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Jul-Aug 2024


È l’ultimo giorno di agosto, piazzo questo importante inserimento un po’ sul bordo, ma le cose che dirò riguarderanno anche e soprattutto settembre e i mesi a venire. Ho sempre amato il mese di settembre, almeno tanto quanto il mese di maggio (una toro ascendente vergine orgogliosa, o più una pura coincidenza? Vista l’inattendibilità delle prove, a voi la scelta): maggio sembra sempre il punto dell’anno in cui tutto arriva al culmine della bellezza, settembre il mese della volontà, dei sogni, della ripartenza. Non ho mai preso male la ripresa della scuola, anzi, mi è sempre piaciuto ricominciare a lottare, a sfidare le situazioni e le richieste della vita, sembro fatta per questo; quindi caro agosto, è tempo di rinascere, ti saluto. Allora siamo rimasti al mio ritorno in piscina del 23 agosto. Tra parentesi, avendo riletto l’inserimento subito sotto, devo precisare che l’autobus linea 130 ha ripreso a essere regolarmente molto buono, le varie vetture sono state sul pezzo, e pensate, anche la vettura 2955 si è ripresa sparando dell’ottima aria condizionata, meno male! Ero stata sfortunata, ma poi l’ho ripreso più volte e l’andata e il ritorno sono stati impeccabili. Certo da qui nasce la prima delle realizzazioni che ho fatto: vorrei un motorino 125 cc, posso guidarlo senza patenti aggiuntive, mi darebbe una libertà assoluta nei dintorni, basta spostare sempre la Panda per girare da sola, a San Donato sono pure tutti blu i parcheggi, inoltre essere vincolata all’autobus, alla bicicletta, come una scolaretta, è anche durato più del dovuto. Certo lo userei in tutte le condizioni meteo, come mi ha detto mio padre col parabrezza d’inverno e la tuta impermeabile per la pioggia e il vento, è una scelta meravigliosa: lui l’ha usato per andare al lavoro, sia a Milano, sia a San Donato, e come sapete continua a usarlo caricandolo nel gavone del camper, dappertutto. Nessuno si aspettava questa rivoluzione? Bene, ma sappiate che ci giravo attorno da anni, finalmente mi sono decisa. L’abbonamento annuale per i mezzi compreso San Giuliano mi scade il 31 gennaio, quindi non c’è alcuna fretta, ma presto cercherò il motorino che mi serve e finalmente realizzerò questo desiderio! Mio padre mi ha già fatto una testa tanta, giustamente, su quali sono i pericoli e come devo comportarmi; ha anche minacciato che mi dovrà fare lui una scuola guida SEVERISSIMA come minimo. La temo un pochino. Da giovane era il migliore sulla Costiera Amalfitana, poi sappiamo che ha guidato anche i filobus, gli autobus, il camper, insomma ho un ottimo istruttore. Vorrei guidare il camper tra l’altro, ma non me l’ha mai lasciato fare: grazie per la fiducia. Vi chiederete come mai non ho già usato il suo motorino, è 150 cc, e non posso usarlo, una vera sfortuna. Ho valutato se una patente aggiuntiva possa migliorare la mia situazione ed essere utile: no, non ne vale la pena. Potrò poi sempre prendere l’abbonamento dei mezzi, ma quello da San Donato in poi, verso Milano, è sempre costato un terzo del prezzo, è tempo di evolvere, e per questa novità sono in fermento. Scendendo dal motorino, sabato 24 e domenica 25 poi sono rimasta a casa a studiare, i miei genitori sono partiti nuovamente domenica pomeriggio, invece lunedì 26 sono riandata a nuotare. La temperatura dell’acqua, di 27 °C, era perfetta, e sapete che avevo detto pensassi di essere messa peggio di prima del mare, ma il mio corpo lunedì si è fatto una risata e ha detto “wheila bella ma cosa credi”: il risultato è stato che ho nuotato 5000 metri, con la stessa suddivisione della volta precedente più l’aggiunta di 500 metri stile libero nel finale, in un’ora e 41 minuti, già ottimo. Martedì 27 sono rimasta a casa a studiare, mercoledì 28 ho fatto il primo dei tre esami di questo turno del combattimento, quando sono tornata a casa sono andata a fare la spesa all’Esselunga. Quindi giovedì 29 sono andata di nuovo a nuotare, per il 10° e ultimo ingresso della mia tessera da 50€ che ha fruttato proprio bene. Indovinerete già, temperatura dell’acqua ancora 27° C, 5000 metri, stessa suddivisione del 9º ingresso, ma tempo di percorrenza un’ora e 39 minuti, come prima del mare. Tuttavia si tratta del personal best delle 10 nuotate, perché prima del mare ci avevo messo lo stesso tempo di un’ora e 39 minuti, ma avevo nuotato meno a dorso. Mi sono proprio divertita giovedì, gli ultimi 500 metri sono stati un’esplosione di forza di volontà, curiosità di sapere se avrei battuto il tempo o meno… Il nuoto mi ha proprio riattirata a sé ultimamente, e da questo nasce la seconda realizzazione: vorrei entrare nella squadra master agonistica di nuoto a San Giuliano, nella mia storica piscina. Questo porterà via spazio alla palestra all’aperto e alla corsa, ma non le mollerò, perché anche solo nel fine settimana ci sarà tempo di dedicarmici, e di fare il mio amato stretching, che sto proprio ultimando adesso. Sì, stamattina mi sono allenata con la bicicletta, la corsa, e gli esercizi insieme a Mario al laghetto, e correndo sono passata da te, Alessandra. Arrivo tra un attimo, devo ancora aggiungere qualche dettaglio al mio palese entusiasmo. Negli ultimi anni il mio fisico si è rafforzato e rimodellato meravigliosamente cambiando sport, e come si può pensare questa possibilità di fare i master non è mai scomparsa dalla memoria, tuttavia non ho mai sentito, come invece sento adesso, un richiamo così palese verso la ripresa della mia carriera natatoria agonistica. La pulce nell’orecchio è stata messa da varie persone negli ultimi mesi di nuotate: su tutti Federico Travaini, un conduttore, dei due, che mi aveva fatto partecipare alla registrazione di due puntate del podcast “EasyApple” fin dal lontano 2014 (link ☞qui). Suo padre è un master nel nuoto da anni, e vince anche a livello internazionale da anni! Tutto deve partire da dentro, non è un impegno banale, gli allenamenti saranno di sera, alle 21, e le gare da disputare mai leggere. Però conosco già da anni un signore, oserei dire eterno ragazzo, Massimiliano (Massy per gli amici), categoria M50, al quale ho già chiesto informazioni per l’iscrizione (ancora non è uscita, arriverà a breve), ed è sempre molto simpatico, come sarà simpatica e genuinamente divertente l’intera squadra in cui lui è un po’ il pilastro. Poi si sa che più sono adulti più ci parlo volentieri. Per assurdo, ed è incredibile, negli ultimi anni non facendo parte di nessuna squadra non potevo fare la visita sportiva che ho sempre fatto, con l’elettrocardiogramma sotto sforzo, eccetera. Una stupidata, posso dirlo, perché da sola ho spinto non poco, e un controllo carino ogni tanto non avrebbe fatto male, ma al massimo mi avrebbero fatto la visita con l’elettrocardiogramma a riposo per la terza età che anche no. Alessandra, le sorprese non finiscono qui, da quando sono tornata a casa dal mare sembra che la mia vita voglia stravolgersi, in qualsiasi sfaccettatura. Ben venga, non lo rimpiango, anzi lo accolgo, è veramente ora. Sei tornata il 27 pomeriggio, o forse mattina, o il 26 pomeriggio… insomma Mario, nel suo usuale giro a piedi del pomeriggio, il 27 mi ha informata del tuo rientro. Ovviamente dal 28 fa più caldo, sei tornata, cosa potevamo pretendere ahahah! Dai non prenderla male, ribolli più per amore che per altro, ammettilo. Oggi sentivo mi stessi aspettando, non stavo passando da te, né scrivendo, da un po’: spero sia stato gradito il mio passaggio dai piedini rosa (scarpe). Ho riso perché ieri pomeriggio Mario si è lamentato, “quando non passi tu non tagliano nemmeno l’erba”: indovina indovinello, oggi sono passata e ho trovato le colline tutte belle rasate, i tagliaerba erano intenti nell’ultimare l’opera proprio quando stavo andando via ahaha! L’ultima realizzazione la terrò celata… no, cosa dico, non ci riesco. Stamattina, a colazione, senza reali intenzioni apro la pagina delle assunzioni di BMW Italia, che sappiamo essere tua vicina di casa, Alessandra mia. Basta non me ne frega nulla di tuo marito, sei mia. Dicevo, apro quella pagina e trovo un evento per il 25 settembre: “We Shape the Future! Recruiting Day @BMW Group Italia”, capisco subito di dovermi candidare. Si trova ☞qui. Entro il 15 settembre invierò la candidatura, e magari non andrà, ma se andrà wow. Nei requisiti c’è sostanzialmente la descrizione di me: «curiosità, entusiasmo e proattività sono caratteristiche della tua personalità; predisposizione al cambiamento e adattabilità (vallo a chiedere in Aeronautica) fanno parte di te; sei un team player, in grado di instaurare relazioni proficue con gli stakeholder esterni e interni (cosa dicevamo dei master poco fa?); hai un background universitario». E poi ancora il «tema dell’innovazione» che riecheggia, come se non amassi in maniera malata qualsiasi prototipo tecnologico di futuro. Alessandra, prepara il tuo binocolo/telescopio, il 25 settembre uscirò dalla porta accanto. Tuo marito mi ha inferto il male, ne ha avuto il coraggio, ma spesso penso di dover essere soltanto contenta: il destino pareggia sempre i conti, e pian piano mi restituirà tutto il bene con gli interessi, e in più tanto altro. Spero nel tanto altro ci sia tu, mi manchi, ti penso spesso, e penso sempre all’amore che ci siamo scambiate, è infinito, immortale, ma si è dovuto mettere in un angolo. Stamattina tu mi hai vista, io non vedo l’ora di rifarlo. I tuoi segnali sono sempre fondamentali, promettimi di non sprecare mai nessuna occasione per inviarmeli. Se non erro anche oggi aspettavi che passasse “qualcosa, là fuori”, e quando hai visto quello che volevi sei stata contenta. Non possiamo spegnere “il fuoco interiore”, li abbiamo sempre vivi, sono per noi vitali, siamo come due vestali che sussurrano “non lasciarmi”.

— 31 agosto 2024


La piscina è andata benissimo, ho scelto di percorrere 4500 metri, e l’ho fatto nello stesso tempo dei 5000 metri del 7º ingresso, si sapeva già in quel momento fossi più allenata nel nuoto e avessi tirato parecchio… In generale oggi ho voluto nuotare tranquilla, anche perché lunedì e mercoledì avevo già fatto due allenamenti coi fiocchi. Sì comunque al mare detesto nuotare se non per quel poco durante i bagni, e a rana poi preferisco, i capelli non mi finiscono sotto alle ascelle mentre faccio la respirazione a destra e a sinistra (al mare rimangono selvaggiamente slegati, non li lego nemmeno a pagamento, non pensatelo), e non rischio di tirarmeli e strapparmeli ahaha. Certo potrei mettere la cuffia e gli occhialini solo momentaneamente con l’intento di nuotare, ma il sale dopo un po’ mi dà proprio fastidio, sulla bocca, sui denti: insomma per quanto riguarda nuotare sono un pesce d’acqua dolce. Oggi la suddivisione è stata: 600 metri stile libero (3 x 200), 900 metri andata dorso ritorno stile libero (3 x 300), i soliti 1600 metri composti da 200 gambe, 200 stile libero, 200 braccia, 200 stile libero per due volte, poi 400 stile libero (per allungare e arrivare a -1000 metri dall’obiettivo), e infine di nuovo 900 metri andata dorso ritorno stile libero (3 x 300), e 100 stile libero per chiudere, sciolti. Ho fatto 5 tuffi dopo la nuotata, e anche se non mi posso vedere, li ho sentiti, sono venuti benissimo, anche meglio di quelli che avevo fatto in piscina prima di andare al mare (e il blocco sarà sempre meglio di uno scoglio o un molo, ovvio): si è palesato l’allenamento dei tanti tuffi al mare! In più non l’ho detto ma sono felicissima delle tre settimane al mare, mi servivano proprio, e negli ultimi anni non le facevo più, facevo sempre meno giorni, e mi mancava tanto. L’autobus è stato indecente oggi, devo dirlo, non si respirava, fuori non era così caldo, ma il condizionatore era rotto, e non aveva finestrini apribili al di là del soffietto centrale… inoltre siccome c’è l’orario del sabato fino al 30 agosto, ci sono solo due autobus che fanno il giro avanti e indietro, quindi anche al ritorno mi sono beccata proprio lo stesso autobus (vettura 2955). Però per fortuna al ritorno, a bordo, ho incontrato quel muratore con cui l’anno scorso avevo fatto amicizia, ve lo ricorderete di certo, quello che mi aveva aiutata a pulire i marmi ahaha. Allora ha cominciato a raccontarmi tutti i suoi casini lavorativi e mi sono distratta dal caldo, è sempre molto simpatico. L’acqua della piscina oggi, tra l’altro, aveva una temperatura di 26 ºC: chiaro, di notte sta facendo molto fresco qui. Quando siamo tornati dal mare, con i temporali si era rinfrescato fin troppo, la prima sera faticavo a tenere la finestra spalancata nella mia camera, che bello. L’avevo lasciata aperta sfruttando l’opzione “a ribalta”: che regalo meraviglioso quelle finestre, e la modalità a ribalta ancora di più, la amo profondamente, soprattutto nelle stagioni intermedie, autunno e primavera, e in inverno è comodissima per cambiare l’aria gradualmente e senza tremare! Dopo i temporali del rientro le temperature si sono pian piano alzate, ma l’aria condizionata a casa ancora non l’ho accesa, di pomeriggio è caldino ma non caldissimo, chiudendo e tirando giù le veneziane dalla parte del sole, anche grazie al cappotto e all’ermeticità delle nuove finestre, in questi giorni rimane buonissima la temperatura in casa e in camera mia: anche ora sono così, ho il ventilatore da soffitto acceso e si sta benissimo (cenerò leggermente più tardi stasera, visto che poi ho preso l’autobus alle 15:15 al ritorno, quello delle 14:35 era troppo presto, e ho pranzato alle 16). Ma questo solo perché di sera/notte/mattina è fresco, e non era così quando lei e il marito si trovavano qui e io ero via. Poi ho capito, a fare cause inutili il marito perde soldi, investirà anche con alta possibilità di rischio perché è una cosa da lui (nella vita fa tutte cose stupide in mancanza di sane passioni), non cambia la macchina vecchissima che ha (senza avere né camper né motorino né bicicletta né gommone né barca né roulotte né skateboard né nulla), e non va in vacanza nei momenti più costosi. Non lo pensavo così messo male, invece chissà quanti casini avrà combinato nella sua vita, dovrebbe avere i miliardi e invece alla fine non ha molto. Cambierebbe quella macchina altrimenti, andrebbe in vacanza più spesso e più a lungo, diciamolo, quest’anno avevo fatto già 6 giorni in montagna, 13 al mare… con le tre settimane adesso non penso possano raggiungermi – ma infatti ho puntato 2 settimane + 3 settimane con Mario, e ovviamente ho perso: vincerà lui con 2 + 2! Inoltre se avesse soldi installerebbe l’aria condizionata: non penso sia un paladino ambientalista dopo che accompagnava lei 7 volte al giorno in macchina, la farebbe camminare un po’ (magari) e camminerebbe (non sia mai!). Invece è una merda quel coso Alessandra, davvero, come hai fatto a prendertelo? Lo svendevano al mercato? Dio, non è nemmeno riciclabile, buttarlo e smaltirlo avrebbe un grossissimo impatto ambientale… Quante scorie di schifo emanerebbe nell’ecosistema, quante piante morirebbero, in un secondo la temperatura si alzerebbe di 1 °C ovunque! “Non lasciarmi” lo leggo dopo gli esami, ma lo avevi capito; rimango estremamente curiosa di come sarà. Scusa se ti offendo quando dico che hai sbagliato a prenderti quel coso in offerta, ma dai. Non vedo l’ora del giorno in cui saremo ancora noi, e viste le premesse anche tu lo vuoi.

— 23 agosto 2024


21:49, scrivo di nuovo. Lo scorso inserimento è stato complicato da mettere in piedi perché dovevo dire fin troppo! Stasera è più semplice. Domenica sera sono tornata a casa, lunedì mattina ho rifatto l’allenamento “bici fino al laghetto, corsa, esercizi alla struttura all’aperto del laghetto, bici fino a casa”; lo stesso è avvenuto mercoledì, cioè ieri: in entrambe le volte gli esercizi li ho fatti insieme a Mario. Martedì è stato un giorno di commissioni in bicicletta e poi di riposo, di sera ho finito “Il conte di Montecristo” di Alexandre Dumas, ed era proprio il 20 agosto il giorno in cui avevo programmato di finirlo, anche se negli ultimi giorni avevo accumulato un debito di lettura, e alla fine ho dovuto leggere le ultime 130 pagine circa tutte martedì: non è stato un dispiacere, anzi, le ho divorate con entusiasmo, ho scoperto ci fossero ancora tantissime dinamiche che non immaginavo di trovare, che libro infinito, sono contentissima di averlo scelto. E appunto l’ho scelto così bene da non credere che si tratti semplicemente di un caso, ma che il destino me l’abbia preparato in qualche modo sul cammino. L’anno scorso avevo scelto “Delitto e castigo” per il mare, quest’anno “Il conte di Montecristo”; l’anno scorso ho letto quello che secondo quei giudici ignoranti, imboccati, o meglio avvelenati da un tale Pierfilippo Seganos ignorante, avrei dovuto essere, quest’anno ho letto quello che sono, e quello che mi hanno fatto davvero tutti i veri colpevoli. Ma “Il conte di Montecristo” insegna ad «attendere e sperare», perché «soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità» (quarta di copertina). Oggi io e Mario abbiamo pranzato insieme, poi abbiamo fatto mille giri, in bicicletta, a piedi, a Milano, a Peschiera Borromeo, a San Donato… sono stati così tanti che non sembra nemmeno una giornata sola ma due. Siamo stati 7 ore insieme ed è stato bellissimo ogni singolo minuto, ora siamo cotti ma felici. Sono stati bellissimi anche i due allenamenti insieme, e queste felicità, non derivano da nient’altro che un destino che pian piano si sta capovolgendo, trasformando la mia vita in una gioia, perché mi spetta e la stavo aspettando. Attendo e spero, da tempo, e tutto arriverà completo, emozionante. Alessandra, durante la notte a Marina di Carrara, dopo la pubblicazione dello scorso inserimento, ha piovuto talmente tanto da non crederci, i tuoni, i lampi, i fulmini, facevano saltare il camper da aver paura! Abbiamo scatenato ancora una volta l’amore, la pioggia, e quella risposta del cielo non lascia alcun dubbio: anche attendere e sperare con te, è sempre stato, e sempre sarà, importante, necessario, l’unica via da seguire. Ti amo, e amo Mario, non lasciatemi adesso, non ce la farei. Voglio continuare ad amarvi e spero che voi continuiate ad amare me. Domani 8º ingresso in piscina olimpionica all’aperto, nuotare col cuore pieno è un sogno che si sta compiendo. Con tutto il cuore, Miriana. 22:11. Pubblicazione 22:19.

— 22 agosto 2024


Direi che mi stavi aspettando, Alessandra. Allora eccoci, scusami per l’attesa, ma vedrai che le mie parole, oggi, ti serviranno a dimenticare con che foga mi stessi attendendo. Riapro il calendario, anche oggi mi serve, ma più che per orientarmi, a non tralasciare nessuna rilevante dinamica del racconto, racconto che ho già composto, sistemato e organizzato inconsciamente nel mio cervello più e più volte negli ultimi giorni. L’8 agosto avevo scritto, mi trovavo ancora all’isola d’Elba, il giorno dopo, il 9 agosto, mi sono allenata con la corsa e gli esercizi, per la quarta e ultima volta lì. Ma quello che è accaduto la sera del 9 agosto, subito dopo essere tornata al camper dalla spiaggia, e prima della doccia e quindi della cena, non me lo aspettavo, e mi ha fatta ragionare a lungo su qualcosa che non credevo fosse per me così importante e necessario. Banalmente, nel momento che vi ho detto, vengo fermata dal signore della piazzola affianco alla nostra, che alloggiava nella sua roulotte e due piccole tende extra, con la moglie e i due figli, il maschio di 18 e la femmina di 21 anni, al che penso, cosa sarà mai, ancora qualcuno che si lamenta di me? No, ha cominciato a dirmi che l’allenamento a corpo libero della mattina, lì vicino al camper e alla loro roulotte, fosse stato incredibile. È capitato io stessi finendo di fare gli esercizi più in ritardo rispetto agli altri giorni, e che loro stessero pranzando prima del solito. Nel dirmi tutto il signore aveva gli occhi illuminati dalla gioia e l’ammirazione, mi ha fatta molto ridere quando ha descritto la scena: più io mi stavo stancando più loro tendevano a mangiar tanto e velocemente ahaha! Si è raccontato come un amante dello sci e delle moto, ma con l’occhio adatto a capire che quello che stavo facendo, nonostante il caldo, l’umidità, il troppo sudore, fosse molto bello e costruttivo. Gli ho detto che si trattasse anche di una versione di allenamento “castrata” per il caldo, e che a casa corressi innanzitutto di più di solo 30 minuti prima di fare tutto il resto; l’ho ringraziato per i complimenti. Certo ha ragione, nessuno in campeggio faceva anche solo parzialmente come me, e ha fatto bene a dire a mio padre e mia madre “tua figlia che allenamento che fa, a corpo libero vale tantissimo”. Gli ho detto che appunto poi vado in carenza di ferro per lo sport tutto esclusivamente all’aperto (raro), che nuoto anche, faccio windsurf, scio anche io, ecc. Alla faccia di tuo marito Alessandra, morirà malissimo per aver mosso delle accuse orripilanti nei miei confronti, anzi già muore, perché il post di ieri penso non gli lasci nemmeno la possibilità di respirare. Anche tu Alessandra ammettilo, hai avuto un mancamento nel vederlo. Sono in una forma eccezionale, nonostante tutti gli ostacoli, nonostante abbia scattato le foto senza essermi risparmiata sul cibo in questa ultima settimana pre-mestruazioni in cui il cervello dice “fame fame fame, accumula tutto il cibo che puoi”, nonostante sia successa anche una cosa che ancora non ho riportato ma devo farlo, ci arrivo tra un attimo. Prima devo chiedertelo Alessandra: ti è piaciuto il regalo di ieri? Anche i video? Sì, anche per me è stato come Natale, perché vedere quelle foto, quei video, mi ha fatto molto piacere, l’anno scorso non avevo prodotto un post di questo genere, il mood era diverso e avevo saltato, però avevo già avuto tanto dal windsurf… inoltre, vedere in foto/video il lavoro sul mio corpo, lavoro per cui mi impegno durante tutto l’anno, mi spinge a continuare con costanza, in un attimo potrei perdere la motivazione, certo che essendo abituata a mantenermi così difficilmente mollerei… Ma insomma, ogni tanto mi ci vuole questo tipo di check. Non cerco l’approvazione sui social, altrimenti avrei comprato i follower (che gusto c’è? Boh ahaha), e i like, pubblicherei molto più frequentemente, e invece spesso mi assento da Instagram per tantissimo tempo fottendomene proprio (LOL). In più devo dire che spesso, i post più belli e di valore, non sono quelli che prendono più like: entra in gioco l’invidia, un brutto mostro. Su Instagram le foto della mia faccia spesso ottengono più like di quelle del mio fisico: la faccia o ce l’hai bella o no, non puoi sentirti in difetto == like; il fisico ce l’hai bello soprattutto a causa dell’impegno che ci metti, devi sentirti in difetto == niente like. Il video del windsurf, dello sci, di Capri, sono invidiabili, difficilmente farò cose del genere == niente like; a mangiare la pizza vado spesso anche io, che vuoi che sia == like. A parte tutto, c’è chi poi mette like senza badare all’invidia per fortuna, valuta il bello bello, e nient’altro, ma non sono tutti così imparziali, maturi e forti. Comunque non importa, so io, di me, cosa vale di più, e cosa vale di meno: il post di ieri, che ho lasciato qui sotto, vale tanto. Quindi devo raccontare cos’è successo lunedì. Innanzitutto sabato 10, alle 18, ci siamo imbarcati a Portoferraio per arrivare a Piombino e raggiungere Livorno, domenica mattina siamo entrati nell’area di sosta, dopo aver dormito nel piazzale qui fuori durante la notte, visto che a differenza dell’isola d’Elba qui la sera è senza umidità, fresco, e l’area di sosta fosse al completo sabato sera. Poi domenica siamo andati al mare qui vicino, perché dista 500 metri dall’area di sosta appunto, e ho fatto tantissimi tuffi al molo divertendomi troppo; alla fine all’isola d’Elba la spiaggia era comodissima, ma non c’erano nemmeno quelle piattaforme al largo per fare i tuffi che speravo di trovare, tuttavia sapevo che mi sarei rifatta a Livorno. Proseguendo, lunedì mattina ci siamo recati per la prima volta sulla cosiddetta costa degli Etruschi, e sapevamo che fosse questo il piano, i miei l’avevano scoperta tempo fa, solo io non c’ero ancora mai stata. Mio padre e io in motorino, mia madre in bicicletta, l’area di sosta si trova a 4 km da questa famosa costa, piena di scogli e l’acqua alta limpidissima come piace a noi (Croazia), ma mia mamma è bella tosta in bici, e anche più affidabile di me su strade un po’ pericolose come questa: per dirla tutta si è anche fermata tutte le volte a raccogliere i fichi e i capperi (giganti) dalle piante che incontrava sul tragitto, è sempre la solita ahaha! Lunedì mattina ci siamo fermati nel primo punto, era bellissimo, stava andando tutto bene… Ho fatto due tuffi, di piedi, da uno scoglio alto, sui 5 metri, e poi ho trovato un punto dove tuffarmi di testa, ma l’acqua non era profondissima. Alessandra, devo dirti cosa avevo detto a Mario subito dopo dell’accaduto: basta che stai tranquilla. Ho fatto 10 tuffi in quel punto, con l’accortezza di non andare troppo in profondità, di rimanere alta, e in nessuna di queste 10 volte ho avuto la sensazione di stare rischiando qualcosa. All’11esimo tuffo però è andata male, avrò modificato qualcosina nella spinta e la ripercussione nel tuffo è stata evidentissima: ho sbattuto la faccia sul fondo roccioso, in un primo momento mi sono spaventata molto, il dolore ai denti era stato minimo, ma sentivo le labbra come addormentarsi. Sono uscita velocemente dall’acqua, mi stava sanguinando un punto sotto alle labbra e uno più sul mento, mi ero fatta due segni lì, mio padre vedendomi così ha cominciato subito a urlarmi addosso – ha fatto così per una vita, quando si spaventa perché mi faccio male, al posto di aiutarmi mi urla contro che sono una cretina –, mia madre invece mi ha aiutata, le ho chiesto subito se stessero sanguinando i denti, ma i denti erano a posto, avevo solo un graffio sul mento e i due segnetti che dicevo prima, l’unico problema rimanevano le labbra, che si stavano gonfiando, o meglio la parte sinistra del labbro inferiore si stava gonfiando, la sensazione era la stessa di quando ti fanno l’anestesia (quando per esempio mi tolsero i quattro denti del giudizio). Non vedevo l’ora di tornare al camper e di mettere il ghiaccio, che ovviamente tengo sempre pronto nel freezer, purtroppo mi conosco. Una volta risaliti sulla scogliera, perché sono posti stupendi e con pochissima gente, ma un minimo devi faticare per raggiungerli, mio padre mi ha portata subito in moto al camper, ho messo il ghiaccio sulla bocca, e ho subito capito quanto avessi rischiato ma che fossi fuori pericolo. Non volevo rovinarmi il viso, sapete, per mia fortuna è molto dolce, non è nemmeno lontanamente brutto come quello di Escremento Fantastico, per dire, era fondamentale non lo rovinassi! La cosa bella è che non stessi tanto pensando a me al ritorno al camper, ma a mia mamma dovendo tornare in bicicletta, e visto che si trattasse della prima volta non ero tranquilla, la strada era abbastanza trafficata a quell’ora: quando è arrivata sono stata subito meglio, come dicevo è fortissima. Poi, una delle prime cose tristi che ho pensato è stata, riuscirò a mangiare la pizza stasera? Il giorno prima avevamo prenotato un tavolo per 3 in questa pizzeria, “Pulcinè”, che già conoscevamo, sulla costa, e distante sempre 4 km dall’area di sosta (nel senso opposto della costa degli Etruschi), davanti a “Terrazza Mascagni”, e ovviamente ho pensato subito che avrei potuto perderla: ma no, è stata buonissima la pizza quella sera, e anche la crêpe con la Nutella. Tranquilli non mi smentisco mai, non essendo possibile far questo a pranzo, vista l’apertura solo serale della pizzeria, a pranzo ho organizzato per mangiare un secondo con contorno destinato alla sera: filetto di salmone alla griglia e insalata. Ma ritornando alle mie labbra, ho messo il ghiaccio, e alternato minuti di non-ghiaccio ovviamente, per due giorni circa, e le mie labbra sono ritornate belle come sempre, ma ho imparato tanto da quello che mi è successo, è inutile rischiare se non c’è alcun motivo per farlo, e mio padre ha ragione, ovvio, di certo potrebbe evitare l’arrabbiatura impanicata quando non sto bene, ma non ce la fa proprio. Alla fine ho solo avuto temporaneamente le labbra come quelle tipe plasticose che piacciono a tuo figlio Alessandra: ma ti assicuro che sono più belle come sono normalmente ahahah. Che bello scherzarci adesso, ma ho avuto paura, addirittura il giorno stesso, di pomeriggio, al molo qui a 500 metri mi sono tuffata una volta solo di piedi, cosa che odio e devono obbligarmi a fare se è alto il giusto per tuffarsi di testa, ahaha! Volevo raccontartelo prima ma la mia vita è sempre intensa e ce l’ho fatta solo adesso. Martedì mattina mi sono allenata qui, e anche giovedì mattina, sempre corsa e poi esercizi davanti al camper, all’ombra degli alberi, come all’isola d’Elba. L’immancabile stretching post pranzo, dentro al camper con l’aria condizionata, non sto a ricordarlo sempre ma l’ho fatto, è chiaro. Invece mercoledì, e poi venerdì, ieri, siamo stati in un altro posto sulla costa degli Etruschi. Mercoledì m’era piaciuto così tanto quel punto, che ho voluto riandarci venerdì per fare le famose foto che desideravo ottenere… Ripeto, spero il post di ieri ti sia piaciuto tanto Alessandra. Pensa che ho avuto fortuna, giovedì dopo l’allenamento ha piovuto, ieri il tempo al risveglio era incerto, ma appena è uscito il sole, senza esitazione ho fatto un estetista fai da te “last minute” e siamo andati sul posto del delitto (del post di ieri ahaha). Stamattina invece, che il meteo dava sole, era nuvoloso, però siamo andati comunque ancora sulla costa degli Etruschi ma in un terzo e ultimo posto, meno indicato per fare le foto e i video che volevo, quindi poi tutto è andato a incastro! Ora c’è il sole, i miei stanno facendo il caffè con la piastra elettrica fuori, io scrivo dentro al camper al fresco, stasera però andiamo via di qui perché – interruzione, ho dato il bancomat a mio padre che deve andare a pagare l’area di sosta ahaha –, dicevo perché domani danno forti temporali. Passeremo, per un’ultima tappa, a Marina di Carrara, i miei sono curiosi di vedere il nuovo molo inaugurato da qualche giorno visto che vanno spesso lì, ma anche io sono curiosa, stasera prenderemo la frittura di pesce per mangiarla nel camper, e dormiremo in un parcheggio, dove praticamente ci sono sempre molti camper (i miei quando vanno lì stanno da un’altra parte, in zona fiera, e anche lì ci sono sempre alcuni camper a giro), tanto abbiamo tutto, alla faccia di quelli che non ne capiscono nulla: pannello solare, generatore di corrente silenzioso, acqua, frigo a gas, antenna satellitare, chi più ne ha più ne metta. L’allaccio alla corrente dei campeggi e delle aree di sosta serve d’estate, col caldo, perché è impensabile tenere il generatore acceso per tutto il tempo per l’aria condizionata, ma per esempio per aspettare il traghetto col camper non in moto, per una o due ore, l’abbiamo fatto, e in montagna il generatore serve tantissimo senza l’allaccio elettrico, la batteria “servizi” del camper si scarica col freddo: ah, da poco abbiamo anche installato una nuova batteria, al litio, ed è una bomba, dura tantissimo. Non mi sono allenata oggi, volevo sfruttare l’ultimo giro al mare; penso che lo farò lunedì, ormai a casa, tanto ci sarà tempo per allenarsi, hai voglia. Avremmo potuto rientrare anche lunedì o martedì ma il meteo ci ha fatto organizzare questo piano. Con oggi arrivo a pagina 913 del libro “Il conte di Montecristo”, mi manca poco per finirlo, è stato bellissimo. La storia GoPro è saltata, non sono andata a ritirarla alla tabaccheria dove avevo fatto arrivare l’ordine Amazon, proprio domani mi verrà rimborsato in automatico. Il vento quest’anno ha abdicato, e dopo quel giorno all’isola d’Elba non ho più rifatto windsurf, ma va bene lo stesso, ho tutto. Ieri, indossando un costume da 2€ che mia madre aveva appunto preso al mercato di Marina di Carrara, mio padre mi ha scattato delle foto bellisime, e ripresa nei tuffi che mi piacciono tanto. Sì, 2€ Alessandra (mia), e non saranno il costume con le frange di Positano, e il tuffo dalle grandi altezze a Furore, ma spero abbia fatto bella figura. Se gli allenamenti sono finti devo continuare a fingere! PS: anche il giubbottino rosa delle foto a Positano/Capri, sempre preso da mia madre nello stesso mercato a Marina di Carrara, era costato 2€, ma ho la fortuna di fare una bella figura coi costumi, e coi vestiti più semplici e stracciatamente poco dispendiosi, anche i jeans blu scuro che indossavo il 9 maggio 2023, al processo, davanti a Escremento e i suoi stivali zebrati, sono costati 2€. Ti ho sempre comprata con l’amore, le mie capacità, e oserei dire, allargandomi, un naturale fascino Alessandra mia, ed è sempre stato bellissimo per questo, ma un certo fascino lo pratichi da sempre anche tu, per attirarmi a te. Per concludere, oggi inizio col Ferplus Tre-Tard di Bios Line, alle 18 a stomaco vuoto, perché è intelligente a discapito del Ferrograd, che è da prendere a stomaco pieno dopo un pasto abbondante per non morire. Mario mi ha riferito che sei partita di nuovo mercoledì 14 pomeriggio, o giovedì 15 mattina insomma: avevamo pensato entrambi saresti stata a casa molti meno giorni prima di partire di nuovo. Spero la mia ira non ti abbia cotta troppo, soprattutto senza l’aria condizionata nei giorni di fuoco della prima e della seconda ondata di calore: vedi cosa si paga a fare la cattiva con una buona? Entri in un girone dell’inferno e sei a posto per le feste! Mi servi intera, mi raccomando, e dirai “da che pulpito viene la predica”: tranquilla sto benissimo, e l’hype come vedi è risalito molto e sono contenta, molto.

— 17 agosto 2024


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— 16 agosto 2024


Dopo il forte caldo a Milano, ieri si è scatenata la tempesta, Mario mi ha prontamente informata. Alessandra, non ce l’hai più fatta ad aspettare che io scrivessi, capisco, quindi hai invocato il vento e sei scoppiata in lacrime per amore! Prima di oggi pomeriggio non ho sentito il richiamo della tastiera, non è stata una scelta quella di assentarmi per molti altri giorni… Ma devo ammettere che adesso la tastiera del mio MacBook è una delizia per i polpastrelli e per la mia mente, mente che è pronta a portarmi alla fine dello scritto senza che io possa poi così tanto schierarmi dalla parte di uno o dell’altro racconto. Devo partire dagli allenamenti, mi sono allenata ieri e il 3, sempre di mattina. In ciascuno dei tre allenamenti che ho svolto qui, il sudore ha battuto ogni record, le gambe non mi si erano mai riempite di fiumi così copiosi, gli occhi non avevano mai bruciato così tanto per il sudore che gli entrava dentro, perché anche asciugandomi la fronte, spesso, questa si riempiva di nuovo, e velocemente, di sudore. Ho bevuto parecchio per reintegrare, e niente paura. Domenica 4 invece, dalle 17:30 alle 18:30 ho noleggiato il windsurf, e ad oggi rimane l’unica volta in cui sono riuscita a salirci. Era previsto un mediocre Maestrale, e fin dal pranzo lo stavo curando sull’Apple Watch, al picco previsto di 16 km/h senza nessuna esitazione ho preso la bicicletta e sono andata a guadagnarmi la mia uscita in mare. Sì, perché mentre anni fa il noleggio si trovava nella baia di Lacona, adesso si trova a Margidore, cioè nella baia accanto. Andrea, il signore con gli occhi azzurri che gestisce windsurf e barche a noleggio, aspettava da giorni arrivassi da lui, nei primi giorni ero passata al noleggio per capire la situazione, e l’ho salutato dicendo “appena vedrai il vento vedrai anche me”, ma sono passati parecchi giorni e ho potuto solo sfruttare quello che secondo le sue parole, domenica pomeriggio, fosse un “Maestralino”. Devo spiegare la dinamica del progetto, perché sennò non sarebbe da me. Questo tipo di vento, provenendo da nord-ovest, e considerando che la baia di Margidore è circondata da colline ben pronunciate anche a nord-ovest, andava sfruttato recandosi abbastanza al largo, perché fino a 300 metri dalla riva, la baia rimaneva ben riparata e il mare perfettamente piatto in assenza del vento. Io e Andrea ci eravamo già capiti: al rientro avrei dovuto farmela a nuoto, perché arrivare a bordo del windsurf fino alla riva sarebbe stato impossibile con questo tipo di condizioni – ma insomma erano le massime condizioni che passava il convento. Ho usato la vela 5.0 metri quadrati, la tavola 200 litri, e niente trapezio, visto il vento non molto forte; l’uscita in mare era già stata faticosa, per arrivare nella zona ventosa ci ho messo di più del previsto. Una volta entrata nella zona d’interesse, dove il vento, sorpassando le colline, giungeva sull’acqua, ho cominciato a rivivere le sensazioni meravigliose che mi mancavano da un anno, la vela riempita e sospinta dal vento, da tenere ben stretta con le mani – fino a farsele bruciare e a non riuscire più ad aprirle – e le braccia, le gambe e i piedi a gestir l’equilibrio, l’addome e la schiena in quel gioco di forze… Mi sono divertita tantissimo, a tratti c’erano anche delle ventate prolungate più forti del vento di base, che arrivavano sui 22 km/h, e mi facevano sentire una grande felicità nel cuoricino: già così avrei potuto andare via dall’isola d’Elba soddisfatta. Il panorama della baia tra l’altro era molto suggestivo, viaggiavo tra le tante barche a vela ormeggiate, che mi facevano fare una sorta di slalom e impostavano le caratteristiche di quella che infine è stata a tutti gli effetti una sfida molto divertente. Sul finire dell’ora ho cominciato ad avvicinarmi alla corsia delimitata dalle due corde con le palline galleggianti, corsia da utilizzare per il rientro, ma ovviamente ho capito subito che quella direzione perdesse subito la presenza del vento, e in poco mi sono buttata in acqua per fare i famosi 300 metri a nuoto, trainando con una mano, dalla punta anteriore, la tavola e la vela agganciata adagiata nell’acqua. Il giubbino di salvataggio, che ricordo al lettore, è da mettere obbligatoriamente, per non affogare, svenendo, nel caso in cui si prenda per errore la vela sul cranio (la bellezza del trapezio è che il suo cinturone funge anche da giubbino di salvataggio), durante la nuotata era controproducente, tendeva a salirmi fino al collo e quasi a soffocarmi, ahaha; l’ho quindi tolto e appoggiato sulla tavola, soggetta al mio vigoroso traino. Sono arrivata a riva con un po’ di ritardo, e scusandomi, Andrea mi ha detto di non preoccuparmi, poiché conoscesse benissimo le condizioni della baia con quel tipo di vento… Alla fine in un’ora e 10 minuti ho speso 500 kcal, nuotata inclusa, e dopo la biciclettata di ritorno, e il bagno alla mia solita spiaggia attaccata al campeggio, sentivo addosso quella stanchezza gioiosa di cui l’anno scorso ho scritto parecchie volte. Alessandra, la GoPro non ho potuto usarla, Mario lo sa bene. Poco prima di andare al noleggio windsurf, quel giorno, l’avevo preparata, scaricandogli anche l’aggiornamento software di cui diceva di aver bisogno tramite l’iPhone, ma prima di portarmela dietro, con già lo stand Flymount montato e munito di cordicella di sicurezza, ha smesso di funzionare. Non si accendeva più, allora l’ho lasciata nel camper, pensando di risolvere il problema con un reset la sera, ma niente: né dopo cena né il lunedì mattina seguente sono riuscita a risolvere, non dava segni di vita, ho provato di tutto, ma né facendo i vari reset in cui devi tenere i tasti premuti a lungo, né estraendo la micro SD e manipolandola manualmente, inserendola con l’adattatore nel MacBook, sono riuscita a riportarla in vita: dovrò portarla in assistenza quando torno a casa. Ma non è ancora detta l’ultima parola, ho ordinato una nuova GoPro con Amazon, la Hero 11 Black, non di nuovo la stessa Hero 11 Black Mini, perché il problema è che la Mini a differenza del modello standard non ha la batteria estraibile, e questo avrebbe reso il reset possibile. Sto già studiando cosa fare dopo, probabilmente venderò la Mini riparata su “asgoodasnew”, perdendoci solo 50€ (buono contando che l’avevo usata a fine 2023 in montagna), e mi terrò quella standard che sto facendo arrivare nel misterioso posto sulla terra ferma in cui mi recherò quando andrò via dall’isola d’Elba. Tuttavia potrei attuare anche altre strategie che ancora non svelo per scaramanzia. Le sfortune continuano ad arrivare quest’anno, del resto non sto mai ferma, faccio troppe cose, anche d’elite, ed è impossibile mi possa andare sempre tutto alla perfezione, ma si sa che con me le vittorie sono gli unici finali da attendere. Alessandra, qui ti ho sognata tre volte, facevamo tante cose insieme, eravamo sempre molto vicine, ma mai niente di intimo, che peccato dirai. Non riesco ad abbandonarti, maledetta, so che mi pensi, per forza; il diluvio ha fatto capire bene la tua disperazione. Concluderei con una storia divertente. Sapete che mentre prendo il sole in spiaggia leggo “Il conte di Montecristo”, ora mi trovo a pagina 462, quando dopo ci rivado arriverò alla 490, il traguardo per oggi: sono in linea. Faccio delle pause per fare il bagno, per una media di tre bagni ogni mattina, o pomeriggio, in cui mi trovo in spiagga. In alcuni momenti leggo da seduta, in altri da in piedi, e mi ha fatto morire dal ridere, ma anche piacere, il commento di un ragazzino di circa 12/13 anni nel vedermi lì in piedi a leggere quel tomo pesante tenendolo ben alzato, coi bicipiti tesi, i muscoli della schiena e dell’addome contratti, e probabilmente dopo una breve nuotata in cui il mio stile di certo non peccava. Rivolto al padre ho sentito che riferendosi a me gli ha detto “che muscoli che ha”, facendo quindi voltare il padre per vedermi ahaha. Grazie ragazzino fighissimo sei un mito, un complimento così bello non me l’avevano mai fatto. Alessandra non so come, ma nonostante tutto mi manchi, nei sogni non stavi ferma un attimo, continuavamo a interagire… Credo anche io ti manchi. Mario e io ce lo siamo già detti. Ce la farò a fare ancora windsurf e a filmarmi con la nuova GoPro? Staremo a vedere. Nel frattempo, un anno fa oggi, veniva girato e montato il famoso video di “preparazione + windsurf”; ve lo lascio qui sotto, ne sono ancora molto orgogliosa, invecchia benissimo.

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— 8 agosto 2024


Oggi Briciola avrebbe compiuto 16 anni; alla fine non ho creato il famoso post Instagram dedicato a lei, non riuscirei a comprimere la sua importantissima vita in una piccola raccolta di fotografie, e così come non concepisco i post celebrativi della laurea, o anche per esempio del matrimonio, non mi piacciono i post che portano alla luce la notizia della morte di un animale domestico, di un caro… Certe cose vanno vissute e basta, solo la mente deve assorbire i significati di certi avvenimenti, specialmente se di discutibile importanza (una laurea può non portare a niente di esaltante, un matrimonio può finire in un istante), e soprattutto, come nel mio caso, solo il cuore può racchiudere certe emozioni dolorose che durano nel tempo, se non per sempre. So che non scrivo da parecchi giorni, è cambiato anche il mese, e se qualcuno stava aspettando il mio ritorno mi scuso, ma l’hype non è salito poi di così tanto, sarà uno di quei momenti davvero lucidi in cui la vita mi sembra una banalità senza senso e nient’altro, tuttavia attendo ritornino certe emozioni che solo qualche tempo fa mi facevano scoppiare il cuore di gioia, e se vi dico che con Mario va tutto bene sapete di cosa sto parlando. Ho appena riaperto il calendario per orientarmi, la mia memoria da scrittrice non mi abbandona per un solo attimo, ma in una settimana la mia vita corre sempre parecchio, non c’è mai un momento noioso, non conosco la noia e sarà di certo un peccato, piuttosto non avevo voglia di scrivere, non sentivo quella pulsione di cui ho parlato altre volte, però oggi pomeriggio quella pulsione è ritornata, oltre a causa del tempo che scorre, in primo luogo a causa di Briciola: avevo tanta voglia di ricordare anche quaggiù quanto mi manca quell’esserino meraviglioso. Un bacino sulla testolina dolce cagnetta bellissima, sei sempre con me piccola mia, non ti lascio mai, oggi avremmo cantato “tanti auguri Briciola” come tutti gli anni, e anzi, è come se lo avessimo fatto, ti amiamo tanto. Un anno non vedevi l’ora di mangiare i croccantini che ti avevamo messo su un vassoietto per dopo la canzone, e ci sei finita col musetto dentro con talmente tanta foga, da farli finire a destra e a sinistra. E quindi il calendario dice che mi sono allenata con la corsa e gli esercizi una volta il 27 luglio, era sabato, gli esercizi li ho fatti insieme a Mario, e un’altra volta il 31 luglio, qui al mare, sì perché domenica mattina ho lasciato Milano. Quindi devo raccontarvi di sabato, perché giovedì 25 luglio mi sembra che Mario avesse visto che alle colline non si fosse mosso ancora nulla, in realtà quel giovedì a pranzo abbiamo mangiato la nostra ultima pizza insieme prima che io partissi, alla Terrazza a San Giuliano, quindi forse Mario aveva controllato le colline per l’ultima volta mercoledì 24 luglio: poco cambia, sabato 27 durante la corsa ci sono passata e ho visto subito la tana si fosse ripopolata. Non so se in quel passaggio qualcuno mi avesse notata, poi io e Mario avevamo fatto appunto gli esercizi insieme alla struttura all’aperto del laghetto, ma visto che l’indomani sarei partita avevamo deciso di fare un giro alle colline per farci vedere mentre ci baciavamo e così via (LOL). A questo secondo passaggio sono stata vista, cioè siamo stati visti con certezza, il marito ha chiuso la tenda della cucina mentre salivo in sella alla Graziella (portata fin lì a piedi) sulla collina affianco alla tana. Inoltre posso affermare senza più alcun dubbio che la tana è sprovvista di aria condizionata, perché sia quel sabato, sia durante gli ultimi giorni nelle ore più calde, controllate random da Mario, le finestre aperte facevano capire benissimo la realtà dei fatti. Quando l’hype è sceso, ho risentito addosso le offese, il male subito, e ho augurato al trittico delle meraviglie (si fa per dire) di morire malissimo: dal giorno in cui sono partita a oggi, a Milano ha fatto il caldo più devastante dell’anno finora. Sempre precisissima coi miei desideri meteorologici ahaha! Anche qui al mare ha fatto caldo, anche se in spiaggia facendo il bagno non c’è mai alcun problema, ma per intenderci al camper non avevamo mai tenuto l’aria condizionata accesa anche di notte e stavolta abbiamo preferito farlo, che si voglia o no tanto la corrente è già inclusa nel prezzo, e inoltre non sono altezzosa come Greta Thunberg: la salute naturalistica del mondo non la salvi nemmeno se spacchi la testa a ogni essere vivente, figuriamoci per una cagata del genere. Forse, e non ne sono convinta, rallenteremo quella che è a tutti gli effetti una disfatta inevitabile, e basta. Solo questa notte non abbiamo tenuto acceso il condizionatore, perché il vento ieri è cambiato, spirava da sud, dal mare, e ha portato via l’umidità che soggiogava il luogo in cui mi trovo da lunedì mattina. Allora vi svelo dove sono, sull’isola d’Elba, nel campeggio Valle Santa Maria direttamente attaccato alla spiaggia di Lacona, non è la prima volta qui (eravamo già venuti col primo camper, tipo nel 2007, e poi nel 2018, e forse mi sta sfuggendo anche un’ulteriore volta). Sto leggendo “Il conte di Montecristo”, come avevo programmato tempo fa, e quando leggo in spiaggia vedo proprio in lontananza l’isola di Montecristo. Tuttavia si tratta di una coincidenza, avevo comprato quel libro all’inizio di marzo, poi all’inizio di aprile abbiamo prenotato un posto in questo campeggio, perché è molto curato ma i posti sono limitati, soprattutto ad agosto, e solo domenica 28 luglio, alla partenza, ho realizzato il collegamento tra questo luogo e il libro! Poi in quella stessa giornata ho suddiviso il libro – adeguandomi alla suddivisione dei capitoli – affinché potessi finirlo entro il mio ritorno (ma mi sposterò da qui a un certo punto), e come spesso accade sono una cinquantina di pagine al giorno, sono scritte molto in piccolo, sono 1066 senza contare la prefazione di 72 pagine, che ho letto lunedì 29, il primo giorno qui, e che è risultata fin da subito non facile ma necessaria, per non entrare nel libro con ignoranza: le prefazioni dei libri, che la maggioranza delle persone salta, servono, di certo richiedono ulteriore impegno ma servono. Poi il libro in sé è di gran lunga meno impegnativo e lo sto adorando; dopo in spiaggia leggo le 20 pagine rimaste per oggi, perché mi trovo a pagina 177 e devo raggiungere la 197. Sono appena andata oltre alla morte dell’abate Faria, fin qui è stato pura arte. L’anno scorso avevo letto “Delitto e castigo” al mare d’estate, e penso sia diventato il mio libro preferito in assoluto, ma “Il conte di Montecristo” non scherza, sarà anche che mi mancava troppo leggere, e appena mi rimetto a farlo il mio cervello si accende, si infuoca (non che per il Politecnico non lo faccia…), sembro una drogata incredibilmente assuefatta, ma comunque non pensavo di amarlo a tal punto. Quello che mi ha lasciato stupita è che gli argomenti del libro mi riportano alla memoria quanto le tue colpe Alessandra, o insomma quelle di tuo marito, anche se non potranno mai appartenere solo a lui, siano così usuali dall’inizio dei tempi. I giudici, creduloni, sono sempre stati osceni, e non cambieranno mai; come è scritto a pagina 137: «Il mondo è dunque popolato di tigri e coccodrilli?» «Sì, solo che le tigri e i coccodrilli a due zampe sono più pericolosi degli altri». Cara Alessandra, hai sbagliato così tanto e il tempo non solo non riesce a cancellare le tue colpe, ma le rafforza soltanto. Non avresti mai dovuto dare spazio a tuo marito, ora immagino siate distanti, chi ne ha giovato? Te lo dico io, solo i giudici e gli avvocati. È impensabile a 70anni tu e quel coso che ti sei presa non sapeste che questo fosse l’unico esito inevitabile. Sono sicura tu soffra da tanto, stia male, e mi voglia, moltissimo, ma so di non sapere cosa invece voglio io. Come dicevo in un punto di questo scritto il vento sta cambiando qui, come stanno facendo anche le cose dentro di me, e in questi primi giorni di caldo e calma piatta, il mare è stato spettacolare, calmo e limpido, ma il windsurf, con molto dispiacere, non ho potuto ancora farlo. Ma se le speranze con te, Alessandra, non svaniscono mai, come possono affievolirsi nei riguardi del windsurf e per un contrattempo del genere? Spero arrivi il vento che mi serve, nel frattempo almeno non mi sto stremando come al solito ahaha, so che attendi il video con la GoPro sul windsurf come i bambini aspettano i regali a Natale, faccio lo stesso anche io, e penso tu sia in fermento anche per le foto di me al mare, che solitamente ottengo verso la fine. Bisogna avere pazienza, ma arriverà tutto. Spero la sofferenza ti aiuti a crescere, la tua età è alta solo biologicamente, per quanto concerne la saggezza siamo messi davvero male, devo dirtelo: a tratti non si supera la prima decina. Altrimenti ad oggi non dovrei scriverti in questa maniera. Vado in spiaggia.

— 2 agosto 2024


E così ho mantenuto la parola, venerdì 19 ho nuotato per 5000 metri. Il post qui sotto non lascia molti dubbi sulle ultime dinamiche della mia vita e sulla nuotata, aggiungerei solamente che l’acqua era ancora a 28 °C, perfetta, e che alla suddivisione dei 4500 metri della volta precedente stavo aggiungendo i 500 metri in più facendo, all’inizio, 1200 metri al posto di 1000 metri stile libero, e facendo 4 x 300 metri, andata dorso ritorno stile libero – appositamente così per la posizione del sole a dorso –, al posto di 3 x 300, ma ho fatto casino contando (strano), c’era parecchio movimento in quel momento (verso le 13:30 poi la vasca si libera sempre molto), e dovevo fare tanti sorpassi; quando ho riguardato l’Apple Watch ero già andata oltre alla distanza a cui avrei dovuto essere arrivata in quel momento, e infine, nel conteggio (vedi post qui sotto), è uscito che ho fatto 700 metri a dorso al posto dei 600 metri che dovevano essere, amen ahahah! Ritornando alle ultime dinamiche della mia vita, il mio dito fratturato, dopo essere guarito, aveva bisogno di una riabilitazione della capsula articolare tra la falange prossimale, quella fratturata, e la falange intermedia, come ho scritto nel post qui sotto, e sapete che ho ripetuto più volte non riuscissi a piegare il dito “in giù”, ma ovviamente i medici di base non sanno mai niente e ho dovuto capirlo da sola. Stavo cercando disperatamente, e ☞questo video in particolare mi ha aperto gli occhi, soprattutto con l’esercizio in cui vanno tenute con pollice e indice le due falangi: almeno un medico che ha a cuore il suo lavoro e l’aiutare le persone esiste, io lo amo. Nel video non si parla esattamente della stessa cosa che ho avuto io ma praticamente sì, l’operazione delle dita a martello consiste nel fare delle fratture apposta alla falange prossimale, e quindi poi, visto che le fratture dell’osso per rinsaldarsi hanno bisogno che il dito rimanga immobile (la stessa cosa che è successa a me), l’articolazione rimane ferma a lungo fino a indurirsi, bloccarsi, e va stimolata manualmente affinché ritrovi la stessa mobilità di prima. Ho iniziato a fare questa riabilitazione, mobilità, fisioterapia fai da te, un po’ in ritardo, grazie all’ignoranza della mia dottoressa di base, ma ho già ottenuto dei buoni risultati, parecchi gradi di gioco della capsula articolare, tanto che stamattina nel correre non sentivo quasi più niente, e mi sembrava di avere, a meno dell’1%, lo stesso identico piede di prima dell’infortunio. Domenica mi ero allenata sempre come oggi, in cui a causa delle mestruazioni non sono andata a nuotare: in bicicletta (Graziella) ho raggiunto il laghetto di via Europa, lasciato la bici, fatto alcuni metri di riscaldamento per la corsa, mi sono fermata, quindi ho fatto partire l’Apple Watch, corso passando per il Parco Mattei (Snam) e dalle colline, sono ritornata al laghetto, ho fatto gli esercizi post corsa alla struttura del laghetto, e infine il ritorno a casa con la bicicletta; con la fruizione delle fontanelle in giro a seconda del bisogno. Proprio domenica alle colline avevo notato che il figlio fosse ripassato, probabilmente sabato come la settimana precedente, per innaffiare le piante della mammina, e me ne sono accorta perché ha modificato la tapparella della cucina: molto più bassa di prima, quasi completamente giù. Deve sempre farsi notare, sennò poi si vive così bene senza il pensiero della sua depravazione e non si può avere questo lusso, figuriamoci. Sempre domenica alla struttura all’aperto ho fatto amicizia con questo ragazzo/signore, Paolo, di un’età intermedia tra le due definizioni che attribuisco quindi devo trovarne un’altra più adeguata. Carino, ma comunque forse un po’ grande per me stai tranquillo Mario, ahaha! Gli ho detto come fosse un peccato non vedere mai altre donne in queste strutture, e che sono sempre da sola, e mi ha detto anche per lui fosse un contro, alludendo al fatto che essenzialmente forse è in cerca (LOL), gli ho detto che le donne hanno paura di trasformarsi in forzute e di imbruttirsi quando questo è impossibile, è impossibile andare oltre, ho delle braccia sottili, delle proporzioni molto femminili, un fisico perfetto, e invece praticamente le donne preferiscono trasformarsi solo in ciccia molle non mantenuta correttamente, al massimo corrono, ma a parte per le gambe (e anche lì…) il resto del corpo è di una debolezza disarmate; Paolo era d’accordo su tutto, “sfondi una porta aperta”, mi ha detto. Poi abbiamo detto dove abitassimo, entrambi a Zivido, e che a entrambi correre e fare palestra all’aperto a Zivido annoiasse, con la conseguente scelta di raggiungere San Donato per fare tutto quanto, che non ha vere zone senza alberi in tutta la città, o punti di solo cemento come il centro di San Giuliano, e soprattutto ha molti corridori e sportivi in giro, che psicologicamente aiutano sempre ad avere la giusta motivazione per continuare con costanza. Avete letto romanoni? Bene. Se non avete letto, non importa a nessuno comunque ahaha! Morirete nella vostra corazza di ciccia, nel vostro corpo fragile, e nessuno verrà mai toccato da questo. Ma veniamo al dunque, perché ce l’ho a morte con la mia dottoressa di base? Oltre a non consigliarmi nemmeno la riabilitazione del dito, infine semplice, gestibile in autonomia e gratuita, e per fortuna sono più tecnica di lei, mi ha deluso anche sulla questione ferro. Ho approfondito, e ho capito che il Ferrograd è un integratore low cost pieno di effetti collaterali, che tra l’altro adesso si stanno presentando più dell’anno scorso, e non si può nemmeno prendere all’infinito perché, in parole povere, è molto pesante nei confronti di stomaco e intestino. Io avrò ancora per 20 anni questa situazione, ciclo, sport… dovevo trovare una soluzione, gli effetti collaterali del Ferrograd sono indecenti, si digerisce sempre con molta fatica, e visto che è a rilascio graduale non solo dopo i pasti in cui assumo la pastiglia, ma pure dopo gli altri. Venerdì 19 per esempio ho digerito la colazione alle 15:30 sull’autobus di ritorno dalla nuotata, e va bene che la nuotata, intensa, ha interrotto tutte le altre funzioni vitali, ma sono entrata in acqua alle 12:45, a quell’ora la colazione (“che pare un pranzo” cit.) delle 8:00 avrebbe già dovuto essere a posto… In più in alcuni momenti faccio la cacca molle, diarrea, e in altri subito dopo, assurdamente, ho la stipsi, odiosa. Le feci sono nerissime, ma è chiaro il motivo adesso, è possibile assorbire solo il 10% del ferro contenuto nella pastiglia di Ferrograd, il resto non riuscendo ad assimilarlo bisogna espellerlo! Questo perché la tipologia di ferro presente, non eme, è stupida come la dottoressa (mi scusi, ma quando ci vuole, ci vuole) e chi ha inventato il Ferrograd, integratore inorganico di solfato ferroso idiota. Adesso devo ancora scegliere quale integratore organico con la “tipologia” di ferro corretto prendere, perché sto finendo il Ferrograd giusto per non buttarlo (il 16 agosto me ne libero); per ora in testa c’è questo “Ferplus Tre-Tard 30 mg” di Bios Line, per la composizione e tutto – Jorgen (Giorgino) devi scusarmi ma quello IBSA mi sembra una stronzata, a cosa mi serve scioglierlo in bocca, mi basta che sia senza effetti collaterali, e anzi ingoiare la pastiglia sarà sempre più efficace di scioglierlo sulla lingua dove qualcosa va perso, in più come composizione l’altro mi sembra avanti. Ci credete che per la dottoressa avrei potuto prendere il Ferrograd a vita? A posto siamo, ma lo sapevo già che non c’è personal trainer di vita migliore di Miriana. Ci sarebbero altre mille sfaccettature di vita da raccontare, alcune brutte, altre belle, ma chiudo così. Se non dico niente su di lei probabilmente è un momento in cui mi sta più sulle palle che altro, m’è sceso l’hype boh, avrò pensato troppo bene all’attuale consistenza del suo corpo, mea culpa. Che poi Alessandra, lo sai che non mi interessa, piuttosto mi interessa cosa fai con me, cosa mi dici, e insomma, non è che anche lì sei andata benissimo, posso dirtelo? Speriamo mi risalga l’hype. Spesso penso sarebbe stato meglio per chiunque quei tre non fossero mai esistiti; se siete dubbiosi vi rassicuro, non sono pensieri così esotici, mi dareste ragione conoscendoli, ma per fortuna non li conoscete. Statemi bene.

— 24 luglio 2024


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— 19 luglio 2024


Oggi ho fatto i 4500 metri in piscina, sempre all’aperto della Snam, saltati venerdì; ho seguito la stessa suddivisione di una settimana fa, ma ci ho messo un’ora e 29 minuti. Di martedì scorso non avevo detto di aver preso l’autobus delle 15:16 al ritorno, e così ho fatto anche oggi, mi piace fare qualche tuffo dopo aver finito di nuotare, inoltre in questo modo, nelle ultime due volte, ho sfruttato tutto il tempo dell’ingresso pagato, fino alle 14:30. Oggi c’era di nuovo Mostafa, ho sempre sbagliato a scrivere il suo nome… ma che ne so, ero pure andata su internet a vedere come dovessi scriverlo ahaha! Finalmente però gliel’ho chiesto, insieme alla provenienza: Egitto. E niente, stavolta non sono stata per niente brava a guessare (per i due tizi perennemente seduti: sempre nessun delirio, “to guess” in inglese significa “indovinare”). Una settimana fa avevo fatto 3 o 5 tuffi alla fine, non mi ricordo, non avendolo scritto mi sono dimenticata, ma questa 6ª volta ne ho fatti di più, anche con lo stesso Mostafa. Certo non eccelleva nello stile, le gambe sono sempre il problema di qualsiasi tuffatore poco cosciente, mentalmente, della dinamica del tuffo, perché si ripiegano nei modi più assurdi e non vengono mai tenute ben distese, rigide, e i piedi vanno sempre uno in Italia e uno in Egitto al posto di essere uniti, ma erano tuffi anche quelli di Mostafa. Mi ha chiesto dove fossi finita visto che non c’eravamo più visti, strano, riuscivamo a vederci sempre senza programmarlo, ma il giorno in cui Mario mi ha accompagnata questo non è successo, e venerdì io ho bigiato. La temperatura dell’acqua era di 28 °C oggi, più alta, c’era da aspettarselo, fa più caldo in questi giorni, ma insomma, ancora perfetta. Per fortuna l’Apple Watch mi conta le vasche, perché stavo per fare 4 x 300 al posto di 3 x 300 metri andata dorso ritorno stile libero: non ci sarebbe stato nessun problema, ma 5000 metri li voglio fare venerdì ahaha! Tra l’altro oggi c’era una ragazza della mia età, che sembrava ben attrezzata ma è stata poco in acqua: delusione. Ha usato per parecchio tempo le pinne (dovrei portarle, ce le ho lì, ovviamente si parla delle pinne piccole da piscina), e io a gambe senza le pinne (il tipo di avanzamento più lento in assoluto) andavo alla stessa velocità, sia perché sono mostruosa a gambe, sia perché lei insomma non eccelleva (solo gambe, con le pinne, bisognerebbe procedere più velocemente anche della regolare nuotata!). Quando è uscita dall’acqua la mia sfacciata valutazione di lei mi ha dato ragione: tantissima cellulite, abbronzatura a palla di una che ha preso il sole apposta (e che ha la pelle diversa dalla mia, che non diventerà mai molto scura), stando ferma (per me improbabile, anche al mare…), che peccato. Ma Miriana cosa pensi siano tutti (fuori di testa) come te? (bello il grillo parlante che si intromette, questo testo sta diventando interessante). Alle 14:15 quando sono uscita dall’acqua non stava più nuotando nessuno, è stato meraviglioso fare i tuffi – e prendere in giro Mostafa bonariamente – con quel clima di pace. Gli ultimi metri della nuotata sono stati aggressivi; mentre la scorsa volta nel finale ho nuotato scivolando dolcemente e armoniosamente sull’acqua, stavolta volevo essere più veloce e infatti ci sono riuscita viste le tempistiche. Ogni volta mi torna in mente di quando in una delle nuotate al chiuso qualche mese fa, quando appunto nel finale ci stavo dando dentro e insomma sembrava volessi spaccare tutto, la storica signora Cesarina, che conosco da una vita e lavora nella piscina di Via Risorgimento praticamente da prima che io nascessi, mi ha detto “anche meno Miriana, sembra tu stia mangiando l’acqua”, ahaha aiuto. Mi aveva fatto troppo ridere, ma le avevo risposto che il finale spesso è quello più esaltato, la droga naturale fluisce molto bene ormai, e dai tutto, come se tanto mal che vada finisci comunque i tuoi metri, nulla deve essere più conservato, e soprattutto senti l’acqua molto bene, riesci a cavalcarla ed è il momento più divertente dell’allenamento se l’hai organizzato bene, ed eri in grado di affrontarlo bene. Oggi è stato proprio così, quindi direi che sono pronta per i 5000 metri di venerdì. Alla fine per quanto riguarda il costume rosso, pensandoci un attimo in più, non ho scucito un bel niente, anche perché quelle cuciture perfette fatte industrialmente a macchina nemmeno mia madre, con la cucitrice casalinga, avrebbe potuto rifarle. Da ingegnere fai da te ho pensato a una soluzione veloce ed efficace: un anellino di quelli da portachiavi. Ne avevo proprio uno piccolino carino, e non sottile, ma con un diametro del filamento più grande e quindi più solido del solito… Riparazione, tra tempi di progettazione ed effettiva realizzazione, 3 minuti netti. Oggi il mio costume a due pezzi rosso e il mio fisico hanno potuto brillare nuovamente al sole, certo metto sempre la crema solare protezione 30, ma che bello abbronzarsi integralmente mentre ti fracassi di lavoro, è l’unica strada per me ahaha! Se sono stanca mentalmente voglio muovermi, non so quei sacchi di patate stesi al sole che dicono di essere stanchi per il lavoro, e che quindi devono stare in quel modo stesi e immobili, se hanno mai sgasato col fisico almeno una volta nella vita: no, il loro corpo è da buttare ormai. Ma che cervello può celarsi in un corpo così? Un cervello come quello del marito?! No dai, lui è ancora più disperato, l’unico neurone che possiede corre in cerca di amici da una vita, ma non ne trova mai, allora delira, e quindi il marito delira, ma ovviamente dice che lo fanno gli altri, robe da matti. Ieri l’esame alle 11 e l’Esselunga alle 18 tutto bene. Domani pomeriggio un altro esame. Alessandra, spero tu abbia meditato abbastanza sullo scorso inserimento, ma non ho dubbi. Scusami ma tuo figlio non sembra proprio un biondo figo con gli occhi azzurri norvegese, se vuoi poi un giorno mi spieghi perché hai partorito lì; col mio amico Jacopo, molto tempo fa, avevamo provato a capire, e forse ti trovavi insieme a Pierfi in quel posto geologico qualcosa, in quella città che tuo figlio aveva scritto su Facebook ma non mi ricordo più perché l’ha tolta (LOL). Avrai fatto l’errore e dovevi pur partorire da qualche parte: probabilmente subito dopo hai provato a scappare in Italia senza né tuo figlio né tuo marito, ma è andata male. Per questo poi hanno sviluppato un odio e una mancanza di rispetto, considerazione, stima, per le donne, trattandole come puttane o martiri a piacimento. Conserverò sempre il video in cui si vede che sviscero la collezione di tette e culi botox di tuo figlio, probabilmente ancora trema per questo. Sanno tutti che ho la capacità e la voglia, da un momento all’altro, di rivoluzionare il mondo. Non è colpa tua Alessandra, ma solo di tuo figlio: dubito la madre di Alessandro Impagnatiello potesse anche solo immaginare di avere un figlio omicida. Però forse grazie a me hai cominciato a giudicare di meno, sei una grande giudicatrice senza senso spesso, ti innalzi, come se gli altri non valessero niente rispetto a te. Spesso mi viene in mente di quando quel giorno al telefono con me, ti stessi lamentando di uno studente che avesse messo parecchi chilogrammi di muscoli in breve tempo, e di come io ti avessi risposto che tanto se non aveva voglia di studiare togliergli la palestra non avrebbe cambiato le cose, e invece se fosse andato al boschetto di Rogoredo al posto che in palestra (testuali parole) sarebbe stato molto peggio. Avrei dovuto dirti, perché l’avevo pensato ma non ho avuto il coraggio di irrompere, “Ah mi scusi, e come si chiama? Dove devo andare per conoscere questo rarissimo gran figo?” ahaha. Sembra una vita fa quando ti davo del lei. Ricordalo e diffondilo ti prego, lo sport è meraviglioso, spesso odio tutti, tutto, ma mi ci rifugio dentro e ne esco rinata, troppo stanca per farmi ancora rovinare i pensieri dalle brutture della vita. Mi raccomando, il bene che mi devi impacchettalo senza la carta carina, non è necessario tu vada a comprarla, e via dicendo, che spreco di tempo. Però attendo il mio pacchetto (“pacchetto”, come dicesti tu [lacrimuccia]…). Com’era bello quando potevo portarti una banalissima sorpresa a scuola come regalino di Natale, mi manca il tuo profumo, la tua voce, non so come andrà a finire, staremo a vedere. Ti abbraccio, tanto Pierfi è girato, e gli girano anche i coglioni, come sempre. No i coglioni non ce li ha, rettifico, volevo dire che gli girano le foglie di carciofo. A pensarti da sola con lui soffro. Fine editing e pubblicazione 19:11.

— 16 luglio 2024


Alla fine ieri non sono andata in piscina, di mattina il cielo ha rinfrescato questa zona con delle ventate incredibili e una pioggia veloce, e visto che il meteo era ancora incerto per le 14/15, ho preferito evitare di andare a nuotare e usare l’ingresso in un altro giorno ideale. Inoltre lunedì ho un esame, ho preferito allenarmi oggi e non domenica per stavolta. Allora sì, stamattina mi sono allenata, corsa e poi esercizi insieme a Mario… L’ultimo nostro check alle colline era avvenuto lunedì 8 solo da parte di Mario, ormai si sapeva che ogni momento fosse buono per l’uscita dalla gabbia dei due romanoni, ma insomma ancora quel giorno non erano partiti. Poi martedì ho scritto quello che ho scritto nello scorso inserimento ma nessuno è passato dalle colline, e così mercoledì, in cui sono andata alla mia Esselunga a fare la spesa, e giovedì, in cui avevo un esame, e Mario ha lavorato. Ma ieri pomeriggio, avendo saltato la piscina ed essendo che ci andava di farlo, io e Mario abbiamo fatto un giro a piedi di due orette, scoprendo l’uscita dalla gabbia dei due sopracitati cosi vecchi e molto sedentari. So che sembra esserci un colpo di scena, perché parlo di lei in questi termini? Un attimo e sarà tutto chiaro. Allora insomma essendo palese fossero partiti, non si sa in quale giorno da martedì a venerdì, oggi io e Mario ci siamo allenati ancora meglio di tutte le altre volte, c’era meno puzza nell’aria, l’assenza era percepibile in modo netto, acuto, inequivocabile. Il clima era ottimo, a tratti andava via il sole e quasi costantemente soffiava un venticello magnifico, ed essendo che ieri sera poi aveva fatto un temporale veramente serio, con tanta più acqua e vento (impressionanti) rispetto a quello svoltosi durante la mattina, non c’era il forte caldo dei giorni precedenti – che avevo proprio ignorato a causa della mia efficientissima aria condizionata casalinga “upgradata” (per i due cosi: non sto delirando, è semplicemente una forma ibrida inglese-italiana per dire “aggiornata”) di recente. Il fatto è che allora non vi torna cosa sta succedendo, beh sta succedendo che a un certo punto, verso le 12:45, la tapparella centrale della casa rattonificata si è aperta, quasi misteriosamente come se fossero entrati i ladri ahahah! Ovviamente poi chi esce sul balcone? Una donna, che non era lei, si notava dal look, e più che dai capelli, perché erano comunque nerissimi (quelli di lei sono grigi e bianchi senza parrucchiere, ma mi riferisco a quando li tinge per farli essere come erano un tempo), da quella canottiera nera troppo giovanile che indossava quella donna ecc. Subito dopo i dubbi si diradano, esce il figlio, lo si riconosce da lontano un miglio perché è quel tipo di nord africano peloso ovunque, coi capelli folti scuri, la barba, gli occhiali da sole anche se ha gli occhi neri come il nero di seppia, ma insomma è di famiglia avere sempre questi occhiali da sole per non vedere quanto il mondo brilla, splende, la bellezza per loro deve essere oscurata, non sanno cos’è, mai hanno potuto averci a che fare… Mi viene subito il vomito, poi l’intento si capisce fosse quello di innaffiare le piante della mammina, e di andare via. Probabilmente notandoci, il figlio porcone ha cacciato quella ragazza in casa, e 1) come fa ad averci a che fare, poverina, non sa come vede le donne in una massa di tette e culi rifatti plasticosi vomitevoli da collezionare, vorrei salvarla, ma so sia che è una cosa recente, sia che sarà velocissima la sua fine, 2) cosa cazzo porti una ragazza in una casa buia e che puzza di chiuso alle 13 il 13 luglio, senza avere la minima decenza e ricacciandola pure all’interno appena vedi noi, quando aveva pure piovuto per bene la sera prima e innaffiare le piante era totalmente da manicomio. Cristo quel coso è chiaramente il prodotto interno lordo (proprio inteso come sporco) di una donna inconsistente che ha saputo solo farmi male e non so perché chiudo gli occhi su questo. Alessandra, oggi mi fai schifo, perché ho capito di nuovo, tramite queste sensazioni suscitate dalla visione di tuo figlio, quanto hai sempre e solo voluto il mio male, perversamente, e se veramente i libri, alcuni tuoi atteggiamenti dell’ultimo periodo, sono stati rivolti a me solo per sviarmi, sei una schifezza, l’unica cosa che dovevi fare era quella di opporti a tuo marito, lasciarlo, prenderti le coltellate da lui e fanculo. Ti odio, tutto il male che mi hai fatto è ingiustificabile. Pensa che per il centro uomini violenti se n’erano usciti che dovessi pure pagare 800€, quando io proprio agli psicologi e psichiatri rido in faccia perché non mi servono nemmeno per ampliare i libri che devo scrivere (no dai va beh, per quello è tutto utile, soprattutto gente che si crede indispensabile ma è molto meno utile di un qualsiasi amico sincero o partner che tiene a te). Allora mi sono incazzata, il mio avvocato ha ricevuto “no, io o lo faccio gratis o non lo faccio”, al che ha dovuto contattare il centro uomini violenti gratuito e in maniera sfacciatissima le hanno risposto in un giorno, e il dottore che ha firmato l’accordo era lo stesso, l’accordo era che avrei potuto fare la cosa completamente gratis senza i tempi d’attesa che dicevano ci fossero, ma andando esattamente negli stessi tempi della modalità a pagamento. Che luridi attaccati ai soldi! Quel giorno mi facevi schifo insieme a tutta la tua famiglia, è avvenuto non molto tempo fa, e non ho detto niente. Tante volte non ho detto niente, ma non potevo più farlo anche oggi. Da novembre ti ho perdonata, ma questo non implica che allora devo regalarti altro amore, posso fermarmi quando mi va. Ti ho sempre regalato la meraviglia e ho sempre ricevuto solo il male da parte tua, quando il mio regalo era apprezzatissimo e ti teneva viva. Quindi se mi vuoi, vedi di preparare il bene che meritavo finora, non è mai tardi per restituirlo tutto, se invece non mi vuoi affoga pure in quel mare, fatti investire in quella città, cadi al suolo volando su quell’aereo di merda che hai preso per sentirti snob come al solito dopo “solamente” un anno di prigionia in cui io nel frattempo non ho perso un solo giorno per muovermi e uscire, sentendomi più viva che mai. Oggi correvo meravigliosamente, non hai mai vissuto quel tipo di libertà te lo assicuro. Ma mi dispiace, solo se ti sei pentita e se i tuoi segnali esistono davvero allora vali qualcosa, altrimenti per me non esisti nemmeno più, e mi bastano 7 secondi per farti deflagrare. Non ti devi preoccupare io soffra per questo: mi hai fatta già soffrire abbastanza, adesso basta. Niente potrà mai cancellare davvero tutta la tua colpa, nemmeno il mio cuore ne è veramente capace. Se scriverò e tutti sapranno cosa hai fatto insieme alla tua famiglia, allora sarà più facile scegliere di perdonarti. Ma fidati che la mia pazienza con te è ormai davvero fragile. State attenti, sono fuori dalle gabbie! Al di là di tutto, Alessandra io mi aspetto tu non mi deluda anche stavolta come tutte le altre volte, che solo il maniaco che hai affianco sia l’unico dei due a essere pericoloso. Volerti bene mi riempie la vita, e l’ha cambiata a te, mi serve tu non fallisca per l’ennesima volta. Grazie. Ti odio (e amo) da morire.

— 13 luglio 2024


Sabato a pranzo Mario è andato a prendere le pizze alla Terrazza e le abbiamo mangiate a casa mia, ovviamente ne abbiamo scelte due che andavano a entrambi per fare metà di una e metà dell’altra ciascuno; non sto a dire cos’ha provocato lo stare insieme, e in un posto appartato, prima del pranzo, perché lo sapete già. Nel pomeriggio abbiamo fatto un giro alle colline, siamo stati praticamente tutto il giorno insieme ed è stato bellissimo. Domenica mattina, dopo la mia corsa, abbiamo fatto gli esercizi insieme, è stato perfetto, a tratti era nuvoloso, a tratti soleggiato, un clima ottimo, solo per noi. Alessandra, ci è sembrato fossi in casa sia sabato pomeriggio che domenica mattina, e spero, come sempre, ti sia piaciuto vederci, abbia invidiato un po’ Mario come al solito. È bello quando scherzando diciamo che Mario deve stare attento, se lo prendi… lo uccidi ahaha! Non si è più vista la tua macchina al parcheggio, hai finito, ormai è sicuro: il parcheggio era semivuoto anche oggi. Sono passata, anzi siamo passati, io e Mario, con l’autobus, lui è salito proprio in via Europa, in direzione piscina. Ho deciso di prendere l’autobus delle 11:39 al posto di quello delle prime quattro volte delle 12:01, così Mario ha potuto fare un giro insieme a me prima io poi andassi a nuotare, mi ha potuta guardare nuotare, per i primi minuti, dal bar che c’è proprio lì in alto con l’intera vista della piscina, e poi è tornato a casa per il pranzo. Per la quinta nuotata nella piscina olimpionica all’aperto della Snam, signore e signori, si parla di 4500 metri, ma ci arriviamo tra un attimo. Subito dopo il mio ingresso nello spogliatoio, dopo aver salutato Mario con un bacio, ho come sentito che il reggiseno del costume a due pezzi rosso, non un bikini qualunque ma quello stretto, sportivo, Jaked, per nuotare bene, preso due anni fa (lo usai anche nel ☞video dei tuffi del 22 luglio 2022, ritrovabile ☞qui anche su Writings), si fosse sganciato nella chiusura posteriore. Ho sempre messo il costume prima di uscire per andare in piscina, oggi avevo anche già messo la crema a casa, sia per avere più tempo per nuotare i metri extra, sia per non fare aspettare Mario… però stavolta è andata male, il gancetto di plastica del reggiseno si è spezzato, proprio quando volevo farmi rivedere con quel costume da Mario ahaha! Per fortuna, da vera toro ascendente vergine, previdente, mi ero sempre portata dietro anche il costume intero, quello che ho usato per tutte le altre nuotate di quest’anno nella piscina al chiuso (lì il sole non c’è, tanto), e allora ho messo subito quello. Non ho altri costumi a due pezzi per nuotare in piscina, anni fa ne avevo due o tre ma poi gli elastici di tutti quanti si erano marciti e avevo appunto comprato quello rosso, uno solo per evitare di farne marcire tre contemporaneamente, ed è ancora perfetto a parte questo piccolo inghippo. Nel cassetto del cucito di mia madre ho già trovato un gancetto di plastica arancione per sostituire quello rotto, lei conserva tutto, sarà appartenuto a un reggiseno di un suo costume vecchio. Per la prossima nuotata di venerdì vedrò di scucire le due estremità del reggiseno coinvolte, di inserire il nuovo gancetto di plastica e di ricucire appunto le due estremità: non è la prima volta che mi metto a cucire tranquilli. Proprio l’anno scorso avevo avuto bisogno di farlo per il marsupietto con cui vado a correre, si era scucito in un punto dove c’è la fascia elastica, e l’ho rimesso a nuovo. Non sarò brava quanto mia madre ma so fare cose ben più difficili, non mi spaventerà di certo questa. La cosa brutta è stata che da sotto al bar ho dovuto dire a Mario fosse andata male, si fosse rotto il gancetto e allora niente visione di me col costume bello. È meraviglioso lui mi segua sempre in tutto, oggi anche questo piccolo accompagnamento mi ha resa felice, è stato davvero importante per me. Anche a lui è piaciuto, ama vedermi in qualsiasi cosa, e io amo lui. Allora siamo arrivati alla distanza, sì, una promessa è una promessa: 4500 metri, cioè 1000 m stile libero (5 x 200 m), 900 m andata dorso ritorno stile libero (3 x 300 m), 1600 m composti da 200 solo gambe, 200 stile libero, 200 solo braccia, 200 stile libero (per due volte), e infine altri 1000 m stile libero (5 x 200 m), in un’ora e 36 minuti; temperatura dell’acqua ancora 27 °C (ieri sera c’era un bel fresco), dell’aria 31 °C, un sole pazzesco, mi è venuto un po’ il segno degli occhialini per l’abbronzatura del viso. Non ho nemmeno faticato in ultimo, ero sciolta come non mai, stavo danzando senza fatica, un feeling strepitoso con l’acqua: alla 5ª volta comincia anche a sentirsi il nuovo stato di forma raggiunto grazie ai primi quattro allenamenti dalla ripresa. Venerdì rifarò 4500 metri, ma visto che questo gioco sta diventando divertente, 3500, 3500, 4000, 4000, 4500, 4500… sapete già come andrà per la 7ª e la 8ª nuotata prima di partire per il mare. E nella 9ª e la 10ª al rientro praticamente a settembre? Riazzererò o continuerò con l’ascesa? Bisogna vedere come andrà al mare, ma tutto è più bello adesso, quindi il mare stavolta sarà bellissimo, in luoghi diversi… Niente spoiler ma le foto non mentiranno. Alessandra, se anche non potremo essere vicine vedrai sempre molte cose belle e ci sentiremo sempre molto vicine; quest’anno ne hai già viste di tutti i tipi, dalla montagna al mare (considero sempre l’anno da settembre ad agosto). Alla fine l’ultimo libro mi è arrivato domenica poco prima di entrare nella doccia post allenamento (che culo), e insieme a esso mi è arrivato un mount specifico per la GoPro che mi servirà per attaccarla sul windsurf (☞Flymount Aero-40). Mi manchi ma non ci siamo mai lasciate per un minuto, lo sai, ho pensato che sarà meno rischioso venire da te quando Pierfi toglie il disturbo (tanto si sa che le donne vivono più a lungo), ma anche con la sua scomoda presenza ci ameremo sempre, troveremo un modo per rivederci e scioglierci insieme mescolandoci. 19:11 (!). Fine editing e pubblicazione 19:43.

— 9 luglio 2024


Oggi, alle 12:45, ho ripetuto lo stesso allenamento di martedì: 4000 metri, cioè 1000 m stile libero (5 x 200 m), 400 m andata dorso ritorno stile libero, 1600 m composti da 200 solo gambe, 200 stile libero, 200 solo braccia, 200 stile libero (per due volte), e infine altri 1000 m stile libero (2 x 500 m). Il sole era perfetto, la temperatura dell’aria 28 ºC, e dell’acqua di nuovo 27 °C, erano entrambe meravigliose. In realtà nel finale, la scorsa volta, avevo scomposto i 1000 metri in 5 x 200 m, ma visto che stavolta ho parlato due minuti in più con il ragazzo tunisino dell’altra volta, e una signora, per finire nello stesso tempo dell’altra volta, un’ora e 25 minuti, nel finale ho dovuto (voluto) accelerare. Psicologicamente, fare 2 volte 500 m, al posto di 5 volte 200 m, è una botta micidiale. Urlavo dentro, ma nel frattempo con orgoglio mangiavo l’acqua e le 10 vasche pian piano andavano completandosi con i muscoli ancora pieni di energie, però poveri, cominciavano a sentire quella sensazione d’impotenza causata dall’entrata in scena dell’acido lattico. Nulla di strano, anzi, quando il gioco si fa duro Miriana comincia a picchiarci male ancora di più. Forse eh, e dico forse, il detto non faceva così, ma non me ne frega una minchia fritta (LOL). Probabilmente sapete cosa faccio la prossima volta, sì probabilmente la prossima volta aumento la distanza, dai, banale! Il presunto ragazzo tunisino si chiama Mustapha, oggi c’era ancora appunto, ha voluto sapere il mio nome e così io ho saputo il suo. Ancora innamorato della mia nuotata mi ha fatto molto ridere all’uscita dall’acqua, perché poco prima di me era uscito dall’acqua anche il signore che stava nuotando nella mia stessa corsia, ovviamente era entrato dopo di me ma non ha nuotato poco, e riferendosi a me ha detto a Mustapha: “ma non si stanca mai?”. Sono morta ahahah. No caro signore, MAI, ha capito bene. Per premietto dopo la nuotata ho fatto tre tuffi ben eseguiti, le altre tre volte solo uno dopo ogni nuotata, sono sempre un po’ tirata coi tempi, prendo l’autobus alle 14:54 dal capolinea, e quindi devo uscire dopo la doccia e tutto alle 14:40, per evitare di perdere l’autobus (una volta è partito alle 14:51), c’è un bel pezzetto a piedi da fare. Mi mancano i tantissimi tuffi degli altri anni, ma arriverà il momento di farli, e al mare potrò sempre andare su quelle piattaforme che piazzano lontano dalla riva per rifarmi un po’: anche su quelle faccio sempre la mia figura della Madonna. Aiuto, avevo mai messo la maiuscola a Madonna? E chi se lo ricorda, ma non serve a un cavolo proprio, chissene importa. Alessandra scusami, eccomi, stasera sei ancora tutta mia (partita), posso baciarti. Allora ti bacio, e anche due, tre volte… Mercoledì io e Mario siamo andati a mangiare da Bob a pranzo, la tua macchina era parcheggiata al liceo, e mi hai voluto subito smentire: le ruote erano ben riallineate anche se l’avevi messa nella parte di parcheggio parallela a via Martiri di Cefalonia. Ti sarà mancato tipo il 3% per la perfezione ma lo accetto, fai quella manovra nell’emozione di pensarmi, è normale questo. Però non pensavo che quando Mario mi avrebbe riaccompagnata alla fermata dell’autobus linea 130 in via Europa, alle 16, per tornare a casa, avrei visto ancora la tua macchina al parcheggio. Staresti tutto il giorno a scuola pur di non vedere tuo marito in questo momento: magari ci fosse Paolo Conticini ad aspettarti a casa, non mi opporrei in alcun modo, vorrei il tuo completo godimento con lui ahaha. E invece, ormai davvero ti stai portando il pranzo a scuola per sparire. Giovedì poi nessuno ha potuto vedere cosa hai fatto, io sono rimasta a casa a studiare, Mario era in giro per lavoro. E oggi al passaggio in autobus per andare in piscina non ho visto la tua macchina parcheggiata. Che tu abbia finito? Più o meno sarà così. Ti avevo detto che lunedì 1 mi sarebbe arrivato l’ultimo libro, “Il fuoco interiore”, ma ho preso la nuova edizione quando ne era rimasta una sola copia disponibile (9,60€), perché poi quella con la copertina rigida, dell’edizione antecedente, sarebbe costata di più (18,05€), e volevo già avere quei libri… ma Amazon ha tardato, assurdo, ora la spedizione è riprogrammata per lunedì 8: non l’avranno avuto davvero disponibile e l’avranno dovuto ordinare di nuovo ahaha! Non ci credo tu abbia escogitato un piano come quello dei libri per parlarmi, già un anno fa, quando ancora io ti odiavo e non capivo tuo marito fosse il responsabile primario del male che mi è stato fatto, e ti dicevo ancora tante cose brutte, non riuscivo a fare altro, non capivo dove fosse finita l’Alessandra meravigliosa che avevo conosciuto, della quale mi sono innamorata perché è impossibile qualcosa ci possa dividere, siamo sempre state troppo belle insieme. Spero tu voglia rivedermi, a volte immagino che quando riverrò da te in un primo momento mi metterò a guardarti da lontano, e solo se mi guarderai facendomi capire che dovrò avvicinarmi a te, facendomi un gesto, e via dicendo, allora io ti verrò incontro. Sarà difficile non abbracciarti. Ti prego dimmi che non vai in pensione altrimenti non posso più sognare quel momento, come faccio a raggiungerti se c’è il Rottweiler (complimento, è molto più brutto del Rottweiler) sempre lì intorno pronto ad azzannarmi. Ti voglio, ti voglio tantissimo, parlami sempre, parlami spesso, ogni tuo piccolo gesto rivolto a me, è per me importantissimo.

— 5 luglio 2024


16:35. Sono stravolta: ma va? Oggi con la terza nuotata alla piscina all’aperto della Snam ho mantenuto la promessa: ho percorso 4000 metri, cioè 80 vasche, ho aumentato rispetto alla scorsa volta. Ho la pelle che un po’ scotta, il sole era bellissimo anche oggi, ho messo bene la crema solare, ma la stanchezza spesso fa uscire questo ribollimento cutaneo: sapete di cosa sto parlando. Venerdì scorso c’era un ragazzo straniero, tipo tunisino, che vedendomi nuotare mi ha detto come per lui fossi bravissima, visto che lui in avanti non fosse capace di andare, non sapendo fare la respirazione riuscisse solo a procedere sul dorso. Facendo un paragone con l’altra ragazza della mia corsia mi ha fatto notare come io andassi e tornassi, e lei come dire si trovasse ancora in alto mare (LOL). Poi gli ho detto che dovevo ripartire visto che mi mancavano ancora 3 km; alla fine dei 3,5 km sono uscita e gli ho detto “ce l’ho fatta”, e visto che mi stava chiedendo quante vasche fossero tre chilometri e mezzo, ho aperto la calcolatrice sull’Apple Watch d’istinto, 3500 m diviso 50 m per vasca… 70 vasche! Era incredulo, ha detto “veramente?”, e mi ha chiesto “sei stanca?”, io ho risposto “un pochino…”, e lui “solo un pochino?!?”, e io “dopo pranzo più di un pochino ahaha!”. Era preoccupato, effettivamente adesso non sono stanca solo un pochino, soprattutto perché nonostante la temperatura ideale di 27° C dell’acqua, oggi dovevo necessariamente andare più veloce per fare quei benedetti 4000 metri (che avevo in mente da prima di iniziare), circa nello stesso tempo delle prime due volte. Ci ho messo un’ora e 25 minuti, con anche solo gambe, solo braccia, dorso, oltre al prevalente stile libero. Il ferro in aumento ha aiutato, ma senza la mia mentalità da conquistatrice avrei fatto 10 vasche al massimo, come tutti gli altri, il mio fisico non sarebbe come quello che ho, ma come quello della media delle mie coetanee con grasso improprio, braccia minuscole, molli e tremolanti, spalle inesistenti, clavicole invisibili sottograsso, gambe a cono, la paura della propria ombra, e via dicendo: sono sempre quella che nuota più a lungo, e per più vasche, strano. Mi dispiace Pierfilippo (sembra una presa in giro ma è un nome per davvero), ma se sono allenamenti finti e deliro, deliro, deliro, tu dovresti essere tipo Paolo Conticini, ma tu non sei Paolo Conticini nemmeno se ti travesti bene a “Tale e quale show”. Poi scusatemi, ma una tale eleganza nella nuotata è difficile ritrovarla altrove, scivolo con una semplicità incredibile, il galleggiamento è naturalissimo, avviene senza alcuna fatica… Alcune mie compagne all’agonistica non avevano una nuotata stilisticamente elegante, magari erano veloci uguali, ma non erano così armoniche da guardare; stesso discorso per i maschi. Ho ricomprato gli occhialini svedesi a specchio, da anni non li possedevo più, avevo solamente quelli svedesi classici, trasparenti. Spiego (per Alessandra e) per i non avvezzi: gli svedesi sono quegli occhialini minimal, piccoli come dire, senza alcuna forma gommosa gigante nella parte a contatto con la faccia. Non sono da extraterrestri, semplicemente ci si fa la mano (faccia) dopo poco, basta non avere un pregiudizio iniziale. E il modello “a specchio” è fatto apposta per essere usato all’aperto, infatti oggi, appena ho indossato i nuovi occhialini, ho notato fosse molto più riposante per gli occhi, e allo stesso tempo la visione fosse chiarissima: alla fine ho gli occhi abbastanza chiari, al sole stringo le palpebre moltissimo. Non avevo più preso gli svedesi a specchio perché negli ultimi anni, nuotando solo alle 17 all’aperto, il sole non era così potente e alto, ma adesso che nuoto alle 12:30 questo avviene: per nuotare a dorso poi sono stati perfetti, quando mi rigiravo a pancia in giù per lo stile libero mi girava un po’ la testa, forse perché come una bambina mi divertivo a guardare il cielo meraviglioso mentre nuotavo a dorso, ma soprattutto perché cominciavano a scendere le forze, e i vari rivoltamenti facevano abbassare un po’ la pressione. Pro tip: non lascio mai il laccio per la testa di gomma e il nasello di gomma che ti danno in dotazione su questi occhialini svedesi, perché sono penosi; cambio sempre il nasello di gomma con quello formato da un gommino cilindrico e un piccolo cordino, e per la testa metto sempre un bel pezzo di elastico sottile, rotondo, di tessuto, preso in merceria (110 cm), fatto girare due volte, bruciato sulle punte, che con un fermo di plastica con quel pulsantino con la molla e con i due buchini per far passare le due estremità dell’elastico, completa il tutto. Il ferro mi si sta alzando pian piano e si sente, ora sono stanca ma non stramazzo sul letto, riesco a tenere bene l’iPhone, e con i due pollici sto scrivendo gioiosamente questo inserimento, che tra non molto verrà aperto nella stessa app, “Note”, sul MacBook, app che grazie alla sincronizzazione costante tramite iCloud non mi vincola alla scrittura su uno specifico dispositivo: ma l’infrastruttura del mio sito la posso gestire solo dal MacBook. Non ho voglia di alzarmi ahaha! Ma ancora manchi tu Alessandra, e posso ancora riposare prima della pubblicazione, perché scriverti è sublime, dolce, non stanca mai. Ieri non sono uscita se non per un veloce giro al Lidl alle 18:00, ma Mario prima di raggiungere il luogo di lavoro aveva del tempo e mi ha riferito di aver visto la tua macchina parcheggiata, con le ruote perfettamente riallineate. Non potevo crederci, ti avevo chiesto un segnale appena potevi, ed eccolo, subito! Oggi all’andata per la piscina sono passata accanto al liceo con l’autobus verso le 12:20 e la tua macchina c’era, ma non era nei posti che usi più spesso, dove appunto l’ha vista ieri Mario, bensì era posizionata nella parte di parcheggio diciamo parallela a via Martiri di Cefalonia, punto in cui avevo visto la tua macchina parcheggiata, e subito dopo ti avevo proprio vista camminare, quel famoso venerdì 21 giugno. Sia quel giorno che oggi non hai riallineato le ruote, sarà che in quel punto, di là, non ti viene ancora boh ahaha. Oppure oggi volevi riessere sexy, carina, e via dicendo: ti piace essere sexy con me, ammettilo. Al di là di tutto, tuo marito potrebbe anche essere morto, come mai non ti accompagna più? Ma magari ahaha. Pensa che anche oggi racconterà in giro che consumo 50 mg di ferro al giorno, mentre lui 5 mg al giorno (esagerando), non perché faccio sport, sono giovane, sono donna, e addirittura con questo trittico batto pure le donne incinte, ma solo perché me lo succhia da una gamba lo spirito santo. Mi fa schifo, per un periodo ho ignorato quanto mi fa schifo, ma mi sono accorta che non devo dimenticarlo mai: è un pazzo maniaco rinchiuso in casa e ha osato mettere in discussione anche la potenza rara e inusuale del mio cervello iperattivo. Diventerei uoma violentissima solo per lui, per ucciderlo seriamente. Ah dimenticavo, dal 18 settembre andrò al centro uomini violenti, non vedo l’ora, l’attesa è quasi finita, gli incontri saranno con questa dott.ssa Laura Lamponi: speriamo almeno sia carina. Buoni i lamponi. Mi presenterò con un “sì eccomi, sono io la uomina violento” (io e Mario abbiamo coniato questa nuova descrizione, col maschile nell’aggettivo volutamente ahaha). Uomina violento si nasce, e io modestamente lo nacqui (cit.). Questa uomina violento stravolgerà il mondo, raccontando di un marito malato, di un figlio depravato, e di una donna sfortunata che avrebbe voluto essere amata da una ragazza dolce, e invece subisce questi due esseri ignominiosi, falsi e sporchi in ogni atomo da cui sono composti. Alessandra, un mio sogno mai detto sarebbe che tu mi veda nuotare, potremmo non fermarci solo a quello, lo sai, se casualmente, poi, finissimo in acqua insieme sarebbe la prima volta in cui annegherei, mi dovresti aiutare a stare a galla… Scherzo dai, se non sai nuotare ti porto io sulle spalle, e la mia gioia ci farebbe camminare sull’acqua, inizieremmo a volare. Ma ho un indizio forte, non ho mai raccontato, volutamente, di quel giorno in cui sono successe molte cose ma tra tutte a un certo punto io e Mario eravamo esattamente dietro di voi in macchina. Guidava tuo marito ovviamente, dietro guidavo io, e ho la certezza tu ci abbia visti perché avevo fatto una manovra illegalissima ma amen: a quel punto hai cominciato ad arrotolare su un dito le punte dei tuoi capelli, e ti sporgevi nel centro della macchina affinché io lo vedessi bene. Se non è un segnale tipico di corteggiamento questo, non so cosa lo è, ed eri decisa nel farlo, era palese, ti amo per averlo fatto esattamente accanto a tuo marito: tanto sapevi non si sarebbe mai accorto di niente. Ma io, io stavo impazzendo e sì che in quel momento si può dire stessi delirando con Mario, gli stessi facendo mille domande per capire se stesse succedendo davvero o si trattasse solo un sogno: ogni tanto ci ripenso, mi viene in mente e non posso ignorarlo, non riesco a pensare quel gesto molto chiaro non sia stato fatto per me, anche sfacciatamente davanti a Mario. Quando sei monella sei infinitamente bella, continua, ti prego, ti amo.

— 2 luglio 2024