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Sep-Oct 2024


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A post shared by Miriana Novella | @Miry1919 on X (@miry_geek)

— 30 ottobre 2024


Non sono stata ferma un attimo, ho avuto da fare. Scriverò con calma tutto quello che, di arretrato, voglio ancora scrivere, ma stasera sono qui per alcune cose importanti. ☞Tenero Gheriglio e ☞Le Mille e una Novella sono ripartiti, lunedì e oggi (venerdì), rispettivamente, e sono felicissima, mi mancavano, mancavano a tanti. Ma Alessandra, tu continui a mancarmi tantissimo, scusa se non ti scrivo spesso, non l’ho fatto apposta, sono stata davvero impegnata. Ti penso ogni giorno, dimmi come fare per vederti, affacciati, scendi di nascosto dal carciofo, ti prego. Se avevi già ascoltato i podcast è un sogno, se invece penso che non sai nemmeno più chi sono, e non mi vuoi più bene, mi scoppia il cuore, muoio di dolore. Perché ci hanno separate, perché non posso più abbracciarti, era bellissimo farlo, voglio rifarlo, devo rifarlo, ti voglio.

— 18 ottobre 2024


Non scrivo da un mese, l’11 settembre avevo avuto l’ultimo esame, e penso che proprio in quel giorno io abbia inalato il simpaticissimo batterio Mycoplasma pneumoniae, che mi ha sottratto un mese di vita. Alessandra, se ancora non sapevi della mia polmonite non sei abbastanza legata a me, interessata a me, perché da tanto non passavo più da te e avresti potuto controllare ovunque per sapere cosa ho avuto: il mio ☞canale Telegram, e il mio ☞profilo Twitter (X), ti avrebbero informata efficacemente. È stata dura, ma non mi va, adesso, e in maniera approssimativa, di raccontare quest’altra grossa esperienza della mia vita, che mi ha incontrata come al solito quando meno me lo sarei aspettato, che mi ha bloccata quando avevo appena detto di essere in prevalenza felice, in una forma fenomenale, nel pieno delle attività e delle forze. Avevo anche fatto la visita medico sportiva agonistica venerdì 13 settembre pomeriggio, come anticipato: si pensi che di mattina avevo già cominciato ad avere degli strani dolorini nella parte alta della schiena, ma di pomeriggio, la mia idoneità, dopo il bruttissimo gradone da salire e scendere tantissime volte velocemente per alzare il battito per l’elettrocardiogramma sotto sforzo, l’avevo portata a casa. Poi sabato 14 settembre, di mattina, ho cominciato ad avere la febbre alta, i dolorini hanno iniziato a essere doloroni, e di lì a poco il declino, veloce e inesorabile. Due antibiotici a casa non hanno funzionato, il primo per bocca una settimana, e il secondo composto da due belle punturine al giorno nei glutei (di sera la chiappa destra e di mattina la sinistra) per quattro giorni, allora mi hanno ricoverata in ospedale; la tac era disastrosa, avrei dovuto essere portata in terapia intensiva, ma per mancanza di posti mi hanno ospitata in quella sub-intensiva (ospedale di Vizzolo Predabissi). Letto numero 11, Alessandra mia, come a dire, “ci sono anche qui, col mio numero… E con i miei libri!”. Lo hai visto, li sto leggendo tutti. A casa avevo tossito così tanto, e tirato fuori dalla gola tanta di quella roba che non avrei mai immaginato potesse uscirne così, e di notte stavo male, non dormivo, ma nonostante molti giorni di pausa sono riuscita a leggere. Parlerò dei libri e dell’avventura ospedaliera con calma. Scrivere, fino a oggi non mi è stato mai amichevole, dopo anni di scrittura semi-costante mi sono dovuta e voluta fermare; prima di oggi, in cui ci troviamo a un mese dal mio personalissimo attentato alle torri gemelle (i miei polmoncini), non ho mai avuto la voglia e la pazienza di raccontare qualcosa che mi ha risucchiata come un uragano senza pudore. Sto molto meglio adesso, stasera è una settimana che sono tornata a casa dai 10 giorni di ricovero in ospedale. Una settimana fa mi sentivo un vermiciattolo molle senz’anima, oggi ho recuperato gran parte della forza che mi contraddistingue in ogni giorno della vita. Mi hanno costretta a stare a letto per vari giorni e varie notti consecutive con la maschera di ossigeno a pressione CPAP (record personale: dalle 20 alle 7, 11 (!) ore), avevo mille buchi tra accessi, flebo, arteria artificiale sempre fissa al polso destro… i muscoli avevano bisogno di almeno una settimana per riempirsi nuovamente d’acqua, e ora scrivo in piedi alla scrivania e sono finalmente, di nuovo, felice. Mercoledì sera sono stata in piscina per guardare un po’ gli altri master nuotare e salutare Eros l’allenatore, che mi ha scritto e mi ha sostenuta come moltissime altre persone quando ero in ospedale: ovviamente mi è venuta una voglia matta di cominciare, di ricominciare, mi sono messa il 18 ottobre come data per tuffarmi e iniziare a volare, inizialmente nella corsia lenta, per poi pian piano battere le ali in maniera sempre più veloce. Mario mi è stato accanto, è venuto in ospedale, ma tu Alessandra? Mi hai pensata almeno? Durante lo scorso fine settimana io e Mario siamo finalmente ripassati dalle colline, tuo marito c’era perché ha chiuso completamente la tenda della cucina, ma oggi, che siamo passati di nuovo di lì, è sembrato lui non ci fosse: la tenda della cucina è rimasta aperta. Tu invece ci sei stata sempre, spero mi stessi aspettando con ansia, spero mi voglia bene ancora, mi sei mancata, la tua luce accesa nello studio mi è mancata, la tua tenda aperta dello studio mi è mancata. Ho vinto la scommessa, sei andata in pensione, proprio quando io per la prima volta non sarei andata al Politecnico, che sincronizzazione suprema! Sì, almeno ho preso una bruttissima polmonite bilaterale – giovanile, pensa che fortuna, dopo i 30 anni sei vecchio per infettarti col Mycoplasma pneumoniae – quando potevo permettermelo, diciamo. Continuerò a guarire, e mi resterà una stupida cicatrice interiore, ma nulla, all’esterno, mi potrà mai fermare. Domani mattina dovrei riuscire a registrare la puntata 139 di Tenero Gheriglio finalmente, e si stanno muovendo molte altre cose, questa settimana al posto di riposare ho sistemato la scarpiera, la cassettiera della mia camera, è stato utile e produttivo: ho capito che più mi muovo più i polmoncini migliorano, la saturazione si alza. La controllo con l’Apple Watch, che lusso eh!? Mi è venuta voglia di farlo ora, ho il 97%, è ottimo, quando domenica 15 settembre, con la febbre a 39.6 °C mi sono fatta visitare dalla guardia medica, avevo il 93%. A presto, stavolta davvero. Una nuova, ma sempre uguale, Miriana.

— 11 ottobre 2024


Stamattina mi sono allenata più tardi, e con una modalità che mi mancava: bicicletta fino alle colline, corsa, esercizi alle colline sfruttando anche la piastrella (ancora resiste!), e bicicletta fino a casa. È sembrato come se i dipendenti BMW non vedessero l’ora di rivedermi, perché oggi nella loro uscita in pausa pranzo, passando mi guardavano come abbagliati da un immenso splendore, o per meglio dire da un’immenso splendore (per pochi). Il mio forse in maiuscolo si è rivelato vero: il marito si è nuovamente murato vivo chiudendo la cucina con le tende, rimane sempre malato, che stupida, cosa pensavo, che fosse guarito? Ci mancava pure io dicessi che prova a competere con Carlo Travaini nei 50 o 100 rana ai mondiali master (LOL). Va beh, leggo che Carlo Travaini è del ‘63, un po’ più giovane del marito, ma in generale, per la prestanza fisica, un po’ più giovane dei quarantenni e pure di me: magari facessi i suoi tempi a rana ahaha! Tornando umili, il marito si chiude dentro come al solito perché non riesce mai ad avere un confronto diretto con me, lo teme, e non perché creda anche lontanamente in quello che ha dichiarato, piuttosto perché sa che se lo prendo gli tiro un pugno in testa che non gli fa vedere domani (è ironico, devo sottolinearlo visto come mi hanno catalogata), inoltre nel suo pentimento vuole nascondersi, e soprattutto vuole nascondermi dalla vista di sua moglie, che se cominciasse a guardarmi troppo gli sverrebbe tra i piedi, e non sarebbe una scena perfetta per il suo già ormai vacillante orgoglio. Lei non si oppone alla sua scelta di chiudere la cucina semplicemente per evitare di svenire guardando me, essendo ben consapevole del rischio, sa che lo splendore femminile, “della quale” (di nuovo per pochi) parlavamo non molto sopra, la fa impazzire, e in aggiunta vuole fingere di sottostare alle regole del marito per poi prontamente andare a guardarmi dalle altre finestre della casa – come quelle dello studio e del balcone, con la visuale libera –, da sola, nella pace dei sensi, e nel caos delle sue focose emozioni, per svenire così a piacimento, senza i fastidiosi occhi del marito puntati addosso. È sempre andata in questo modo, ma speravo il carciofo fosse migliorato: peggiora solo, ottimo ahaha. Sento ancora addosso gli sguardi dei dipendenti BMW, è certo che come ho già detto sono in una condizione fisica perfetta, oggi ho messo il top blu e i pantaloncini grigio chiaro, il sole era bellissimo, l’ha permesso, e le scarpe rosa fluo sono ancora stupende, ma è l’addome scoperto il punto cardine su cui gli sguardi andavano quasi a scavare, con focus l’ombelico. L’abbronzatura ancora persiste, le spalle e le braccia spiccano sempre, le gambe sono agili e forti al contempo… Magari mi assumono solo per avermi tutto il tempo lì, per potermi scrutare, non lo so, ipotizzo, aiuto ahaha. È ovvio che scherzo, vedremo come andrà, il divertimento continua. Alessandra, svieni pure, non preoccuparti, il carciofo ormai sa di non avere altro che il murarsi vivo. Non farti deviare dalla sua baraprecocità, esci per favore, e guardami sempre. È possibile tu sia già andata in pensione? Ho scommesso di sì, spero di perdere. PS: una signora oggi mi stava mangiando un pezzo di addome e una gamba, va bene che si trovava in pausa pranzo, ma dovresti essere gelosa.

— 10 settembre 2024


Poi Mario ieri sera mi ha scritto che il mio testo come al solito faceva ridere, e ha ammesso di aver detto una cosa cattiva e senza senso, perché non avrebbe mai testimoniato se non a mio favore contro quel branco di persone oscene. Purtroppo alla fine dei nostri litigi, spesso, mentre io sono lì ancora a dire ritardato, cretino, deficiente, lui decide di spararmi addosso una cosa grossa e brutta, che pur essendo palesemente falsa mi ferisce, perché il mio cervello analitico e sensibile non riesce a diventare menefreghista in un istante. Ma insomma, ancora niente cartello SINGLE. Però sento forte il bisogno di scusarmi con l’unico esserino meraviglioso che mi ha amato davvero per tutta la vita: scusami Briciola, per un attimo lo schifo mi ha schiacciato il cuore e non mi sono ricordata di quanto tu mi adorassi in ogni caso, mi annusassi sempre, mi leccassi le lacrime tutte le volte, mi manca stringerti, mi viene da piangere… Riposa, sarai sempre meravigliosa. Così la tua antenata, Lilly, che mi ha vista appena nata, e poi ha sopportato i miei dispetti quando ero piccola e stupida. E tu Alessandra? In tutto questo che dici? Ci sei ancora o ti sei offesa? Scusami, ma quegli insulti dovevo dirteli, per ricordarti che non c’è modo di dimenticarmi di cosa mi hai fatto, ma che al tempo stesso non so dimenticarti, anche se non sai fare i tuffi. Stanotte ha piovuto ancora fortissimo, e poi per tutto il giorno il vento ha soffiato bene, deciso, premonitore, la luna stasera è bellissima, brillante in un cielo limpido. Non è vero che non ho l’amore, ma non comprendo perché io debba soffrire sempre troppo per questo amore, per te Alessandra ancora ne nutro tanto, lo sai, nonostante il dolore. L’avevi capito già ieri, quando nel finale ho scritto che avrei scartato tutti e tutte: ho ancora bisogno delle persone con cui ho costruito tutto, via da loro non voglio scappare, non posso scomparire. Speriamo in questa scelta sia sempre meno presente quell’insopportabile dolore, che insiste, e assiduo, di frequente, vuole apparire.

— 9 settembre 2024


14:41, sto facendo stretching. Veramente vi aspettavate che per due schifezze di quel calibro la facessi finita? La Woolf non aveva lo sport dalla sua, forse nemmeno la musica. Ieri sera mi sentivo come ho scritto, sia chiaro, ma poi prima di dormire ho pensato “beh se domani mattina è solo nuvoloso mi alleno”, quindi mi sono addormentata col sorriso. Stamattina mi sono svegliata alle 7:30, un orario perfetto, ho fatto colazione sapendo già di dover uscire poi alle 9:30 per andare con la macchina alle colline, parcheggiarla, fare la mia corsa, tornare a prendere gli attrezzi nella macchina, fare gli esercizi e andare a casa. Dava il 40% di probabilità di pioggia alle 11, ma grazie al fatto che mi sono specializzata perfettamente sul meteo, avevo intuito la pioggia in realtà sarebbe arrivata molto dopo. Sono stata da Dio, senza quel coso per il quale mi impegno tantissimo ma che poi sa solo offendermi e allora non vale proprio un cazzo (sorry but), la musica andava, e la riproduzione casuale, che mentre con lui sceglie sempre le canzoni più inutili, da sola ha fatto partire una canzone emozionante dietro l’altra, ne ho cantate molte, è il privilegio di avere una palestra all’aperto senza nessun altro fruitore a rompere i coglioni ahahah! Se tuo figlio ha ancora dubbi sul perché mi alleno lì Alessandra (stronza maledetta), ecco tutto. Mi sono appena dovuta alzare per chiudere anche le finestre aperte solo in modalità a ribalta a sud-ovest, perché la pioggia ha ripreso a scendere molto decisa e abbondante. La modalità a ribalta serve anche a questo però, aiuta a tenere parzialmente aperte le finestre quando piove. Tornando a stamattina, anche dopo la corsa ha continuato a essere nuvoloso, ma non buio, bensì luminoso, e solo verso le 12 ha cominciato a piovigginare per poi aumentare gradualmente… Poco prima, avendo riepilogato a me stessa quali e quanti esercizi mi mancassero da fare, ridendo avevo detto “ora può piovere come cazzo vuole che va benissimo”. Precisissima come sempre. Anzi vi dirò, sono stata contenta di essermi presa un po’ di pioggia fresca addosso in ultimo, perché si sa, questa cosa mi diverte tantissimo. Poco dopo sarei andata a casa a fare la mia lunga doccia, non sono come quelle vecchie di 60-70 anni che “oddio mi si bagnano i capelliii”. Tranquille fanno comunque schifo i vostri capelli tinti e parrucchierizzati ahahah. Vero Alessandra (vaccona decrepita)? A parte tutto, lei e il maritino bellissimo (LOL) sono sempre in casa, secondo me dovrebbero denominare la malattia terminale che hanno perché è preoccupante, sono davvero malati in ogni atomo: gabbiadite, tanasclerosi, baraprecocità, lucefobia, ariapatia, qualcosa! Insomma vi ho rovinato la festa, non solo vi sto dicendo che capisco Virginia Woolf ma ho (un minimo eh) le spalle più forti, e meno coraggio di lei di suicidarmi per togliermi da questo schifo, ma in più vi sto facendo sapere che sto sempre meravigliosamente da sola, siete due merde e non so nemmeno come ho fatto a cagarvi dall’inizio, serio ahaha. Uno più pesaculo dell’altra, uno più trasandato dell’altra, uno più patologico dell’altra, e chi è poi quella sbagliata? Io. Seh credeteci pure ahaha. Tra l’altro vi stupirò, ho capito perché devo andare dalla psicologa (psicominchiona) Laura Lamponi: aveva bisogno di ripetizioni di matematica/informatica, qualche aiuto in grammatica/lessico, scienze, inglese, e via dicendo. Andrà a finire che le farò anche da personal trainer. Ieri sera oltre al pensiero azzeccatissimo dell’allenamento di stamattina, ho anche realizzato che esiste una canzone per la Lamponi, poi dovevo lavarmi i denti, ma non vedevo l’ora di finire per cantarla, stavo ridendo troppo, vi illumino subito, ☞eccola. Nooo, è lampone e non lamponi. Oh senti, se la farà andare bene lo stesso. Comunque i miei genitori vanno in giro da pensionati e ha senso, di certo sarei disperata se fossero come i ratti rinchiusi sempre in casa: ma ci sono progressi, il marito esce sul balcone senza la mascherina, FORSE non sta chiudendo più le tende per me, nell’intento di fare finta di non aver mai fatto niente contro di me ha attuato delle modifiche, è pentito e si vergogna, si sa. Tuttavia non posso dire che da sola a casa sto male, perché è una meraviglia e sto benissimo, ma non posso nemmeno affermare che non ho mai dubbi sull’amore che i miei genitori nutrono per me. Amen, continuerò a cantare lo stesso, nessuno mi ferma, avevo fatto finta di avere un minimo di esitazione per poi rilanciare ancora più forte, ormai lo faccio sempre, in automatico. Il mio fisico è al top, ieri mattina appena sveglia mi sono ripesata dopo tanto: 57.3 kg, ottimo considerando la condizione muscolare associata. A dicembre pesavo 2 kg in più, ma va un po’ sempre così ogni anno: 1 o 2 kg in più d’inverno, per poi raggiungere il minimo a fine estate. Vorrei ricontrollare la percentuale di massa magra/massa grassa ecc., ai concorsi la controllavano sempre, sarebbe carino rivedere come sono messa adesso (spoiler: meglio). Comunque la canzone è davvero azzeccatissima, la sto ascoltando, ho anche il “pollo nel frigo” che dice, avrei dovuto mangiarlo ieri sera ma non avevo fame, sono 150 grammi di petto di pollo delle monoporzioni che mi preparo, congelo e poi scongelo… Lo mangerò stasera. Velocemente recupererei anche le puntate precedenti, lunedì 2 ho fatto un esame, post esame ho fatto un giro con Mario (non so nemmeno come descrivere uno che offende così, allora non poteva direttamente testimoniare a favore dei ratti al processo? Boh a logica ahaha), martedì 3 siamo andati in piscina insieme, dalle 15 alle 19: mi sono divertita tantissimo, s’è vista tutta la sua incapacità e tutta la mia capacità, lui non è mai salito sul blocco di partenza per fare i tuffi, io ne ho fatti almeno 30, anche uscendo dall’acqua sempre dal muretto alto facendo così anche una trentina di trazioni/piegamenti, o insomma una sorta, sentendomi poi distrutta, e al tempo stesso rinata, come se avessi fatto un allenamento. Perché non è salito sul blocco? Per le vertigini, a un metro di altezza. Davvero, lo ripeto, dove cazzo ho trovato due ciofeche così. Ciofeca, definizione scientifica: scartina di ultimo grado, che si impegna a essere il peggio possibile. Mercoledì 4 abbiamo mangiato la pizza insieme, e poi abbiamo fatto insieme il mio Curricula Vitae a casa mia, anche in quell’occasione ha trovato il modo per offendermi – la prof. Danese sarebbe orgogliosa di me, non si dice Curriculum; come si può intuire lei odiava la prof. Danese, ma la prof. Danese era una delle poche professoresse di cuore che facesse ragionare e insegnasse delle cose interessanti lì dentro: mi fece morire dal ridere quando mi interrogò su Dante, dandomi 8, e in un momento chiese “chi è d’accordo con la risposta di Novella?”, nessuno alzò la mano, e poi disse “bene era l’unica risposta corretta”, ahaha. Giovedì 5 ho terminato il CV, è venuto benissimo e sono veramente contenta, nel pomeriggio l’ho mandato a tre potenziali datori di lavoro, poi sono andata in via Cavour a ritirare il modulo per la mia visita sportiva agonistica di venerdì 13 settembre. Venerdì 6, di pomeriggio, ho corso e poi mi sono allenata con Mario nella parte di esercizi: come sempre tempo perso con un nemico che si diverte a ferirmi mortalmente… E infine c’è stato ieri, sabato 7 settembre. Non penso di dover aggiungere altro, a parte che sto benissimo, che non voglio più nessun coso di scarsa fattura nella mia vita, spesso penso a cosa mi ha fatto lei e vomito, è ingiustificabile, e non diventerebbe giustificabile nemmeno se mi tagliassi la testa. Come Miriana, hai comprato tutti i libri che ha assegnato, ora che ci fai, un falò? No, per carità ahaha, non li ha mica scritti lei, saranno bellissimi e li leggerò molto volentieri. «Banane, lamponeiii, chi c’era con te?…». Nessuno, grazie, sto benissimo. In verità sono sicura che dopo tutte le volte che ha diluviato negli ultimi giorni, sia tu Alessandra, sia tu Mario, pensiate: «è che sono un po’ geloso, ma ti amo per davvero…». Beh fatemelo sapere entro breve, perché appena metto il cartello SINGLE si forma una coda da Milano a Roma, tutte le strade si congestionano, li scarto tutti, le scarto tutte, e rimango da sola un’altra volta. 15:39, fine editing e pubblicazione 16:05.

— 8 settembre 2024


Stasera devo scrivere, ma non dei giorni scorsi, che sono trascorsi linearmente con tutte le attività annesse a essi. Devo scrivere di oggi, perché oggi, essendo l’ultima delle tante, è la giornata più brutta della mia vita. Poco fa ho abbandonato la cucina in lacrime, stavo guardando la finale paraolimpica dei 100 metri di atletica, l’intervista ad Ambra Sabatini mi ha fatto scoppiare in lacrime, lacrime amare e tristi, e arriveremo alle cause di questo tra pochi istanti. Per pranzo ho raggiunto Mario, siamo stati al Piccolo Cuoco a San Donato, c’è stato un litigio lì, per qualcosa che ormai reputo irrilevante rispetto a come sto, a cosa provo adesso, a come mi sono ridotta. Anche il proprietario della pizzeria e suo figlio, con le loro parole gentili, sono riusciti a darmi la forza per riraggiungere Mario, che nel frattempo mi aveva lasciata finire la pizza da sola appena dopo aver finito di ingurgitare la sua. È stato un grave errore andare di nuovo da lui, perché a quel punto sembrava tutto risolto, come sempre, quando come sempre non è risolto mai nulla. Lui non tiene a me, non ha mai tenuto a me nemmeno per un secondo, perché quello che è arrivato poi a dirmi stasera, prima delle 20:00 (sono le 22:11), è stato la prova che i suoi insulti rivolti a me sono totalmente sentiti. Mi ha detto che c’è un motivo per cui il 18 settembre vado dalla psicologa per uomini violenti. Una cosa banale no? Talmente banale che sto per vomitare le uniche cose che ho ingoiato alle 22 di stasera, una pesca e tre noci. E quale sarebbe il motivo? Che i miei genitori mi abbandonano a casa da sola perché mi amano? Quella puttana di lei insieme a suo marito si sono divertiti a vedermi morire? Che un ragazzo spuntato dal nulla sia venuto appositamente in mezzo al mio massacro, vicino a lei che mi stava accoltellando animatamente col suo maritino, per massacrarmi ancora di più? Sono stanca di tutti, e le parole di Virginia Woolf a voi umani di alta categoria risulteranno incomprensibili, perché non sapete avere delle emozioni vere, il cuore l’avete buttato alla nascita, vivete nella mania di prevalere su chi sapete essere superiore a voi… Io vivo intensamente come la Woolf, capisco la sua stanchezza di vivere, la sua banale rassegnazione. Mi lego a lei perché, se non sola, in questo momento mi posso sentire al massimo unita al massacro che mi hanno imposto di subire. Sono lì, per terra, nuda e piena di lividi e tagli profondi, l’ascia che mi ha ferita è ancora insanguinata e sento l’odore che emana, sto per morire. Quell’ascia è stata usata da parecchie persone, e ringrazio invece tutte le altre persone, quelle che hanno cercato di rendere meno violento il mio massacro, di placarlo per ricordarmi che avevo diritto di vivere anche io, perché rido e sorrido come nessuno sa fare, perché lotto anche se in tutta la vita avrei già potuto morire più volte, avvelenata dai farmaci, dalle parole dei miei aguzzini. A me non importava niente, a parte sentire l’amore di qualcuno. Ad oggi quell’amore non è mai esistito, sono nuda, ferita a morte, morirò tra poco. Grazie Mario, grazie Alessandra. Siete meravigliosi. Vi saluto e vi abbraccio, non lamentatevi se sentirete addosso un cadavere insanguinato e spento. Quella sono io, quella è quello che volevate voi. Sarete felici adesso, mi fa piacere, sono felice per voi. Dimenticavo di dire di Ambra Sabatini, che è caduta rovinosamente nella sua gara stasera, la protesi ha preso una strana angolazione e l’ha lanciata per terra poco prima di arrivare al traguardo. Io stasera sono come lei, che era a un passo dal vincere una medaglia olimpica, ha dato il massimo, invece deve riprovarci più avanti… Ah ecco, almeno lei può riprovarci, io no.

— 7 settembre 2024