomeriggio)


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— 8 agosto 2023


L’altro ieri, di pomeriggio, alla fine è arrivato un vento anomalo da sud, il cielo si stava preparando per le lacrime, e di notte ha piovuto, ma poco, ha aumentato durante tutta la giornata di ieri, era così commosso e lo capisco, sto benissimo, sono in pace, e si intuisce anche da cosa sto pensando, negli ultimi giorni, la sera prima di dormire: ai vari monitor 27 pollici in commercio, 4k o 5k, esterni per il mio MacBook, perché il mio monitor ultimamente aveva avuto un problemino, che poi si è anche (forse solo momentaneamente) risolto, e ne parlerò sicuramente su Tenero Gheriglio, ma con questa scusa mi sono studiata meglio tutto quel campo di informatica, favoloso, tutto un mondo di configurazioni, specifiche tecniche, pixel per inch (ppi), risoluzione, scaling, color accuracy (DCI-P3 alla % tal dei tali), lucido, matte, con tecnologia ips, o oled, con dimming zones, l’hdr, refresh rate 60 o 144 Hertz, tempo di risposta di 1 o 5 millisecondi, le porte, gli speaker, gli stand regolabili in altezza, o solo inclinabili, il montaggio VESA e chi più ne ha più ne metta. Non è per offendere Mario, ma quando sono tranquilla, ed è giusto così, prima di dormire io ripenso alle configurazioni tecnologiche della mia camera, e a quelle portatili, da ben più di 10 anni, mi cullano in pensieri affascinanti. Quando invece volevo bene alla stronza, che poi ha osato pure dirmi “mi fai pena perché non stai bene” (in realtà aveva ragione, uno per volerle bene deve essere messo male ahaha), la pensavo di sera, che errore madornale! Oggi pomeriggio sono uscita in mare per il mio terzo windsurf, la stessa attrezzatura della prima volta, lunedì, e un po’ di vento in più: che meraviglia, già andavo molto meglio col trapezio, e non sono mai caduta davvero male, mi sono adagiata solo due volte sulla parte di vela morbida, ridendo, come se mi fossi catturata con la fiocina da sola; oggi sentivo avessi già capito meglio il meccanismo e sapessi cosa fare nei vari momenti del gesto atletico. Sono a dir poco felicissima. È assurdo come il trapezio sia fondamentale, perché la sensazione che si ha quando ci si aggancia è di stare praticamente in poltrona, con la vela in pugno. Adoro Dostoevskij e so anche che l’ho già detto, ma dovrebbero dirlo all’infinito. Chissà se un giorno in qualche modo riuscirò a vederlo da lontano, perché magari sarò entrata nell’immensa, ma quasi deserta, stanza dei giganti, di quelli dai libri dai denti affilati. Dostoevskij azzanna, ieri ho letto da pagina 227 a 311, il doppio a causa della pioggia, cioè tutta la parte terza, non riuscivo a farla finita! Finivo un capitolo e ricadevo nel successivo, e così via. Che droga, qualcosa che ti prende alla gola, e scivola, ti imprigiona, ti ipnotizza, cannibalizza la tua mente, la tua vita, affonda nella carne, nelle interiora e nel cuore, senza remore, senza indugi, sono tali i privilegi, legger Dostoevskij.

— 5 agosto 2023


Ma avrà capito che la balena spiaggiata puzzolente in putrefazione mi ha fatto ricordare di lei? Spero ahaha. Ieri pomeriggio ho fatto windsurf, con la stessa tavola dell’altro ieri ma con la vela 4.0 metri quadrati, poiché il vento era leggermente di più, ma senza trapezio, perché va bene che devo impararlo ma non volevo cadere sulle stesse botte del giorno prima, in più ieri mattina mi davano un po’ di fastidio appena sveglia e ho messo il ghiaccio: poi riuserò anche il trapezio, certo. L’obiettivo non è assolutamente farsi male, mi dispiace per i ratti. Alla fine anche ieri mi sono divertita da matti, perché che dire, il windsurf è sempre il windsurf, quando al largo sento solamente il rumore della tavola che fa cicchece ciac sull’acqua mentre procede, e il vento che spinge sulla vela, sto davvero bene. Mi si sono solo irritate e arrossate un po’ le mani per afferrare bene il boma, ma succede ogni anno. Al primo windsurf dell’altro giorno invece m’era accaduta una faccenda allo stesso tempo comica e drammatica, e vorrei salvarla: in un momento sono caduta all’indietro, con la vela ancora agganciata al trapezio, sì insomma all’ombelico, e in acqua mi sono ritrovata con la vela sulla testa e senza riuscire a prendere aria, allora cerco di sganciare velocemente il trapezio ma ci ero abbastanza appesa, faccio qualche secondo di apnea, bevo dal naso, riesco a sganciarlo, spingo via la vela e la tavola e finalmente riesco a mettere la testa fuori per respirare. In acqua io so stare benissimo, ma serve essere nuotatori esperti altrimenti in situazioni come queste si va nel panico. Io me la sono risa per bene, ma perché sono una donnapesce drogonuotata ahaha! Stamattina ho corso, andavo di nuovo bene ma ho fatto meno per evitare di stremarmi, solo 6 km e mezzo in una quarantina di minuti (sempre con qualche piccolo tratto camminando), non so che cosa combinerò più tardi. Ora sto facendo stretching, pubblico e mi metto a leggere continuando a fare stretching. Ah, una nota a parte, ieri sera carne rossa, oggi a pranzo seppie, entrambe squisite, ci si dà da fare, tornerò in forze alla grande. Dostoevskij è formidabile, non sto nella pelle, voglio continuare per vedere cos’ha da dire.

— 3 agosto 2023


È iniziato agosto e ho iniziato col windsurf. Ma ripartirei dall’inizio. Ieri mi sono rilassata, ho fatto parecchi bagni, ho letto, e mi andava di fare così. Inoltre il vento non era tantissimo e ho preferito riposare, anche perché mentre leggevo di pomeriggio mi sono addormentata con la bocca aperta, che sonno avevo in quel momento ahaha. Poi però vuoi che Miriana stia senza sport più di due giorni? No, allora stamattina ho corso, e volavo, ho fatto 10 km senza fatica, l’ossigenazione sul mare una meraviglia, forse il ferro si sta già un po’ alzando e qualcosa migliora. Sapevo che di pomeriggio molto probabilmente sarei anche uscita col windsurf, ma ho voluto fare la mia lunga corsa, chiaramente senza esercizi per le braccia in vista del pomeriggio, poi stretching d’obbligo, e a monitorare il vento. È di più del giorno precedente, quindi scendo al mare, alla scuola windsurf dico so fare questo e quest’altro ma quest’anno vorrei progredire: vela 4.5 metri quadrati, tavola 180 litri, e trapezio, per la prima volta. Io le cose le dico e le faccio, dall’anno scorso mi ero detta che avrei provato il trapezio e oggi ho iniziato a usarlo. Dopo avermi fatto spiegare il concetto del funzionamento del trapezio da un ragazzo me lo metto, sembra un cinturone da wrestling con un gancio metallico all’altezza dell’ombelico, con quel gancio devi appigliarti ai lacci che ci sono da una parte e l’altra della vela, quando viri ti sganci poi ti riappigli, e così via. Tra il dire e il fare però c’è di mezzo il mare, devo fare pratica per imparare bene, ma il concetto l’ho capito benissimo, già oggi sentivo che essere legata e appoggiare la schiena è immensamente meglio. Dovevo assolutamente uscire dalla comfort zone per avanzare di livello. Il problema? Ho preso un sacco di botte ahaha. A un certo punto, col mare pieno di onde, il vento non troppo gentile, e la vela che dovevo domare col nuovo sistema col gancio all’ombelico, pareva un vero wrestling tra me e la tavola e la vela, sono caduta tante volte, purtroppo quando cadi fai fatica a sganciare il trapezio in tempo e cadi sull’attrezzatura. Il colpo più brutto c’è stato quando ho preso il palo principale della vela col braccio sinistro mentre cercavo di caderci affianco ahaha, ho temuto di farmi male ma per fortuna sono solo graffietti, una crosticina minuscola sul gomito sinistro, come ho detto qualche botticina e questo è tutto. Ma mi sono divertita lo stesso, il mio fisico è tosto, sempre pronto a tutto, e si sa perché lo dico spesso. In più quando esco dalla comfort zone provo quel senso masochistico di divertimento che è imparagonabile a qualcos’altro lo ammetto. Collasserò felice stasera, e riproverò, imparerò, conquisterò un altro traguardo: per una vita ho fatto questo, e solo questo mi rende così viva, libera come il vento. È cuore, non tanto talento. Mentre io corro sulle acque selvagge, le balene si spiaggiano a Varazze: ma che vita sarebbe senza prima le botte e poi le carezze.

— 1 agosto 2023


Dostoevskij come al solito porta lontanissimo, ti ci catapulta e non vuoi uscirne più. La luna stasera è super, di nome e di fatto, appena l’ho vista non credevo ai miei occhi, è sempre un’emozione vederla in tale stato. Non dirò dove sono, con chi, non è necessario, l’anno scorso mentre scrivevo le mie sensazioni più dolci la balena (che non nuota, sì non nuota ancora che vuoi farci) nascondeva i suoi crimini. Ma sono immensamente orgogliosa di tutto quello che ho sempre fatto, e scritto, continuerò, perché la vita e la scrittura vanno, irrequiete, mi assomigliano, e non mi metterò di certo mai a fermarle, ho una tale fame di entrambe! I topi, o forse solo lo juniortopo, sono rientrati nella topaia. E vuoi pensare che quella lasci il suo bambino neonato di trent’anni a casa da solo più di un giorno? Nah, insomma se non sono già tutti dentro al covo tra domani e dopodomani lo saranno. Mario mi ha detto che fa già nettamente più caldo a San Donato, e c’è una sorta di puzza putrida che non si capisce, una sensazione di peso sullo stomaco, una sorta di nuvola di Fantozzi del male, che dove vanno vanno i REAcalbuto-Seganos portano (non sia mai, ho invertito l’ordine d’importanza, il vecchio patriarca si offenderà!). Mi dispiace per Mario, l’ho sentito proprio scontento: ci si abitua presto all’aria pulita, alla leggerezza, al bello. Poi non so per quale motivo qui davanti ci sono dei norvegesi, con Mario abbiamo pensato di chiedere se Joergen è un bel nome o fa cagare… Ma si sa che fa cagare ahahah! Il 24 luglio scorso avevo scritto tutto il vero, come sempre in questi scritti, tuttavia avevo voluto giocare coi ratti; com’è, un giudice può permettersi di sparare stronzate su stronzate, false, parlare di cose che non capisce, scrivere 7 volte “stronzo” (e non “stronza”) alla donnauomo come se sapesse ma senza sapere, e io niente? Mai una bugia? Al diavolo. Il tendalino della cucina non si era rotto. Avranno distinto il vero dal falso? No, dico sempre la verità, in più non avranno potuto chiamare mezzo vicino perché sono soli e abbandonati a loro stessi nell’universo, rido, mi vedo già lo juniortopo che chiama i vecchi mostri per dire “non è rotto”. In ogni caso, al di là di tutto, io ogni giorno rido per tutto il giorno. Questo non era falso il 24 luglio, non è, e non sarà mai falso.

— 31 luglio 2023


Sono stata precisissima, ieri sera ho fatto fuori “Il matrimonio”, oggi tra prima e dopo pranzo “I giocatori”… Gogol’ non delude mai. Tra poco inizio già a leggere l’introduzione di “Delitto e castigo” (leggo sempre tutto di un libro, introduzioni, note, appendici; non costano proprio poco i libri se leggi così tanto, e allora li sfrutto fino all’ultimo), e al mare, da domani, lo leggerò tutto, mi sono già suddivisa il lavoro come faccio di solito, per avere una quantità giornaliera da rispettare e finire un certo libro nei tempi che desidero; anche Dostoevskij, di certo, non deluderà nemmeno questa volta.

— 30 luglio 2023


Dopo l’ultimo esame i giorni sono trascorsi abbastanza pieni, ho sistemato svariate faccende e non ho letto tantissimo, ma poco fa, mentre stavo facendo l’immancabile stretching, che adoro – le mie gambe negli ultimi anni sono state sempre al top –, ho terminato “L’ispettore generale” di Nikolaj Gogol’. Nello stesso libro sono contenuti anche “Il matrimonio” e “I giocatori”; punto a leggere le 70 pagine de “Il matrimonio” entro stasera, tra un po’ mi ci rimetto, e le 50 de “I giocatori” domani mattina, in modo da lasciare questo libro a casa, e portare via “Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij. Sono stati giorni freschi davvero, e seppure proprio da stamattina il sole abbia cominciato a essere più insistente sulla pelle, ho fatto il mio ultimo allenamento in solitaria prima di partire e sono stata meravigliosamente (ne ho fatti tre di fila in solitaria per concentrarmi per l’ultimo potenziamento prima di quello sport bellissimo che sappiamo, incrociando le dita per le condizioni di mare e vento), anche perché dopo la corsa, che avviene per lo più sotto agli alberi di San Donato, durante gli esercizi per le braccia e l’addome sulle colline, il sole andava e veniva, e nei momenti in cui il cielo era nuvoloso, con l’arietta, si stava da Dio. Mi sono abituata così bene al fresco degli ultimi 9 giorni che ormai ritornare al caldo cuocente richiede un attimo in più. Anche ieri sera soffiava un vento freschissimo, ho dovuto chiudere metà finestra della camera altrimenti per dormire avrei sentito troppo freddo, che bello. Il minimo calore di oggi pomeriggio è quasi piacevole, poi ho dei capelli così lunghi che mi permettono di stare fresca fino a cena dopo la doccia prima del pranzo ahaha! Si sono schiariti già tantissimo, delle parti dorate non sembrano appartenermi da quanto sono chiare. Mario ha più o meno lo stesso colore di capelli ma quando i miei prendono il sole, essendo lunghi, si schiariscono staccando di gran lunga i suoi. Chiuderei ribadendo che sono felice perché è stato davvero come avevo detto, avevo detto da che parte sta il cielo, e quando i ratti se ne vanno lontano da qui si sta benissimo, si respira meglio, il nord ridiventa davvero il nord, gli acquazzoni persistono, tutto è perfetto.

— 29 luglio 2023


Stamattina sono andata a decidere cosa farò a settembre, per la stronza… ma non glielo spoilererò di certo adesso, che chiami pure la sua adorata Escremento ahaha. In più si è scoperto che la mia pratica col garante della privacy era stata scambiata con una di telemarketing e per fortuna abbiamo potuto ripresentare la richiesta: bene, riattendiamo una risposta ancor più fiduciosi. Oggi per tutta la mattina, e fino al pomeriggio, alle 17, mi ha accompagnata Mario, e visto che poi al ritorno dalla decisione ci trovavamo a Milano, abbiamo fatto un giro in centro, ed è stato meraviglioso, gli abbracci sono stati lunghissimi, non riuscivamo a scollarci, i baci dolcissimi. Il clima è ancora fresco, e nonostante per pranzo ci fossero code qua e là – ma è stato comunque godibilissimo passeggiare, e se lo diciamo noi che i posti pieni di gente non ci piacciono mai, c’è da starne certi – alla fine abbiamo mangiato in maniera soddisfacente, come sappiamo fare sempre, prendendo da mangiare e mettendoci su una panchina, all’ombra di due alberi, siamo stati deliziosamente. Mario mi dice sempre che vedermi mangiare è divertente, sono bellissima, e comprendo la sensazione perché sì, mangio con calma e mi godo proprio qualsiasi cosa io stia mangiando, tutta contenta, come una bambina. Ma anche lui è bellissimo, e combattere ogni sfida insieme sta fortificando sempre di più il nostro legame; ormai non so se siamo due o una cosa sola, da tanto. Una cosa sola, ci amiamo.

— 26 luglio 2023


Ho appena selezionato otto canzoni da far finire nella mia libreria musicale. Ultimamente sono drogata di musica Elettronica e Dance, è un chiaro segnale. Alternativa, Pop, R&B/Soul, sono, nell’ordine, i generi che ascolto di più di solito… Ma se la musica Elettronica e Dance sta prendendo un grande spazio, in allenamento e non, vuol dire che nell’ultimo periodo sto avendo una tale voglia di ritmo, di ballare. Adesso, ma proprio adesso, 20:13, sono in fissa con ☞“My Friend” di TAUTOU, sta andando in loop sugli HomePod, sono in piedi alla scrivania, scrivo questo inserimento, la musica da sempre è un’amica, un bellissimo tormento, ballo fuori e dentro, fino all’ultimo girone degli atomi dell’intestino. Stamattina allenamento perfetto, duro come piace a me, nonostante il secondo giorno di mestruazioni, che ora sappiamo anche essere abbondanti, come le emozioni che sento, e vale anche per la musica, il giro finale di corsa in piazza Bobbio con ☞“Minefields” di Faouzia & John Legend mi ha fatto venire i brividi, è stato anche più bello di volare, perché viaggiare col proprio corpo liberamente, è più bello di infinite volte. Appena fatta partire, Dio sorreggimi mi sciolgo, sublime. «These minefields that I walk through, what I risk to be close to you, these minefields keeping me from you, what I risk to be close to you…». Terminale e pubblico, 20:29.

— 25 luglio 2023


L’allenamento di ieri mattina è stato fantastico, fresco, e anche gli esercizi al laghetto insieme a Mario. Il laghetto gode di un’ottima salute, è alto, pieno, e pieno di entusiasmo muove le correnti nel suo bacino. In questi giorni, come stasera, continua a piovere, a fare grandine, il nord Italia è incontenibile, tanto da creare una sensazione di colpa se al telegiornale si guarda la gente soffocare nel caldo del centro e del sud della penisola. E allora piove, e piove ancora, e poi si ferma, e poi rilancia. Con la stessa gioia ed energia che mi accompagna. È riposante, il fresco, ma anche leggere nuovamente, e ritrovarsi, stupirsi di avere addosso già certi discorsi, personaggi. Gogol’, senza alcuna sorpresa – dei grandi autori riguardo a questo ho già scritto, non tanto sotto –, nel suo testo ha un’ironia favolosa, un sarcasmo sprezzante, e ovviamente ne “L’ispettore generale” crea un personaggio insulso, per deriderlo, per descriverlo, e lascerò semplicemente le sue parole perché non serve dire altro. La letteratura, quella vera, ha un enorme compito, e leggendo e scrivendo opere importanti (se ne si ha la propensione), va continuato. Ah dimenticavo, ho riso tutto il giorno, perché il tendalino si è davvero rotto.

Il giudice Ammos Fëdorovič Ljapkin-Tjapkin (in russo “delat’ tjap-ljap” significa “fare qualcosa alla bell’e meglio”):

«Io invece, per quel che mi riguarda sono tranquillo. In effetti, chi andrà mai a dare un’occhiata al tribunale distrettuale? E anche se dovesse dare un’occhiata a qualche incartamento, gliene passerebbe subito la voglia. Sono ormai quindici anni che me ne sto seduto sullo scranno del tribunale, e quando do un’occhiata a un verbale, ah! Mi limito a fare un gesto sconsolato con la mano. Salomone in persona non riuscirebbe a distinguere il vero dal falso.»

— 24 luglio 2023


Ripensandoci a me di scrivere stupidi saggi non importa una mazza. Se non leggeremo la parola assolto, perché anche di quello non me ne importerà una mazza, io ve lo prometto, leggeremo comunque “Assolto”, e poi leggeremo tutto. Leggeremo libri incredibili, “Assolto”, “Tutto”. Ormai i saggi li scrivono pure i (gli editori dei) calciatori ignoranti, non mi ridurrò a così bassi intenti. Sono più da libri veri, e con titoli netti, da una parola. La Bibbia tremerà. Perché il velo prima o poi si squarcia, ma pure il tendalino della cucina di quella. Nella sindone di lino pregiato sono impresse le mie torture, una volta lavate nell’acqua di mare faranno tanto rumore. Tutti i pesci ne sentiranno l’odore, il sapore, e il profumo vivace evaporerà: persino gli uccelli rimarranno storditi. Tra tutti gli esseri vaganti, solo chi di sua volontà chiuderà gli occhi non guarirà da tutti i mali più incoerenti. 19:15.

— 22 luglio 2023


Stamattina era in previsione la corsa, ed è andata ☞così.

(Vedi descrizione del video su YouTube).

— 21 luglio 2023


Lunedì pomeriggio, e ieri, mercoledì pomeriggio, sono andata in piscina. Lunedì c’era anche Mario, ho nuotato di meno, solo 2000 metri in una cinquantina di minuti, per poi stare più a lungo con lui. Si vede la differenza tra un normonuotato e una drogonuotata: per me sembra semplice nuotare elegantissima, tuffarmi con le gambe e i piedi uniti, facendo poco schizzo tirando con gli addominali… ma non è affatto basico. Mercoledì, cioè ieri pomeriggio, come starete già immaginando invece ero da sola, e ovviamente ho nuotato 3000 metri (per ripareggiare la media dei 2500 m, anche se poi avendo fatto per anni e anni 6000 m per 2 ore al giorno non è comunque un cavolo), in 1 ora e 19 minuti netti, prevalentemente stile libero ma anche dorso, solo gambe con la tavoletta, solo braccia con il pull buoy (tavoletta e pull buoy miei), una gloriosissima vasca a rana (!) (dai avevo fretta, dopo volevo fare i tuffi) (non ridete troppo) (anzi sì), e stranamente, avrà cominciato a conoscermi, l’Apple Watch ha segnato tutto, anche le vasche con la tavoletta in cui necessariamente ho le braccia ferme. Col Watch stesso ho preso la temperatura della piscina, perché era anche troppo calda per nuotare, aiuto, con 35 °C ci credo che l’acqua era sui 30/31 °C: ma il sudore quando nuoti non lo senti mai, ci ho fatto una vita così, anche il nuoto ha i suoi pregi. Il costume sportivo a due pezzi rosso della Jaked comprato l’anno scorso, con cui avevo anche registrato i video dei tuffi, poi pubblicati su Instagram, è fantastico, bellissimo e della misura perfetta – il costume per nuotare e tuffarsi deve essere un po’ strettino. Poi c’è da segnalare che nei 300 tuffi sia lunedì che mercoledì mi sono divertita tantissimo. Gli unici momenti dubbiosi sono stati due, o forse tre. Quando io e Mario siamo arrivati alla segreteria della piscina erano le 16:50 e la ragazza (una nuova) ci fa entrare subito (!!!), e incredibile, anche ieri sono entrata 10 minuti prima, col via libera dell’ennesima ragazza nuova in segreteria (!!!!! non sono fan dei punti esclamativi ma oggi va così!). Se pensate abbia bevuto (non in acqua, ma fuori) allora adesso ascoltate le altre due questioni che vi ho promesso per poter giudicare autonomamente. Primo, due signore a un certo punto hanno avuto la bella trovata di posizionarsi al centro della vasca e al centro della mia corsia, due boe, per carità comunque già stavano facendo qualcosa di estremo per la zoccola, ma arrivo da loro e dico “beh ma qua non si sta fermi si nuota”: sulla loro faccia un’espressione persa “cosa vuol dire che ci si muove panicooo”. A quel punto sono assomigliate di più alla zoccola. Secondo, un ragazzo viene a nuotare nella mia corsia, scivola bene, ma considerando che stavo nuotando comunque molto rilassata, DIO NON PUOI SUPERARMI A PRESCINDERE ANCHE SE ALLA PROSSIMA VASCA DEVI FARE RANA. Che testo è, ho appena urlato in maiuscolo, robe da matti. Potete capire che ci sta avere il sorpasso di prassi se certi altri tizi nella nostra corsia erano da superare per forza, ma mi ha fatto alquanto incacchiare (termini colti) quando me lo sono ritrovato davanti e io stavo nuotando a stile libero: metto la freccia, sorpasso a 300 km/h con tutte le gambe che posso metterci, probabilmente affoga tra le onde, arrivo al muretto con 20 metri di anticipo, mi guarda silenziosamente… ah ci siamo capiti ora! Benissimo. Esce dalla vasca quando io stavo facendo già da un po’ i tuffi e mi scruta ancora, scruta scruta fai bene. Non fare arrabbiare Miriana, che poi appunto ti minaccia. Mi spiego. C’erano due miei signori amici nell’altra corsia, e già avevo individuato quel tipo, che superava un po’ spavaldo, e loro mi dicono “un po’ di competizione fa bene”, e io, prendendo la tavoletta in mano perché dovevo fare gambe “stai attento che se mi arrabbio te la tiro in testa” ahaha. Ma no non siamo ancora arrivati al bello: “facile col testosterone, con l’emoglobina da vendere e tutto”, “se cominciamo la competizione vera non so davvero per quanto mi stai dietro”, ahaha. Fate voi la voce che mi viene quando sto dicendo cose del genere, dai si capisce, la vocetta, quella per prendere per il di dietro. Mi sono fatta trasportare dalle parole, non succede mai, che strano. Amo scrivere, e si può sapere anche cos’ho fatto stamattina senza dirlo, perché dico che stasera finalmente leggo, ricomincio, con “L’ispettore generale” di Gogol’, che bello. Vado a togliere il cartello (“no, sono in pausa causa esami”), ☞qui. 19:51.

— 20 luglio 2023


Dopo il sogno che ho fatto sono sempre più sicura di come andrà a finire, e non vedo l’ora di vederlo, anche se quando lo vedrò non potrò crederci, sarà incredibile ammirare una vittoria così grande. Ma non mi sto appendendo a una banalissima visione, seppure non sia in alcun modo fraintendibile, perché non ne ho alcun bisogno; sono piuttosto le mie certezze che si fanno sempre più forti, che mi dirigono in maniera decisa e drastica a individuare da che parte stanno i torti. I torti stanno tutti dalla parte dei ratti. Giovedì 13 luglio di mattina mi sono allenata sulle colline (col caldo torrido le evito, ma quella mattina non era così), la topaia aveva le finestre aperte dappertutto, ma le tapparelle sempre a metà (ovvio, non esageriamo), ed è una cosa che odio, io le faccio salire sempre del tutto quando non servono né per il sole né a nulla, mi piace guardare fuori senza avere la visione tagliata, senza sentirmi in una casa di nani: ai ratti invece piace visibilmente avere la visione ostruita, tagliata, sentirsi dei nani soffocati è il loro forte! Poi di pomeriggio ho scritto qui su Writings quel testo meraviglioso, e venerdì i ratti sono partiti. Di cosa devo lamentarmi? Non so come fanno a credere di poter ancora provare a ingannarmi, perché sono via da venerdì ed è logico che io in ogni caso mi sarei accorta, ma nonostante tutto hanno lasciato due tapparelle più alte del solito per provare a confondermi (sì sicuramente), la cucina con la tapparella completamente alzata ma col tendalino esterno aperto per provare a fingere di essere lì… Ma io dico, beoti, secondo voi se giovedì mattina era tutto aperto, non mi sarei accorta che venerdì 14 ve ne siete andati, anche senza questi stupidi magheggi ignoranti? Credono sempre di essere gli unici geni, i migliori di tutti, invece sono gli unici esseri che ho incontrato a fare più schifo di chiunque altro, al livello che non si riesce neanche a comprendere come possono essere così stupidi, vecchi, sporchi, porci, moralisti, retrogradi, poco furbi, davvero. E non ho assolutamente finito col mio discorso, si sa che da parecchio qui sto raccontando solo quello che mi va, sono diventata abbastanza brava da permettermelo, di certo ormai non mi metto a riverire racconti precisissimi per farli arrivare a quelle schifezze impestate, ma ancora osano pensare esistano solo loro, che nell’ultimo mese io non mi sia mai accorta che qualche sabato o qualche domenica o qualche sabato e domenica fossero usciti dalla topaia, l’avessero lasciata chiusa: se non l’ho scritto è perché a chi importa di loro, ormai hanno rivelato l’obbrobrio che incarnano, tre romani merdosi e invidiosi, e si tratta pure di un complimento. Da tempo qui scrivo solo quello che vale davvero ricordare, col loro neurone singolo ovviamente non hanno colto. Non possono nemmeno contare su tre neuroni perché non comunicano! E quindi sì, probabilmente finalmente ora sanno che io ho visto tutto e che non sono scema, che il tendalino della cucina lo potevano pure chiudere, e allora spero che arrivi una grandinata così forte da fracassarglielo come farei io con la loro testa riempiendola di sassi, una testa vuota, che non serve a nulla se non a creare il male nel mondo: sono individui senza nulla da fare su questa terra, e dovunque, hanno avuto così tanto tempo da perdere per farne perdere altro a me, ma la pagheranno così forte da non dimenticarselo per tutto il resto della loro schifosissima vita. Se sono via da San Donato si sta solo meglio, si respira meglio, ma dove vanno vanno fanno sempre schifo, al mare (mi viene da ridere a pensare alla balena al mare, che ci deve fare ahahah), in montagna, in cielo, dove cazzo vogliono, sono tre ma sono soli, isolati, ognuno nel suo merdoso ideale di finta superiorità mononeurone. Sanno che sono superiore a loro e ancora ci provano a sperare io sia cretina, è assurdo, hanno un coraggio imbarazzante. La REAcalbuto (come direbbe il giudice) aspetta ancora che io scriva che mi sono accorta che nel documento dei compiti delle vacanze dall’assegnare un solo capitolo di un libro da leggere, l’anno successivo è finita a dare tutto un libro da leggere, guarda un po’ proprio dopo che le avevo detto chiaramente che lei non legge nulla cristo, e non c’è da crederci, ma il culmine della deficienza presuntuosa e istigatrice sta nell’ultimo documento, quello che ha redatto il 14 giugno scorso, e che anche adesso vive sul sito del liceo. Perché? Perché ha dato quatto libri da leggere quest’anno, quattro! Avrà pensato di insegnare lettere che ne so. No ma non c’entra nulla Miriana, quella ragazza che le ha detto che dovrebbe essere un’insegnante ma nemmeno sa incentivare la lettura, no… Miriana da sempre è l’insegnante della colpevolissima e codarda REAcalbuto, e pure del suo marito cacasotto, che manco si è schierato in quella minchia di processo, l’ha mollato dopo un minuto, intimorito da me, una forza incredibile (come dargli torto). Il 14 giugno sera tra l’altro, e anche questo non l’avevo mai scritto ed era rimasto in memoria ma oggi scrivo tutto quello che è rimasto pure fin troppo nascosto, io e Mario abbiamo mangiato la pizza nella pizzeria AM dietro alla topaia, perché va bene che non mi piace mangiare la pizza di sera per ragioni nutritive, ma se mi serve e mi va di farlo inverto i pasti, e per quel giorno a pranzo concentro più proteine e la sera mangio la mia pizza tranquilla, non sono stupida cristo: non sono stupida. E cosa c’entra questo avvenimento? Beh la sera di quel 14 giugno dubito che quelli fossero usciti fino a dopo le 22 o stessero già dormendo, perché io e Mario una volta usciti dalla pizzeria abbiamo fatto un giro in piazza Bobbio, e quello che si è visto dalle 21 alle 22 della topaia era tutto un buio pesto, e poi una sola luce fioca, quasi come proveniente solo da una televisione o da un computer acceso, dalla parte della BMW, insomma dalla camera dei due vecchi romanoni: sarà successo che ci hanno visti, e per non farsi vedere mentre cercavano di guardarci spostandosi da una finestra all’altra della casa con la torcia in mano, hanno lasciato tutte le tapparelle del balcone completamente giù anche se faceva caldo e la sera un po’ più di aria non gli avrebbe fatto male… Sono ridotti male, non ho più né parole né risate, le ho finite, non so più nemmeno chi vogliono ingannare: ci stanno riuscendo solo con loro stessi. Che continuino così, io vedo tutto, e ormai devono solo tremare per quello che vedranno dirsi tra molto poco. Chi ha da fare non aspetta il tempo, il tempo è sempre molto poco; il tempo vola e io ci salgo a bordo.

— 18 luglio 2023


Stanotte ho sognato che quella moriva. Sì dico che la troia moriva del tutto. Era tutto così nitido nel sogno, un sogno lentissimo, che sembra durato ore, ore in cui quella era in agonia mentre il marito le stava accanto, fingendo di mugugnare e tenendole la mano, e nelle ultime fasi io ho potuto guardarli da vicino senza mai irrompere in una scena così perfetta… infine ha tossito parecchio, tirato l’ultimo respiro, morta stecchita. È stato così credibile che stamattina mi sono svegliata dicendo evviva evviva evviva è mortaaaaa ahaha! Non la sognavo da tantissimo, che bello averlo fatto così. Ed è scontato che ho cercato cosa può significare; C. G. Jung sosteneva che sognare la morte rappresentasse un cambiamento interiore verso una nuova vita, sentimenti, preconcetti, idee e pensieri cessano di esistere e rinascono diversi. Mi sembra fin troppo giusto. E poi ho anche trovato: «se hai sognato che il tuo nemico è morto, questo sogno ha un significato positivo. Indica che vivrai in pace e armonia, quindi non ci sarà nulla che potrà disturbare la tua felicità. C’è un buon periodo davanti a te, quindi non devi preoccuparti». Sarebbe ora. Anche se dopotutto io so il vero motivo di quel sogno, il motivo risiede nel post di ieri, in cui ho osato almeno un po’, ma come ho già scritto su Instagram e Twitter a volte si può. Banalmente quella ha visto quel post, con certi dettagli proprio davanti, ed è morta, è chiaro ahahaha. È già morta, vaga da sola, nessun cuore la pensa, è racchiusa nella sua bolla di solitudine, ma quel che è più grave è che ancora non sa cosa le aspetta, una totale sconfitta, un’indimenticabile disfatta.

— 16 luglio 2023


Non servono altre parole oltre a quelle che ho già scritto. Quattro foto in tutto.

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— 15 luglio 2023


Il dottore stamattina ha confermato, non sono celiaca. Che poi anche nel 2018/2019 per entrare in Marina/Aeronautica ovviamente lo avevano testato, ma basta! Giustamente in guerra è già tanto se mangi, non puoi permetterti allergie. È una carenza di ferro come al solito, molto probabilmente derivata dal fatto che negli ultimi mesi le mestruazioni sono state più abbondanti, e in generale a questo punto tendo da sempre ad averle abbondanti, anche se un po’ come per la stanchezza, come potevo sapere fossero abbondanti senza sapere come sono quelle non abbondanti? Ecco spiegato anche il motivo per cui avevo scritto che durante le mestruazioni in allenamento ho meno forze. In effetti quest’anno tra una lezione e l’altra dovevo spesso correre a cambiarmi perché non c’era già più spazio utile – bello essere una donna eh, e soprattutto stare nel 10% della torta in ogni luogo, Accademia Aeronautica Piloti, Politecnico Ingegneria Informatica, con la schiera di “uomini” tra le sue nuvole più plumbee, ignara. Inoltre il flusso anche di notte continuava sempre tanto, e avevo accennato anche quaggiù che di mattina spesso sono dovuta correre a cambiarmi. Abbiamo comprato altra carnina rossa dal macellaio, e ovviamente il Ferrograd in farmacia, a pranzo l’ho inaugurato, lo prenderò per tre mesi, per poi rifare degli esami del sangue di controllo. Sono felice perché di sicuro mi sentirò molto meglio con il ferro giusto, in allenamento, e in tutto il resto, spingerò almeno il doppio! Stamattina ha piovuto ancora fortissimo, sa sempre quando voglio correre e quando no, il cielo continua a farmi l’occhiolino. Sto saltando ogni ostacolo, e continuo.

— 14 luglio 2023


Va bene, questo sarà per lettori seri. Se non ti ritieni un lettore serio puoi soprassedere. Da poco ho steso la lavatrice, ora sto facendo stretching, stamattina l’allenamento è stato bellissimo, stanotte ha piovuto tantissimo, il vento fresco era meraviglioso ieri sera, e infatti passando con la bicicletta dalla pista ciclabile sterrata dietro alla piscina di via Risorgimento, stamattina alle 11, all’andata per l’allenamento, ho avuto quasi freddo. Quel punto è sempre il più fresco del mio giro, con le piante, i grandi alberi, il lago del parco nord, e anche al ritorno, alle 13, in quel tratto la frescura era ancora buona; a lato di quella pista ciclabile c’è anche un campo di pannocchie immenso, non abiterei mai a Milano centro. Tra l’altro hanno già preparato il fieno per le balle qui sotto, e presto le rivedrò! Martedì, quindi l’altro ieri, invece sono andata in piscina sempre dalle 17 alle 19, con autobus linea 130 di ritorno (l’ultimo) delle 19:30. Mi trovo sempre bene così. La piscina è la mia casa, ogni volta che ci rivado mi riabbraccia sempre, ed è ovvio ho fatto 50 vasche perché sennò non sono contenta, anche se dovrei dire 2500 metri (che in vasca olimpionica da 50 m sono 50 vasche, e in quella da 25 m 100) ma volevo risultare più amichevole e informale per i non avvezzi, anche la scorsa volta. Sì, tra tutto sono riuscita ad andare solo due volte in piscina, e ora voglio raccontare i dettagli più succosi e divertenti, e siete pronti, quindi partiamo. Alle 16:45 di martedì arrivo alla segreteria della piscina, questa volta subito dopo di me arrivano una mamma con una bambina, e chiedo loro, ingresso o corso? Ingresso. Allora spiego che molto probabilmente dovremo aspettare le 17 in punto. Prima di me in realtà c’era già un gruppo di stranieri con bambini, ai quali ovviamente la stronzissima (sembro esagerata ma tra poco direte di no) tizia della segreteria fa pagare 7 euro per gli adulti senza informarli nemmeno dell’opzione che tra 15 minuti sarebbero stati 5 euro a testa. Quindi viene il mio momento, era nuova questa tizia, non c’era l’altra volta, allora questa volta provo a dirle “va bene se alle 17 pago e mi fai il braccialetto, altrimenti il tuo capo ti licenzia che mi fai entrare prima e bla bla bla, ma posso entrare un attimo per svestirmi, torno e alle 17 facciamo il tutto?” No. Guardo la signora e la bambina e me la rido, d’accordo allora aspettiamo tutte insieme, si accoda anche un altro signore e si unisce alla festicciola, intanto ci diciamo che davvero pure alle 16:50 non ci farebbero questo immenso favore, 10 minuti di tolleranza per lo spogliatoio potrebbero pure averli (la gestione precedente li aveva), poi arriva un altro gruppo, questa volta sono cinque adulti: guardo la signora e la bambina e dico “vediamo se anche a questi fa pagare 7 euro a testa per 5 minuti”, quanto le ho fatte ridere ahaha. Sono le 16:55, e ovviamente la stronzissima tizia dice che sono 7 euro a testa, io, la signora e la bambina e il signore non riusciamo a trattenere lo sdegno e le risate al contempo, poi miracolosamente la tizia dice “se però entrate alle 17 sono 5 euro a testa”. Io dalle retrovie non mi trattengo e suggerisco “alle cinque cinque euro!”, tipo aiuto da casa di “Chi vuol essere milionario?”. I cinque adulti si accodano al signore, gli dico così vi comprate qualcosa con 10 euro, poi aspettiamo tutti le 17 col conto alla rovescia finale come fosse capodanno, e finalmente entro. Stranamente, vah che roba, la bambina e la signora si erano affezionate a me e mentre stavo facendo i tuffi verso le 19 la bambina mi ha salutata da lontano prima di andare nello spogliatoio: erano rimaste tutto il tempo nella vasca bassa. La sera della piscina i miei genitori sono tornati a casa, dopo un mese e mezzo ho rivisto Briciola e mi sono sciolta come sempre, avevo le lacrime giuro, è sempre un esserino dolcissimo. Ieri pensate, cioè mercoledì, finalmente sono riuscita a ottenere l’esito dei miei esami aggiuntivi, e per fortuna la cacchina ha dato esito negativo, il test della celiachia sembra proprio sia negativo, l’emoglobina questa volta è 8.4 g/dL (e sono stata brava, con un giro di mestruazioni in più, un prelievo in più, almeno non sono scesa a 7!), e infine ferro, ferritina e transferrina sembrano parlare chiaro. Ho studiato, e con ferro a 19 μg/dL (valori di riferimento 33-193 μg/dL), ferritina a 2.2 ng/mL (valori di riferimento 13.0-150.0 ng/mL), e transferrina a 494 mg/dL (valori di riferimento 200-360 mg/dL), dovrebbe essere proprio carenza di ferro. In ogni caso domani mattina ho un appuntamento col dottore sostitutivo estivo, e lui potrà confermarmi tutto spero. Nel 2014 non ero celiaca, se nel 2023 non sono di nuovo celiaca la prossima volta non lo faccio più sto mizzega di test ahaha! A parte tutto, l’ho già preso due volte nella vita il Ferrograd, non c’è due senza tre, e anzi senza quattro o cinque… perché non mi riduco più così, ogni tanto lo prenderò visto che in generale tende ad abbassarsi troppo. Genericamente scoppio di salute, è un inghippo da poco. La farmacista che mi ha stampato gli esiti ieri mi fa “non ti sentivi molto stanca soprattutto con lo sport?”, e io “boh sinceramente mi sento stanca da una vita, soprattutto a livello fisico, per me andava bene, la testa dura mi fa sempre andare avanti a tutta” ahaha. Rimarrà nelle autocit., “sinceramente mi sento stanca da una vita”. Poi che dovevo scrivere? Mio padre mi ha distratta nel mezzo, avrò pure un modo di scrivere diverso adesso. Ah sì, i lavori al palazzo, sostanzialmente martedì mattina ero in casa da sola e un muratore, che si fa chiamare Tito, comincia a chiamarmi: stava cercando di pulirmi una tapparella che si era sporcata con la vernice, e non ce ne importa molto perché cambieremo anche tutti gli infissi, finestre, tapparelle, zanzariere con il 110, ma poi ha cominciato ad aiutarmi anche a pulire il marmo nuovo del davanzale della mia camera, dove diceva sarebbero rimasti i segni se non lo avessi fatto e questo invece ci importa. Insomma poi mi ha chiesto un bicchiere d’acqua, gli ho detto che poi quando ha bisogno, domani o dopodomani e via dicendo, gliene avrei dato un altro, e non lo stesso, ridendo, ma lui mi fa “ho bevuto l’acqua di mare per un mese in Marocco”. Parte un’amicizia sincera, spesso fatico a capire cosa ha da trasmettermi perché l’italiano gli zoppica, e mentre urla delle cose agli altri muratori, nella sua lingua, non lo capisco di nuovo, ma nemmeno per niente. Alla fine si propone di tornare in pausa pranzo per pulire gli altri marmi e coprirli, affinché non si sporchino di nuovo a ogni nuova fase della verniciatura, dicendo che una persona così amichevole non l’aveva trovata, la signora di sotto l’ha guardato in cagnesco perché odia lo sporco (tra l’altro poi mettendo l’acqua sui marmi ho sbagliato ed è caduta appunto di sotto e mi fa “hai bagnato la signora sotto”, e io “va beh fa caldo” ahaha), il signore di fianco gli ha detto cose in dialetto siciliano con una faccia scorbutica ed era scappato; sono morta dalle risate conoscendo tutti i vicini e soprattutto la signora sotto. Quando torna alle 12 mi parla del fatto che ha avuto una moglie, ma assolutamente non volenterosa nel lavorare, nel pulire come me, che l’ha lasciata perché gli chiedeva 300 euro a settimana, ma che lui glieli avrebbe dati ancora volentieri, solo che non gli aveva detto per cosa li usava, che li dava alla madre,… Poi scopriamo che abbiamo un solo anno di differenza, è del ‘96, anche se a lui con la barba ne avevo dati di più, e lui a me ovviamente ne aveva attribuiti di meno, mi saluta, cerco di offrirgli qualcosa ma a pranzo lui non mangia, sennò dice di far fatica a lavorare, e che poi dalle 18 all’una lavora pure al McDonald’s e lì qualcosa mangia sempre di sicuro, gli dico di mangiare abbastanza, e che una volta un gelato glielo devo offrire. Ci diciamo che anche una partitella a calcio qui al campo vicino casa ci potrebbe stare, avendo scoperto che lo sport piace a entrambi ma soprattutto una partita a calcio. Non so se il lettore serio si è divertito, altrimenti gli chiedo scusa… ma io sì, tanto. Grazie, a domani per gli aggiornamenti medici. Ciao.

— 13 luglio 2023


Sono passati altri allenamenti, altri esercizi insieme a Mario sulle colline e alla struttura al laghetto, un altro tennis, un altro giro al mercato per la frutta, stamattina un’altra volta la spesa all’Esselunga. Gli esiti dei miei esami aggiuntivi non sono ancora usciti, è luglio, accidenti, il caldo estivo sta infuocando per la seconda volta l’Italia. Sono sicura che presto tutto sarà di nuovo dritto, indirizzato nel verso giusto, con un rovescio avrò ribaltato nuovamente tutto (dritto e rovescio nel tennis). Ride bene chi ride sempre e chi ride ultimo. So che le porte che si sono chiuse dovevano farlo al più presto, mi sento nuova, diversa, finalmente davvero libera, senza inganni nascosti di individui vomitevoli, e i portoni che si apriranno saranno giganti, per bellezza incomprensibili, estasianti. Sono stata una bambina particolare, alla quale non potevi chiedere se preferiva le Barbie o le Bratz perché ti avrebbe risposto i peluche, i pupazzetti, ma a quella stessa bambina, e magari avesse avuto il coraggio di esprimerlo – ma come provarci in un mondo così ingiusto –, a 11 anni (età che spesso esce, indicativa) avresti potuto già chiedere quale auto preferiva. Sì, avevo deciso che le Audi erano belle, ma troppo paffute, cicciottelle nelle forme, troppo arrotondate, e che le BMW invece erano le migliori, con le loro forme squadrate più futuristiche e sexy (cosa che poi si è rivelata vera negli ultimi anni per i modelli di un po’ tutte le altre case automobilistiche, Fiat inclusa). Adoro le colline perché lì mi ha trovata Mario, e le adoro anche perché lì c’è un vento sempre più forte di tutto il resto di San Donato, ma adoro quel luogo soprattutto perché fin da piccola amavo le BMW, amo le bandiere che sventolano nella sede di via dell’Unione Europea, e non è nemmeno escluso che un giorno farò domanda per lavorarci, sarà il famoso portone che si apre, insieme a tanti altri. Nel mentre i topi avranno sempre molto di cui vergognarsi, perché è assurdo che per mesi mi abbiano privato di poter vivere dove voglio ma pagheranno per cosa hanno fatto, il loro male verrà denunciato e riecheggerà molto lontano, perché adesso vivo di continuo sulle mie colline come facevo prima del loro grandissimo sbaglio. Sognerò sempre, continuerò a immaginare in grande, ma soprattutto realizzerò qualsiasi cosa che potrebbe sembrare impossibile. Per me nulla, da sempre, rimane impossibile.

— 10 luglio 2023


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— 9 luglio 2023


Sono stata precisissima, ieri parlavo del mio viso, e poi ho riguardato se ricordavo bene. Sì, ricordavo bene, il 2 luglio 2022 la puttana si esibiva con le sue ciabatte struscianti su via Schengen, e io tiravo Mario per allontanarmi da lei, quando avrebbe voluto io mi avvicinassi. Feci una foto appena tornata a casa, era il primo giorno che mettevo il top per correre, mandai quella foto solo a Mario, per accorgermi il giorno dopo che ci volevo fare un post. Lo lascio qui sotto, ma ancor più sotto lascio anche il post di cui parlo in quel post. Due post naturali al 100%, senza trucco, e che anzi immortalano momenti classici della mia vita. Ad oggi sono ancora la stessa di entrambi i post, o forse semplicemente ancora più forte e coraggiosa. L’allenamento di stamattina è stato bellissimo, sto facendo stretching gioiosa. 15:49.

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— 4 luglio 2023


Ieri mattina il 6° tennis con Mario è stato bellissimo. Finalmente ho pareggiato! La passeggiata prima e dopo del tennis è stata meravigliosa, le margherite su viale de Gasperi si sono seccate, ma l’odore di camomilla si sentiva ancora bene. Stamattina sono andata a fare gli esami del sangue ulteriori, e ovviamente ho portato i miei tre campioni di cacchina – ha avuto senso attendere che le mestruazioni finissero del tutto, prima che l’esame potesse risultare scorretto. Che avventura ahaha. È stato divertente anche perché c’era di nuovo la stessa infermiera dell’altra volta, questa volta ha prelevato 6 provette, speravo di meno, e nel mentre abbiamo fatto tutto un discorso sul ferro, l’emoglobina bassa, la celiachia, le trasfusioni, i gruppi sanguigni (sì le donne sanno parlare di molte cose velocemente), e ad un certo punto, ed è stato così lineare che ho quasi pensato potesse aver letto quello che avevo scritto quaggiù, ha voluto vedermi senza mascherina, “ti devo vedere, ti devo vedere”; allora ho tolto la mascherina, mi ha osservata molto, per i motivi di cui avevo già discusso l’altra volta, e nel suo sguardo c’era come un’ulteriore delusione, perché finalmente stava vedendo il mio viso dolce, simpatico, sorridente, e avrà pensato di nuovo che peccato che per mio figlio non si possa fare niente. È capitato più volte che togliessi la mascherina e rimanessero piacevolmente colpiti dal mio visino, dalle guanciotte, dalle labbra, dal sorriso, oltre che dai miei occhi vispi. Non è sempre così, anzi, mi sono ritrovata spesso a immaginare il viso di alcune ragazze e ragazzi che avevo sempre visto con la mascherina, e visto che con l’immaginazione tendevo a renderli sempre tutti molto belli, al momento della verità, nell’istante in cui toglievano la mascherina, rimanevo delusa. Quando l’obbligo di indossare la mascherina era finito del tutto al Politecnico devo essere sincera mi sono detta “chi sono tutti questi oh”: me li ero immaginati decisamente più belli, non che il mio viso sia perfetto o magnifico, ma come ho già scritto, mi sono accorta, quando è capitato, di aver stupito positivamente. Un giorno sull’autobus stavo parlando con alcuni ragazzi appena usciti dalla scuola, indossavo la mascherina e loro no, avranno avuto sui 14 o 15 anni, due ragazze, molto truccate, ma che ecco già avevo intuito non fossero esatti modelli di bellezza, facevano le gradasse con un ragazzo, carino ma non in maniera eccessiva, eccetera. Poi insomma si era finiti in un discorso sul sorriso, mi è venuto spontaneo togliermi la mascherina; le due ragazze non pensavano potessi ampiamente competere (vincere) con loro con più di dieci anni in più e senza trucco, e anche il ragazzo era rimasto colpito, si notava facilmente da quello che poi aveva detto. È triste ma sono più i brutti che i belli al mondo, che internamente sia l’inverso? Non saprei, di certo i topi sono brutti dentro, fuori, in tutto. Non ho alcun dubbio, altrimenti quel giorno il marito della stronza si sarebbe fatto vedere in faccia, non avrebbe tenuto la mascherina, è ovvio ahaha!

— 3 luglio 2023


Poi il vento ha continuato, ha portato i nuvoloni neri, ieri ha piovuto tutto il giorno e ho dovuto spostare l’allenamento a stamattina, che è stato perfetto, la temperatura era ottima visto che il clima si è di molto rinfrescato. Mario è venuto sulle colline quando ho finito di correre e abbiamo fatto gli esercizi insieme. Ma ieri appunto al posto di allenarmi mi sono vista con Mario, non aveva il corso in via eccezionale allora ci siamo trovati verso le 10 per una camminata, e poi avevamo già in programma di andare a mangiare di nuovo la pizza nella pizzeria AM dietro a dove si rintanano i topi. Prima delle 11 ha cominciato a piovere, si sapeva, siamo stati un po’ a casa di Mario, poi siamo usciti di nuovo e abbiamo mangiato la pizza, preso un dolcetto all’Esselunga per mangiarlo a casa di Mario, condividendolo anche con suo fratello (la sorella e i genitori erano via), e poi visto che Mario e sua mamma dovevano fare la spesa a San Giuliano mi hanno riaccompagnata a casa in macchina. È stato tutto bellissimo, siamo legatissimi, e ci credo che ieri il cielo non è stato in grado di fermare la sua commozione nemmeno per un attimo, l’unica cosa un po’ brutta è avvenuta mentre stavamo andando a casa col dolcetto, Mario è scivolato su una grata in via Libertà, una brutta caduta all’indietro ma per fortuna ammortizzata anche dalle mani, e per questo oggi avendo ancora le mani un po’ segnate e sensibili ha evitato di fare alcuni esercizi, ma ciò che mi piacerebbe anche salvare è la reazione che ho avuto in risposta a questo avvenimento. Mario non si aspettava assolutamente di cadere, ma nemmeno io lo potevo immaginare, stavamo parlando ognuno col suo ombrello; quando è caduto non ho potuto fare niente sentendomi impotente, tutto avviene così velocemente in quei casi, ma quello che mi ha fatta allarmare particolarmente è stato il suo metterci un attimo in più del dovuto a rialzarsi, ma è andata così solo perché semplicemente non si aspettava di cadere e stava ancora capendo cosa fosse successo, però insomma io mi sono spaventata, mi sono fiondata su di lui per aiutarlo ad alzarsi, capire come stesse: dopo aver capito che era tutto a posto mi sono uscite alcune lacrime, quelle della paura che avevo avuto. Quando ho le mestruazioni sono più sensibile, più dolce, ma non ci aspettavamo lo diventassi così tanto. E poi non serve dirgli ti amo ogni secondo, l’amore si vede soprattutto in un momento come questo, ci tengo moltissimo. Ma anche la stronza teneva moltissimo a me, spesso aveva delle attenzioni particolari per me, anche quando ancora come dire non avrebbe potuto permetterselo, perché ero un’alunna come gli altri, ecco, ma forse no, e l’ho scritto nello scorso inserimento, quella volta che non mi interrogò non doveva andare così, a me non piacciono le disparità, devo dire esattamente come andò, presi la mia sedia e mi misi vicino agli altri interrogati intorno alla cattedra, stavo continuando a studiare e volevo essere finalmente interrogata, non potevo pensare avesse davvero deciso di non interrogarmi fino a quel giorno… Le stava più a cuore come stavo, perché anche andando alla cattedra non riuscii a farmi fare nessuna domanda, non voleva. Una donna, quando lo è, continua ad avere un senso materno, sia se non è mai stata mamma ma anche soprattutto se lo è; purtroppo poi lei è andata fuori di testa, si è trasformata, fino a diventare un uomo per insensibilità. È passata dal non interrogarmi se per una volta serviva perché non ero in forma, al volermi fare male, e l’omissione di soccorso che ha praticamente intavolato in ultimo, in comparazione alle attenzioni che aveva sempre avuto, è meschina. Se era così convinta che io volessi uccidermi, quel giorno, il giorno dell’ultima denuncia, perché ha pensato solo a se stessa, al suo inganno nei miei confronti, perché non ha pensato anche solo un momento ai miei genitori, a cercare di fare in modo venissero informati, non direttamente, ma bensì dagli ignorantissimi carabinieri stessi, “vostra figlia sembra in pericolo, l’avete sentita al telefono?”. Niente di questo è stato fatto, era così convinta mi stessi uccidendo e così convinta di intavolare un’omissione di soccorso nettissima, per cosa, per la sua incolumità, che non era mai stata toccata. Ero io in pericolo, ma quei carabinieri intelligentissimi hanno ascoltato cosa diceva, tutte cose false, solo per aiutare lei, che di aiuto non ne aveva bisogno affatto, e non hanno pensato nemmeno per un attimo che i fatti non tornassero, che c’era da indagare meglio. La giustizia, che io chiamo ingiustizia ormai, è così rotta, assurda: chi si presenta per primo per rovinare la vita a qualcuno ha il trono, la vittima diventa l’imputato, spesso innocente, tra giudici veramente poco innocenti, che lo tirano per i capelli come un assassino, dimenticandosi che è con gli assassini che bisogna avere certi atteggiamenti, e ancora più assurdamente con gli assassini sono più buoni, partono a dire che non c’è crudeltà, non c’è premeditazione. La giustizia è sempre ingiusta, con gli innocenti dura in maniera scandalosa, senza capirci niente degli imputati, con gli assassini dolce in maniera scandalosa, senza capirci niente degli imputati; è sempre la solita schifezza, e non cambia, non cambia nemmeno dopo cosa avrebbe dovuto imparare con casi come quello di Enzo Tortora, non cambia perché si sta pretendendo che dei giudici, degli esseri umani come tutti, con una laurea discutibile, possano salire in una posizione così alta a dire chi è peccatore, chi no, come dei onnipotenti. Una pretesa morbosa, nociva, immancabilmente presuntuosa. Non ci muoio di certo come Enzo Tortora, poverino, l’hanno distrutto, trattato come un mostro, per uno stupidissimo caso di omonimia, dopo il 9 maggio mi sono fatta una grande risata e da lì in poi può solo migliorare tutto per me. Però poi sento la bambina al quarto piano fare i suoi urletti e mi distraggo da quel mare di giudici colpevoli, perché è una bambina che viene qui dalla nonna tutti i giorni e sta lottando, già da piccola, per una malattia degenerativa rara fatica a fare qualsiasi movimento, una sera il padre disperato le diceva “perché non riesci a fare nemmeno la cacca, perché non riesci cazzo”. Ogni volta che la penso mi sento fortunatissima, e allo stesso tempo mi manca il respiro, cos’ha fatto di male quell’angioletto per nascere con questa faticosa malattia addosso, cos’ha fatto di male quella ragazza uccisa e messa in un sacco da un ragazzo impazzito (recente fatto di cronaca, impazzito per davvero), cos’ho fatto di male io per meritarmi una stronza come quella, dopo che l’ho amata (non è l’amore che dicono quei giudici ignoranti, non lo capiranno mai) con tutto il cuore si è permessa di fare l’errore più grosso, e lo pagherà, avrò più di prima, infine mi avrà aiutata. Le vittime innocenti di questo mondo, delle quali parlavo poco fa, non avranno mai niente dalla giustizia (la bambina per cosa diceva la nonna è nata così per un errore dei medici nel parto), sia che ne avranno a che fare per mostri malati e fuori di testa che la usano contro di loro sfruttandone a pieno le falle, sia se dovranno vivere in paradiso per essere state uccise da mostri liberi sulla terra. Una cosa è certa, farò valere ancora a lungo la mia parola, la vera giustizia non si raggiungerà, ma ce l’avrò messa tutta per raccontare in ogni istante la verità, con sensibilità, con la mano sul cuore, con l’amore di chi sa vivere tra le persone. Bisogna avere paura di quei topi, non hanno mai parlato con nessuno che vive intorno a loro, io almeno una volta ho parlato con tutti i loro vicini, quelli del loro quartiere, sembra impossibile ma è così, devono chiudersi nella loro lurida tana ancora a lungo, devono avere paura di cosa hanno fatto, deve mangiarli giorno per giorno. Presto leggeremo la parola assolto, e le mie parole raggiungeranno tante bellissime persone nel mondo. Le persone brutte sono poche, come i topi, e pochi altri; a me e a Mario ogni volta in giro sorridono tutti, contenti. La speranza che tutto migliori è flebile, ma esiste, corre agile, raggiungerà sempre tutte le persone belle.

— 1 luglio 2023