Oggi io e Mario siamo andati a mangiare la pizza alla Terrazza, poi prima di recarci alle colline siamo passati dalla scuola guida in cui avevo fatto la patente B, l’Autoscuola GM, in via Giovanni XXIII a San Giuliano: sì, la novità è che mi conviene fare la patente A. Con la patente B posso guidare solo le moto fino a 125 cc, viene tagliato fuori anche il motorino di mio padre, un Liberty, Piaggio, 150 cc. Mi vuole cedere il suo, anche per il fatto che non ha senso lasciare al capolinea della metropolitana di San Donato un motorino nuovo scintillante, e gli usati non costano poco; se ti va bene in quel luogo non lo rubano, ma come minimo lo spolpano, lo ripuliscono, rubano il parabrezza, il baule, e via dicendo. Già molti anni fa mi sono fatta rubare una mountain bike Atala molto bella nel parco Snam, era costata sui 300€, avevo messo il lucchetto e tutto, ma ovviamente all’uscita dalla piscina delle tre biciclette mancava solo la mia, Alessandra: quella di Annalisa e di Mattia erano rimaste lì, era giugno della seconda liceo se non erro, come dimenticare. Oggi avevi la tenda spalancata al nostro arrivo da te, era così bello il sole del pomeriggio! Spero mi stessi aspettando, oggi non ti ho delusa (poi con tuo marito fuori casa, lo so, tra poco leggi il motivo, eri del tutto libera di aprirti completamente per accogliermi al mio arrivo). Ho comprato un pallone da pallavolo, non ce l’avevo, e oggi pomeriggio nei primi minuti io e Mario abbiamo effettuato qualche scambio con fatica, ma poi ci siamo sciolti e ci siamo divertiti a lungo, ci hai visti anche tu; è stato divertentissimo, lo rifaremo, magari anche con i fratelli di Mario. Ma quello che mi ha spinta a scrivere stasera è qualcosa di inaspettato, successo appena prima arrivassimo da te, Alessandra. Dopo aver rimesso la macchina nel suo box, Mario e io siamo venuti a piedi da te, il sole ci ha scaldato l’anima, l’aria frizzante faceva piacere, e all’altezza della via Emilia a Mario dico “oddio bro ma quello è il marito”, e lui mi risponde “sì”. Al che mi agito, sia per repulsione che per un’attrazione ingiustificabile, Mario mi tiene stretta per la mano, avrei voluto scappare ma allo stesso tempo la curiosità mi attirava verso il lurido porco marito ahaha. Il battito mi è salito in un attimo, ridevo molto, abbiamo semplicemente continuato col nostro percorso e abbiamo finito per seguirlo: stavamo andando nella stessa direzione, chiaro. Per fortuna ho avuto l’accortezza di non avvicinarmi troppo a quel coso, ma purtroppo in un unico momento – infinito – mi sono fatta fregare: lo abbiamo visto bene di profilo, e come al solito siamo stati abbagliati dalla sua devastante bruttezza, che un tempo la sua mascherina sul muso mi aveva celato. Mesi fa, scrivendo, avevo alluso al fatto che sapevo ormai che faccia avesse, l’avevo semi-nascosto volutamente ma adesso posso raccontarlo. Un giorno io e Mario abbiamo visto il Rottweiler (oh povero Rottweiler, mi scuso di nuovo) passarci davanti in macchina con te accanto Alessandra, e abbiamo dovuto vedere la sua faccia da vicino molto bene: non si è accorto di niente, non ci ha visti, perché per fortuna ci trovavamo in procinto di un passaggio pedonale, ma dietro a un folto albero. Sono rimasta traumatizzata per ore tanto fosse inguardabile. Poi c’è stato un altro episodio in cui lo abbiamo dovuto vedere in faccia da vicino: anche in quel caso sono rimasta disgustata per ore. Non ho fatto incubi di notte, meno male, ma a occhi aperti non sono di certo mancati. E oggi, anche solamente averlo visto di profilo, da lontano, mi ha ricordato i suoi lineamenti a là gobbo di Notre Dame (peccato che il gobbo è buonissimo), con quel naso grosso e ingombrante, la bocca brutta, la fronte con con quella specie di acuminata sporgenza che incastona gli occhi viscidi in un piccolo cranio privo di cervello, leggero e friabile a seguito di un prolungato non utilizzo. Il porco oggi è uscito, da solo ovviamente, mai farà una passeggiata con lei; nel frattempo tutti i giorni molte coppie lì intorno, quando io e Mario camminiamo mano nella mano, passeggiano tenendosi a braccetto. È un evento raro che l’orco sia uscito dalla caverna, che il topo sia uscito dalla tana, non penso io e Mario l’avessimo mai visto prima d’ora, le sue gambe sono storte ed esili, a malapena riescono a sorreggere un busto grosso, grasso e sproprzionato rispetto al resto, senza stupore ho notato che è anche totalmente privo di culo, rientrando a casa dal cancelletto abbiamo potuto ammirare che nei pantaloni, lì dietro, non ci fosse proprio niente, era come se indossasse un pannolone vuoto, e la maglietta, la camicia (eh, gli “uomini” importanti si vestono solo con la camicia… ahaha non ha un cazzo da fare uno che in pensione si veste con la camicia, ma fai altro, muoviti, fai sport, creati dei passatempi costruttivi, occupati bene della casa, della tua alimentazione, viaggia, vai al mare, in montagna, al lago, scrivi, poi vediamo se stai a metterti la camicia!) gli usciva indistintamente da dietro, in uno stato pietoso, visto che nei pantaloni senza il culo non riusciva a stare aggrappata. Alessandra, non mi stupisco più quando ripenso a quanto hai sbavato sulle mie braccia, sul mio collo, sulle mie spalle scoperte, di persona, e sul mio addome, sul mio seno e sul mio culo, sulle mie gambe scoperte, nel privato del tuo studio che ormai racchiude la tua stanza dei giochi con me (birichina!), una riunione intima con te stessa, con la tua mente, che ha pensieri per tutto tranne che per quel verme ripugnante che ti sei presa come “marito”. Lui anche oggi ovviamente non si è accorto di niente, ma come al solito ha chiuso la tenda della cucina quando poco dopo il suo ritorno in casa ci ha visti lì fuori, e come al solito ha riaperto la stessa tenda per riguardarci quando non sapeva più niente di noi per la sua smania di murarsi vivo. Alessandra ti prego, esci a fare una passeggiata al sole, ovviamente senza di lui, ma fallo, nessuno ti disturberà lo sai, ma non perdere tempo, il tempo passa. Voglio scrivere questo libro su di noi – se non lo sto già facendo –, perché il giorno in cui verrà pubblicato non so se tuo marito sarà in grado di legarti in casa, vorrai rivedermi, riabbracciare quella ragazza che tanto hai amato e che ami ancora tanto, troppo, e che avrà fatto così tanta strada da farti girare la testa, da far chiedere a chiunque, davvero la sua vita finora è stata questa? La mia vita è inusuale e speciale Alessandra, me lo avevi detto anche tu che dietro la mia esile figura si nasconde una forza straordinaria, e se ti ho citata male mi scuso, ma l’unica cosa che conta è risentirti vicina, stasera ti sento di nuovo vicina. L’aver rivisto, per strada, impaurito e solo al mondo, colui che si è ingelosito tanto a causa mia, e accanito per farmi fuori – facendo fuori solo sé stesso, perché Alessandra mia solo grazie alle sue azioni irragionevoli ho scoperto finalmente quanto mi ami, quanto lui voglia possederti mentre invece il tuo cuore da tempo è innamorato di me, e mi sussurri di non lasciarti –, mi ha creato in tutto il corpo una sensazione fortissima, instancabile, traducibile in un richiamo netto verso di te. Vorrei riuscire a chiamarti ancora amore. Buonanotte amore mio.
— 7 novembre 2024
Alessandra, non ho avuto né tempo né voglia di scriverti, lo ammetto, è che ti sento così lontana da quando ho smesso di farlo con costanza… È appena uscito il VideoPodcast 13 di ☞Tenero Gheriglio in cui dico anche degli allenamenti in piscina, e parlo dei cinque libri che ho letto a causa tua (ho finito l’altro ieri); ancora fatico a pensare che i titoli “Non lasciarmi”, “Qualcosa, là fuori”, e “Il fuoco interiore”, tu li abbia scelti senza calcolarmi. Inoltre, da un capitolo di libro assegnato, a quattro libri assegnati, non puoi essere passata senza motivi, soprattutto dopo che ti avevo scritto che come insegnante non fossi brava a incentivare la lettura, che è meravigliosa. Spero tu riesca a trovare nel video tante delle risposte che cerchi, so che ancora mi vuoi tantissimo, e hai paura io mi stia allontanando. Non è così, mi manca scriverti spesso, però in questo periodo non ci sto riuscendo. Urlami sempre di non lasciarti, il mio stupido cuore è sempre qui ad aspettarti.
— 4 novembre 2024
— 3 novembre 2024