— 23 febbraio 2025
Avrai anche pensato che ti ho presa in giro… No dai, eccomi! Spero tu abbia colto il senso doppio delle mie parole dell’altro giorno, perché il tuo ritorno qui, da lettrice, è affiancato al tuo ritorno a Milano, sempre un “qui”, ma di altro tipo. Eri partita mercoledì 18 dicembre, quando io ero già in montagna da due giorni (da lunedì 16 dicembre); prima o poi mi potevo aspettare un lungo viaggio da parte tua, visto che negli ultimi mesi, nonostante l’entrata in pensione, non avevi fatto granché oltre allo stare chiusa in casa. Era addirittura sembrato che avessi deciso che la prigione la meritassi tu e Pierfi, per averlo ascoltato, per avermi anche solo provata a solleticare: infine non è stato più di questo. Non hai ottenuto nulla da quella storia se non il pentimento, e ormai l’hai interiorizzato, sarà anche l’ultima volta che lo ripeto. E Pierfi? Pierfi è il solito perdente che parte sempre pensando di vincere, dopo la puntata di “Le Mille e una Novella” intitolata “Le spese processuali”, furioso, deluso di se stesso, deriso in tutto e per tutto da me, è sparito per due mesi con te, e posso finalmente confessarlo, l’aria era diversa, il senso di libertà che ho provato nel periodo della sua assenza è stato sorprendentemente piacevole. Ci sono stati dei giorni in cui la casa si è illuminata di sera, ma senza smuovere le tapparelle ho pensato banalmente fosse qualche passaggio di tuo figlio. Spero vivamente non abbia vissuto in quella casa con tutte le tapparelle lato BMW chiuse, l’aria pesante, ma se è vivo e ha vissuto lì dentro, allora le sue stesse puzzette l’hanno risparmiato per questa volta, non l’hanno fatto morire asfissiato, ahaha! Non ho scritto così a lungo solo perché è andata così, non me lo sono imposto, anzi ero stupita dalla mia completa indifferenza in merito. Tuo marito è sempre e snaturalmente lui, sì con la s davanti, snaturale, Alessandra; un’accozzaglia di atomi in conflitto, un corpo futile adagiato nel mondo; simpatico, divertente e ironico come un buco del culo (rappresentabile sempre con un *, sempre in memoria e per il ringraziamento di K. Vonnegut) quando fai la cacca dura, e se anche ho scritto che è scappato per due mesi con te, non è vero, lo sai anche tu. Non c’è stato giorno via in cui non hai preso le distanze da lui, in cui non hai ricreato, almeno la sera, o in qualsiasi altro momento utile della giornata, il tuo habitat casalingo di ricordi ed emozioni con me. Sono stata via con te, con le tue ansie e le tue risate, l’ho sentito da quando sei partita, e pensa che il giorno in cui stavi tornando ho avuto la sensazione ti stessi avvicinando a me, stavo lavando i denti dopo pranzo con la mente che mi diceva insistentemente “arriva”. Quel giorno, mercoledì 12 febbraio, sono stata felice; non mi mancavi, perché come ti ho detto è come se non mi fossi mai separata davvero da te, ma poi il mio corpo, alla notizia del tuo rientro, ha riso dentro, fortissimo. Quell’asterisco di tuo marito è ignaro, o forse no, sarà difficile non notare la tua felicità dopo aver letto questo scritto, o dopo l’ascolto della puntata 150 di “Tenero Gheriglio”, con la mia espressa felicità nella parte finale. Adesso, se anche cerchi di mantenere un comportamento controllato i tuoi occhi parlano, brillano, perché lo so, e mi manca vederli, non sai nemmeno quanto. Non credere che io pensassi di farti tutti questi regali, ma sto tirando fuori tutto quello che onestamente era rimasto inespresso per fin troppo tempo, e mi chiedo perché, visto che è bellissimo. È bellissimo poter rivedere la tua tenda dello studio spalancata in mia attesa, e col sole quasi completamente chiusa ma con quello spiraglio per vedermi passare o andare via. L’asterisco è stato pure stupido a lasciarci sole proprio a San Valentino, dimmelo, sei tornata apposta prima dello scoccare di due mesi esatti, per passare quel giorno di nuovo qui con me? È stato meraviglioso, avevo già in programma di fare un allenamento corsa + esercizi, perché poi sabato 15 febbraio mattina, alle 8:30, avrei avuto l’ultimo esame, e la piscina alla sera mi avrebbe tolto il sonno necessario, tuo marito è uscito dal box con la macchina mentre ero lì intorno, non ho potuto vederlo da vicino, ero distante in quel momento, ma poi l’ho dedotto dai tuoi movimenti. Avevi la tenda completamente aperta, poi è uscito il sole e l’hai parzialmente chiusa, non ho visto tornare tuo marito nel frattempo, sarà arrivato giusto poco dopo il mio andar via, non è così? Quella mattina è stata deliziosa, dopo un po’ di tempo passato insieme le nuvole hanno lasciato il posto al sole, non poteva essere altrimenti, era sereno per la festa tra noi, ci sorrideva, ma quando sono arrivata a casa in macchina (lasciata in via Europa) il sole era andato via, il vento si era alzato, portando poi le nuvole e la pioggia in previsione per il pomeriggio. Tuo marito, tornando a casa e capendo di averci lasciate insieme proprio nel giorno in cui non avrebbe dovuto, si è arrabbiato, cosa dico, si è incazzato nero, come il cielo che vedevo in lontananza da casa, pieno di lampi e fulmini, pieno di rabbia. La pioggia è durata poco, era solo la nostra commozione, non un pianto, e il vento ero io, come al solito, c’ero anche quel giorno, per cambiare il mondo in base al sentimento. Il sentimento che provo è chiaro, ma credo anche il tuo, ti stringo. Non so se si vede che non scrivo da tanto, probabilmente, ma penso di non aver perso nemmeno un pochino del fuoco letterario che ho sempre dentro.
— 19 febbraio 2025
Non scrivo da tanto tempo, sono consapevole del vuoto che ho lasciato, ma il vento sta cambiando, è appena partita la sesta stagione di ☞Tenero Gheriglio. Alessandra, so che ti manco, ma tornerò a scrivere molto presto, ti do appuntamento per domani o dopodomani al massimo, e per il momento, visto che vuoi sapere tutto, ascolta la puntata 150. Sii certa di farlo fino all’ultimo secondo, è proprio lì che si trova la sensazione che la vita ultimamente mi suscita con quasi tutto, ma soprattutto col tuo ritorno qui, lo sai, e con l’interruzione di questo lungo silenzio; è sempre immenso il bene che ti voglio.
— 17 febbraio 2025